Biscardi, l'oracolo nazionale «Comunque vada vinco io»

Biscardi, l'oracolo nazionale «Comunque vada vinco io» H.TRÌONFO PEL FOLCLORE DIETRO LE QUINTE DEL «PROCESSO» Biscardi, l'oracolo nazionale «Comunque vada vinco io» intervista Massimo GramBllinl ALDO Bi scardi, ci presenti col suo stile distaccato Italia-Olanda di stasera. cE' la partita della verità. Uno sgondro all'arma Manga fra Sacchi e Zoff, fra il gioco arioso e arrembante degli olandesi e la tattica dol cecciuno che si rinta�na in trincea, pronto a colpire contro un nemico ardimentoso e preponderante di forze». Ma questa non è una parti�ta, è la prima guerra mondialel tCerto, è una battaglia. Ognu�no ha il suo piano di combatti�mento. Agonisticamente». E' finita, ha vinto l'Olan�da. Cosa dice in trasmissio�ne? «Oggi ad Amsterdam si è cele�brato il trionfo della grande Olanda e di Arrigo Sacchi. Zoff ha perso, giustamente, perché ha castrato lo spettacolo con caratura sparagnine, rifiutando�si di schierare fìancajjìanco i gambioni che il mondo ci invi�dia e che l'Italia intiera voleva in campo: Totti e Del Piero». Contrordine, mister Biscaard: abbiamo vinto noi. i a 0, gol di Inzaghi in contropiede. Vada col com�mento. «E' la vittoria di Zoff. Giù il cappello, non gli si può diro niente, alla faccia delle discus�sioni postume. Ha fatto scelte dolorose, impopolari, ha vinto contro tutto e tutti. Ha sfidato la maggioranza crìtica del Pae�se e ha avuto ragione. E' diven�tato un eroe e se lo merita. Almeno fino alla finale. Perchè se poi perde quella...». Insomma, comunque vada, Lei vince sempre. Nulla di personale, ma non trova che noi italiani siamo un po' opportunisti? «Tatticamente, forse, io poi so�no brerìano, mi piace il calcio all'italiana». Anche se perdiamo? «Un moirwndo. Io dico quello che pensa tutta l'Italia. L'allena�tore della Nazionale non può maltrattare idomirìoni che rac�colgono l'amore della gente. Totti e Del Piero sono gli unici capaci di unificare il Paese». Lo dice proprio Lei, ohe deve la sua fortuna all'eter�na rissa Nord-Sud? Mi sba�glio o il nordico incavolato e il meridionale piagnone li ha creati il suo Processo, anche prima di Lerner e di -Santoro? «Appunto. Ma durante il cam�pionato e gli scontri asperrimi tra gli squadroni del Nord e le Romane. Ora c'è la Nazionale, e solo Tolti e Del Piero possono restituire all'Italia un sentimen�to patriottardo». Ma perché? «Mi spiego. Se vinciamo con un gol di Del Piero, il tifoso romani�sta esulta. E lo stesso fa quello juventino, se U gol lo segna Totti. Se invece perdiamo con uno dei due in panchina o, peggio, schierato solo negli ulti�mi minuti come Rivera in Messi�co, sicuro che finisce a pomodo�ri!». Sta sobillando la piazza? «Me l'ha chiesto anche il mio vecchio amico Pietro Garìnei. E io gli ho risposto che non m'in�vento niente: se perdiamo con Del Piero fuori squadra, qui succede la fine del mondo! ». E se invece perdiamo con entrambi in campo? «Bravo, è proprio li il colpo di genio! In quel modo non succe�de niente. Tutti tranquilli E il Paese è salvo. Ma sa perché Zoff non fa giocare Totti e Del Piero insieme? Perché se poi l'Italia vince, hanno vinto loro, i gam�bioni, e non lui, l'allenatore». Sono accuse durissime e anche asperrime. Che gli italiani girano sempre tul citt�e mal su stessi. Lei, per esempio, nella sua pro�fessione ha sempre fatto giocare i talenti? «Certamente, io non ho gelosie. Amo i fuoriclasse. Basta vedere gli ospiti delie mie trasmissioni. Andreotti, la Pivetti...» ... Mosca, Menicucci. «Ognuno incarna un prototipo di italiano. Mosca è il tifoso viscerale, sanguigno. Poi ne ab�biamo altri, più delicati e dialet�tici». E Menicucci chi incarna: Pieraccioni? «Lui rappresenta l'opposizio�ne». Potrebbe imprestarlo al�l'Ulivo per ranno prossi�mo. Ma veniamo alle tele�cronache: come mai i gover�ni passano e Pizzul no? «Perone il codice Rai fa del giornalista un impiegato. Non c'è meritocrazia. Pizzul resterà li fino alla pensione. E dopo se ne dovrà andare comunque, anche se fosse il più bravo. E i successori? «Manca il fuoriclasse dal guizzo Aldo Biscardi ti prepara a commentare al «Processo» il risultato degli azzurri e spieg» cosi l'incompatibilità Totti-Del Piero: 'Se l'Italia vincesse eoo entrambi in campo, non sarebbe il successo di Zoff. ma dei giocatori. E II et vuole evitarlo. Ma se perde con uno dei due fuori, succedo la fina del mondo» perentorio. Non lo vogliono ne�anche li. Questi sbagliano poco, ma non emozionano mai». E le "seconde voci", i com�mentatori tecnici? «Mi danno fastidio. Sempre li a dire "bisogna fare così, bisogna giocare cosà" e non raccontano mai quel che succede davvero». Mai pensato di farlo lei, il telecronista? «Dovrei fare corsi di dizione per la mia dialettalità. Lagiende ha diritto di capire cosa dico». Mi illumini, Biscardi. Per�ché ogni sera io e tanti altri ci sintonizziamo di nasco�sto sul suo Processo, vergo�gnandoci come ladri, ma in preda a una pulsione irresi�stibile? E' una malattia gra�ve? O ò Lei che ci ha fatto una fattura? «La ragione la spiegò Andreotti. Il Progtesso, disse, e una somma stupefacente di parzialità». Non si sente mai in deficit di retorica? «Andrebbe rivalutata, la retori�ca. I giocatori che non cantano l'inno nazionale, per esempio. Una vergogna. L'inno potrebbe essere un collant per dimentica�re i veleni del campionato». Chi vince stasera? Di pan�cia. «Purtroppo la pancia dice Olan�da. L'Italia ò troppo incompiu�ta. Se però vinciamo, vuol dire che Zoff è riuscito, eroigamen de, a debellare un nemico indo�mito e straripante che pur favo�rito dal pronostico nulla ha potuto contro...». «Se andiamo in finale ho già pronto l'elogio di Zoff; se perdiamo, allora viva Sacchi! Tott�e Del Piero insieme se no è la fine del mondo»

Luoghi citati: Amsterdam, Italia, Mosca, Olanda