Una vita da serbi in Kosovo

Una vita da serbi in Kosovo Una vita da serbi in Kosovo APec tra la minoranza che vive nel terrore Vincenzo Tessandon invialoTPEC L'armonia rara del grande prato davanti all'ospedale è interrotta da tre corte di caramelle e due pacchet�ti vuoti di Marlboro light. Non d sarebbe da stupirsi: come l'Albania, pure il Kosovo rischia di diventare una grande diacarica a cielo aperto. Ma qui, almeno jKir il momento, e diverso, qui regna l'ordini;, ognuno ha un compito e quello d�Slobodan, 5(1 anni, e di tenere pulito il verde, come quello d�Dejan, 59, e d�spingere le lettighe. Oggi i due sono scomporsi, c'è tensione, in città, e loro che sono serbi, lo sanno di essere a rischio, anche se non han�no niente d�cui doversi vergognare. Del resto, non lasciano mai il recin�to dell'ospedale, il fatto è che a, di.srxnU) aeU'impegno dei militari italiani, dei rappresentanti delle Nozioni Unite e di quello degli uomini di buono volontà, li; ferite profondi; aperta dolio guerra in questa che fu In zona più tormenta�ta o ridosso dello frontiera albane�se, diflkilmenie si rimargineranno, l)o|M) aver rischiato il collasso in un balcanico disordine, l'ospedale di l'ejo, l'ec ix.'r i serbi, oggi è rimesso a nuovo, ecl e ben visibili; la solerzia dello «Missione Arcoboleno-geslione fondi privoli». Come altrove, del resto, ixjrdié nessuno si o risparmia�to Non è più guerra, ma e diUicile definirla pace. «Sappiamo che ci son tnip|K; jugoslavi; ollorno ol Kosovo a in Montenegro; ufficial�mente Impegnate in esercitazioni», uvvurte il generale Domenico Villonì, conianaanle dello brigato italia�no di Peja. Non è il problema più urgente, oro e Indlspeosablle tentar di trosfomiure questo stato di ordi�naria follia in una situazione «norvari tirano d�lungo e fanno la loro compagna elettorale, «in modo civi�le», ossicura Ibrahim Kelmendi, edi�tore e direttore di «Giubileo 2000», l'ultimo nato fra i quotidiani di Poja, Ma anche sugli aggettivi occor�re intendersi perche s�parla d�pressioni, inliniidazioni, attantali. I partiti sono 22, quelli presenti in 29 su 30 opstìne, municipalità, sono il Ldk, l'alleanza democratica che fa capo a Ibrahim Rugova, e l'Aak, l'Alleanza per l'avvenire del Koso�vo, di Ramush Haradinaj, ex del�l'Uck, l'esercito di liberazione del Kosovo, dipìnto come uno assai spregiudicato. E c'è una terza forza, il Pdk di Hashim Thacì, lui pure ex-Uck. Secondo �sondaggi sarebbe favorito il grupjpo di Rugova che godrebbe di un favore fra il 50 e il 60 per cento con l'Aak attestato sul 30 mentre Thac�vien dato per spaedato. I serbi? Come non esistes�sero. Il cono d'ombra dell'Uck si allunga ancora inquietante. E' vero che i suoi militanti hanno deposto le armi, ma nessuno s�fida e son siati scoperti numerosi arsenali clandestini. Sia come sia, uffidolmentc 5 mila ex Uck s�sono trasferi�ti nel Tmlc, un corpo di Protezione civile, 2 mila in servizio e pagali dall'Unmik fra i 300 e i 700 marchi al mese, e 3 mila di riserva. Non è guerra, dunque, ma non è ancora pace. In un anno ci sono slati 600 omicidi, con le vittime equamente divìse, 400 «desaparecidos», 1500 incendi dolosi. Cifre che, natural�mente, impressionano, anche se da Belgrado vedono le cose sotto uno luce peggiore perché, sostengono, �morti ammazzati sarebbe 3 mila e 40 mila le case brudate. Le armi, l'odio. Le fosse comuni. «Non d può essere perdono mentre ancora si scava», na detto Bernard Kouchner, amministratore delle Nazioni Unite per il Kosovo. Eppoi, le mine le trappole più vili che l'uomo abbia inventalo. Siamo lontani dall'averne liberato questa terra. Sarebbero 41 mila, nella regione, ne sono stale trovate 4 mila. Nella zona di Cerovik d sono gli italiani di Intersos, legali ad Arcobaleno. Alfieri Fonta�na, 49 anni, di Bari, è il responsabi�le: lui le mine le costruiva nella sua Tecnovar, poi si è pentito. Paolo Simeone, 28, ex sergente del San Marco, cinque anni nella Legione straniera, è colui che aggredisce gli ordigni e l�rende innocui. Guada�gna fra gli 8 e i 12 milioni al mese, aspira a una Bmw e a un'Harley Davidson ma, assicura, lo fa soprat�tutto per «un fatto d�coscienza». mole». All'arrivo dolio truppe Nolo c'orano 150 serbi, eppure prima erono 15 forse 20 inilo su 400 mila abitonli. Gli albono-kosovori son quasi tutti tornati e i serbi forse son .'} milo: sjx.'sso scivolano di notte e si rifugiano in certa «isole» che gli albanesi ogni tanto attaccano: il villaggio di Gorazhdvoc, dove sareb�bero UH migliaio, i 40 asserragliati nel Patriarcato, i 30 di Decan, i 7 nello chioso di Gjakova. E gli altri, nascosti chissà dove. Il fatto è che nessun serlxj ha il diritlo a cammi�nare |x)r la strada e per pi sixj.stamontl vengono impiegati i blindati italiani. Com'è successo per il grup�po di giornalisti arrivali l'altro gior�no da Belgrado. Non c'è niente di sicuro. Alain Le Boy, rappresentan�te doll'Uninik, l'antnunistrazione delle Nozioni Unite, un francese atletico che pare il sosia dei celebre calciatore olandese Buud Krol, so�stiene che i conti del generali; iloliano siano sboglioli e che il numero dei serbi, ofjgi, non sui)eri i 1500. Uno polemica con il sorriso sulle labbra, ma aspra, perché in gioco c'è lo n.^olarita delle elezioni omininistrotive, che si svolgeranno, assi�curo, il 21 di ottobre. Occorre ricostruirt; l'intero tessuto, sopere in quanti andranno alle urne e per questo, dice, «obbiomo cominciato la registrazione degli abitanti due mesi lo e finora ne abbiamo contati 1.30 mila, siamo circa a mela stra�da». Al voto sono ammessi i diciot�tenni ma vengono catalogati tutti quelli con più d�10 anni. «Ci sono stati 4 milo casi chiamiamoli dubbi, lo metà è risolta». Mo non lo è il nodo dei serbi: «Per il moniento ne sano stali registrati solo poche doz�zine». E le difficoltà sono aumenta�te dallo posizione di Belgrado: se�condo Le Roy a Mitrovica, divìsa in due, «�serbi ricevono soldi da Mìlosevic per non farsi registrare». Per�ché? Perché è la liigiilimità del volo ad esser conlestata.Gl�albano-kosoNon è più guerra ma non è ancora pace La città funziona grazie al paziente lavoro degli uomini della Missione Arcobaleno Il francese Kouchner rappresentante dell'Onuin Kosovo e nella foto grande militari italiani del contingente di pace a Pec