IL RITORNO DI CHUNG

IL RITORNO DI CHUNG CONCERTI RAI IL RITORNO DI CHUNG Dirigerà la Sinfonia n.5 di Mahler Mazzola per Copland e Gershwin ASOLI tre mesi dalla sua prima apparizione sul podio dell'Orchestra Sinfonica Na�zionale della Rai, Myung-Whun Chung si ripresenta nell'Audito�rium Giovanni Agnelli del Lingot�to per il quarto concerto delle Serate Musicali di Primavera, in programma venerd�23 giugno alle 20,30. Il direttore coreano deve esse�re rimasto ben soddisfatto di questa compagine musicale, se ha accettato di guidarla dopo cos�poco tempo e per di più m una pagina decisamente complessa e problematica: la «Sinfonia n. 5 in do diesis minore» di Gustav Mahler. Terminato nel 1902, questo lavoro segna il ritomo di Mahler all'organico esclusivamente stru�mentale, dopo gli apporti vocali della Seconda, della Terza e della Quarta. La suddivisione della partitu�ra è in cinque tempi. Il primo è ima sorprendente Marcia fune�bre, tenuta costantemente sul crinale fra il tragico e il grotte�sco; vi si esprimono varie idee, che trovano ulteriore espansione nel successivo tempo «Impetuosa�mente mosso e con la massima forza». Segue uno «Scherzo» dalle mo�venze di danza, nel quale spicca soprattutto l'impegno sohstico del primo corno. Ecco poi l'Adagietto, una cele�bre parentesi di raccoglimento lirico riservata agli arem, con la sola eccezione di un'arpa chiama�ta a punteggiare con delicatezza l'emozionante pagina. Sullo spe�gnersi dell'ultimo accordo dell'Adagietto si staglia un richiamo di corno, che rompe l'incanto segnando il ritorno alla realtà: è l'avvio del Rondò che, dopo uno svolgimento condotto con rara perizia tecnica, sfocia nel festan�te parossismo del grandioso fina�le. Ma non è questo l'unico appun�tamento musicale della Rai nei prossimi giorni. Mercoled�28, sempre alle 20,30 e ovviamente al Lingotto, il calendario ci porta in America, con una proposta che accomuna George Gershwin e Aaron Copland. La bacchetta è quella dello spagnolo Enrlque Mazzola, già co�nosciuto a Torino (ha diretto per il Teatro Regio); a lui si affianca il pianista Frangois-Joel Thiollier. L'abbinamento è richiesto per l'esecuzione del «Concerto in fa» di Gershwin. E' questa una pagi�na alla quale la critica non ha risparmiato riserve sotto il profi�lo dell'invenzione: riserve discu�tibili, anche se certamente nulla di nuovo compare qui sotto il sole. Però il senso infallibile del ritmo, legato ad una serie di temi rimasti giustamente nella memo�ria del pubblico, ne ha segnato legittimamente la fortuna. Di gran lunga più popolare è comunque «Un americano a Pari�gi», scritto nel 1928, che conclu�derà in bellezza la serata. Confi�gurabile come un vero poema sinfonico senza soluzione di con�tinuità, esso richiama con saga�cia tecnica e espressiva sia l'atmo�sfera di una vivacissima metropo�li degli States sia quella seducen�te «joie de vivre» che ha conferito immortale fama alla capitale francese. La fantasia di Gershwin qui è a dir poco sbrigliata, incontenibi�le. L'ampia orchestra è trattata secondo i canoni del sinfonismo europeo, non senza qualche un�ghiata modernista come l'utiliz�zo di clacson d'automobile (peral�tro già previsti in partitura, ben dieci anni prima, da Pucciui nel «Tabarro»). In mezzo a queste due note opere gershwiniane, starà beno�ne il «Rodeo» di Aaron Copland. Vera colonna della musica ameri�cana, Copland si fece adeguata�mente le ossa perfezionandosi a Parigi con Nadia Boulanger. «Ro�deo» è una suite dall'omonimo balletto che, come suggerisce il titolo, riconduce al mito del Far West: dopo una introduzione dal titolo «Bucharoo Holiday». è pre�visto un tempo lento («Corrai Noctume»), e quindi il popolareg�giante «Saturday Night Waltz»; la chiusura è lasciata alle moven�ze di quadriglia di «Hoe Down». Leonardo Osella Enrique. Mazzola alle prore

Luoghi citati: America, Parigi, Torino