Antisemiti, i nuovi benpensanti

Antisemiti, i nuovi benpensanti L'«affaire Camus» scuote la Francia: e qualcuno vorrebbe far passare per conformisti i nemici del razzismo Antisemiti, i nuovi benpensanti Da alcune settimane tiene banco in Francia la polemica su un libro (fi Renaod Camus, La campagne de frooce (Fayard)ritirato dal commercio per alani passi anti�semiti (ne ha parlato su queste pagine Alain Elkana il I * giugno). Nel dibattito interviene lo scritto�re e opmionKta Philippe SoHer», Philippe Sollers LA società francese si trasfor�ma cosi rapidamente che dò suscita due generi di discorsi: uno negativo, melanconico irrita�to, l'altro positivo servile. D XXI secolo vedrà forse la sparizione di una nazione, di un popolo, di una tradizione secolare, d'un insieme di valori fondamentali? Sì, ripetono gli uni in tutte le salse, è terribile, angosciante, ri�vo tante, insop�portabile. No, dicono gli altri, la Francia globa�lizzata si trove�rà in corsa nel�l'Europa rein�ventata e tulio andrà per il me�glio nel migliore dei mercati fi�nanziari jxassibili. Tra questi due sermoni, regna il dubbio, la memoria esita, le ruminazioni pos�sono cambiare da un giorno all'al�tro, passando dal grigio moroso al rosa furtivo. E' questo stato transitorio che bisogna comprendere. E quando esplode ad esempio quel che si è convenuto d�chiamare «l'affaire Camus», la cosa migliore e analizza�re i sintomi che esso scatena. Qual�cosa si turba, si difende, titubante, s�agita ciecamente, si contraddice, prolesta, accusa e toma nella confu�sione. Che fare? Negare l'evidenza? Vestirla di considerazioni uccellesche? Oppure: un'opinione pubbli�ca infarcita d�vecchio antisemiti�smo rancido è rigorosamente con�dannabile o no? Lo è, ed è più che strano il fatto che bisogna ricordarlo. Lo è in modo completamente diverso che nelle epoche precedenti la seconda guerra mondiiale e la Shoah, ed è per questo che la datazione slorica precisa è qui della massima impor�tanza. No, non s�tratta di Hitler o di Celine; no, rantisemitismo non è «senza età*, come vorrebbero alcu�ni («Allora vorreste vietare II mer�cante di Venezia di Shakespea�re?»). No, qui non si tratta di uno sgradevole dettaglio da espungere, una sbandala verbale secondaria, un passo falso senza conseguenze. Denunciare per nome e cognome un gruppo di giornalisti ebrei par�lando alla radio pubblica, rattristar�si del fallo che la cultura «di stirpe» sia per loro incomprensibile cos'è, se non vichismo puro? Perché allo�ra far tanto mmore sul fenomeno Haider in Austria e trovar subito mille pretósti per gridare alla censu�ra a Parigi? Decisamente, la Franda ammuf�fita è assai conveniente. Essa non tiene a ricordarsi di dò che ossessio�na ancora �suoi muri mal ridipìnti. Voi sognale, ci si dice, ii pelainismo non esìste più, Drumont, Maurras, l'Action frangaise, tutto do è superato, siete voi che avete bisogno di evocarli per mettervi artificialmente in posa da contesta�tore, voi e quegli intellettuali-poli�ziotti della Franda che si dice pensante ma che non è in realtà altro che la Francia dei maestri del momento (quale sarà il prossimo momento?), quella del pensiero uni�co, dittaioriale, pseudo-sovversio�ne incoraggiala, polvere morale negli occhi su uno sfondo di decom�posizione festiva accelerala. Non siamo mai stali nazisti, noi, come lo spaventoso Celine, solo antisemi�ti moderati di Stato, come nonno e nonna, ma queste sono cose lonta�ne, cancellate, non sono più i nostri spettri. Noi d siamo ricondliad con il nostro passato, e i cattolìd ci irritano con il loro pentitismo, il loro Papa a Gerusalemme, il loro ritomo alla Bibbia e le altre comme�die del genere. Andiamo più lonta�no: questo gentile Camus, alla fine, non è più antisemita delle nostre popolazioni campagnole (dio un cronista), MegUo: «Nel 1940 o 1942 poiché è questo il riferimento implicito in affari del genere qualcosa mi dice che Camus non sarebbe stato dalla parte dei perse�cutori». Questo «qualcosa» è affasdnante. Mettete le vostre piccole dita nelle orecchie, E' chiaro, io non capisco nulla. Combattere il razzismo e l'antise�mitismo, oggi, è «conformismo», Renaud Camus è semplicemente uno «scrittore singolare e strano, mille miglia lontano dallo spirito del francese medio*. Sei tu, là, con Lanzmann, Derrida, Vemant e gli altri sartriani o lacaniani sospetti, che d fai paura. Con la tua sete di politica assoluta votata allo sradica�mento del male. Ti conosciamo: hai scritto di Sade e Celine, sei un provocatore. L'enorme «Shoah* d�Lanzmann? Si vabbe', ok, ma abbia�mo pure il diritto di fare film diversi, lo spettacolo continua, co�munque non potrà monopolizzare quel soggetto per sempre. E poi, ce lo scrivono dall'America: Camus, in realtà, è il successore di Montai�gne, di Saint-Simon, di Chateau�briand, di Voltaire, di Gide (a que�sto proposilo devo dire che Saint-Si�mon e Chateaubriand mi hanno telefonalo sorpresi di essere parago�nati a Gide). Noi siamo per la libertà d'espres�sione, e voi non ci spaventerete con i vostri sondaggi sulla progressione delle idee di estrema destra, o attirando l'attenzione su un recen�te colloquio che vantava la «rivolu�zione culturale dell'identità etni�ca». Esagerate sempre. Parlate con�tinuamente degli autori maledetti per accomodarvi meglio nelle vo�stre posizioni confortevoli, Vabbe', è vero, Celine, Sade, Genet. Artaud, Balaille, Debord non hanno mai preteso di rafforzare le scuole, la famigUa, la nazione ; non sono nem�meno mai stati candidati all'Académie ftancaise (mentre Renaud Ca�mus, lui. lo è), ma cosa prova questo? Vi dico che d siamo riconci�liati, e l'urgenza, ormai, è proprio difendere la scuola, la famiglia, la nazione. La sopravvivenza della cultura e della lingua francese-lo esige. La vostra memoria non è la nostra, è addirittura pericolosa, mentre Camus vuole il bene, è evidente. E' un'ottima cosa che l'omoses�sualità diventi uffidalmente acca�demica. Lo implica il programma, il mercato finanziario; pomo hard da una parte, comportamento im�peccabile dall'altra. Organizzazio�ne del disordine e rispettabilità. Il cattivo pensiero è permesso, e per�ché no, dopo tutto, un antisemiti�smo di buone maniere, molto fran�cese, appena sussurrato, qualche paragrafo in un libro? Se poi saran�no notati, verranno soppressi in un'edizione successiva. An à, scusated, abbiamo letto male il mano�scritto. Ma che atmosfera insoppor�tabile di censura! Appuntamento al prossimo virus integrato. Non l'ave�te notato? Bravo, siete uno spirito libero. Noi siamo dunque per la libertà d'espressione se questa espressio�ne è la più civile e la meno evidente possibile. Noi abbiamo il diritto di pensar male, ci si dice, lasdando intendere che meno s�pensa, me�glio sarà. Ma il Male radicale è appunto l'assenza di pensiero. Pen�sare il Male allontana dal Male, Non pensarvi invece vi ci conduce, in una mortifera banalità. Se Re�naud Camus non fosse innanzi tutto banale, non sarebbe il caso di parlarne tanto. Certo, d si dice ancora, noi abbiamo delle «riserve* su questa sfortunata denuncia de�gli ebrei. Ecco chi è «poco simpati�co*. Ma attenzione, diffidiamo de�gli anacronismi, Camus non è Celi�ne (ancora lui). Cito: «La scrittura di Celine ha il vigore tignoso del�l'amarezza e del disgusto. Gli si possono preferire degli stili e dei pensieri meno collerici e atrabUiari». Certo. Ed ecco come il diritto di mal pensare, senza pensar male, diviene poco a poco il nuovo benpensìero. Sarebbe ora di accorgerse�ne. Copyright P. Sollers-Le Monde Il caso dello scrittore che ha attaccato alla radio un gruppo di giornalisti ebrei: non è un passo falso senza comeguenze La pagina che Lo Stampo ha dedicato alla polemica sullo scrittore francese Rcnaud Camus (nella foto sulla destra»). In basso Philippe Sollers

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