Longobardi

Longobardi Longobardi La radice dell'identità italiana LA NfOSTRA DELLA SETTIMANA Marco Rosei RICORDATE l-rmengarda con le sue trecce morbi�de e l'affannoso petto? Jacques Le Goff, presidente deli omitato scientifico e legittimo grand patron di questa colossale mo�stra longobarda (513 opere di ogni tecnico e materia. 61 musei esteri e HA italiani prestatorìl, é dissacran�te al limite del brutale ncll'iniroduzione all'imponente catalogo Skira; «utilizzo .il--: rante del Manzo ni, mll Ami. hi del personaggio di Ermongardai li puqto diriraenifl e che la figlia di Desiderio, ultimo ro Longobardo nel suo feudi; ducale di Brescia, e della regina Ansa, fondatrice di-i niunasu'H) femminile di S. Salvato�re intitolalo poi n s Giulia, dopo il ripudio di Carlo re dei Franclii ebbe dt'gnissimu accoglienza in i nel monastero da parte della ba( issa, la sorella Anselperga, e vi fu sepolta. Forse in uno di quei sarcoLA NfDESETTMarc fagi romani provenienti probabil�mente da Ravenna le cui lastre, riti ovate negli scavi di S. Salvalo! i degli anni 1980decisivi per riferire la chiesa attuale alla fondazione di Desiderio e Ansa, sono conservate ivi Museo della Citta in S.Giulia, inauguralo l'anno scorso. I marmi n'impiegali, di piena civiltà roma�na costantinopolitana del IIMV seinlo, con VAhìazonamachia e le '/Ve (.'rit/ie. sono inseriti .i pieno titolo nel peri orso finale della mo�slra. i-osi come la chiesa stessa di ,s Salvatore. 11 suo impianio, i suoi capitelli a cestello, ii fantastico intreccio degli stinchi nei sum.u chi delle navutelle ricomposti e ricollocati nel restauro parlano al�l'unisono ii linguaggio bizantino ravennate i-i chiesa restaurata i rullerò complesso di S Giulia, cer�tamente il più straordinario e affa sonante recupero museali' degli STRA A ANA Rosei ultimi decenni, sono ii fondamento primo delI affermazione di Le i.ut!, ribalianicil mito dell'ultima invasione i barbarìi ai affossati i ce dell'Italia romana in un deserto ih «atri muscosi» e di «fori ca�denti»; «Nel campo dell'arte, della cultura scritta, del diritto, i Longo�bardi insediati in diverse pam importanti d'Italia, al Nord ma anche al centro ISpoletol e .ii Sud (Beneventol hanno in parie salva�lo proseguito e rinnovato pezzi imeri dell Antichità romana classii aepostclassica». In sostanza i Longobardi, da guerrieri conquistatori a instauratori, attiaverso la iasione con le culture launu e bizantina, delle primo identica regionali italiane, e (i.i ariani a cattolici fondatori, suprattutto atiraverso le Ioni regine, da Teodolinda ad Ansa, d�florenii e ricche comunità monastiche, si rivelano e sono rivelati dalla inostra alla radice doll'ideniità italiaii. E, (iupn e al di la della dissolu�zione dei regno anche del futuro carolingio, donde l'intilolazionc II futuro dei Longobardi l-t mostra si inserisce infatti nel circuito euro�peo, da Paderborn a Spalalo, da York a Barcellona, ini iiolato a Cor lo Magno e la creazione deìtEuro pa I! che non significa smentire d'i tutto l'inunagine tradizionale degli originari guerrieri calati dalla Pannonia, evocati all'inizio con grande suggestiono dalle inunagini tridimensionali olografiche in Sic reovision. Questa civiltà aristocratica di cavalieri concentrava la sua ric�chezza di oro. di argento, di rame dorato e argentato nel vasellaiiie da tavola e negli ornamenti corpo�rei delle fìbule, delle placche per cintura, delle crocette stampigliate (stupenda lineila con pietre dure «del dui .t Gisulfo» trovala a ( lividalel'e in e uelli da sella o applicati allo scino o all'amia personale, come il pugnale di ferro della nei ropoli di Castel Trosino. La evocano all'inizio ai nostri occhi gli arredi tombali, accanto a anelli femminili con le loro colla .e di ametiste, paste vitree, pendenti doro Culmi�ni di questa fase originaria sono il grande piatto d'argento di Castelvecchio a Verona, da Isola Rizza, mn al centro il guerriero a cavallo, con ia stessa corazza ed elmo che ricompaiono nella Lamina di Agi lulfo, incoronato nel 590, in bri mzo sbalzalo e doralo del Bargello .i Firenze già espili ito frutto dell'in' control onta cultura lardoclassicabizantina. l)a qui in avanti, ta moslra, con grande ricchezza iti sussidi multi�mediali e virtuali, segue gli slanziamenii longobardi, dai monasteri come In Novalesa e Muntecassino con i loro reliquiari e stupendi codici miniali, alle città ducali, Pavia, Milano, Verona, Cividale, Spoleto, con ii l'ascino misterioso della romanità (replicata^ del Tenipietto del Clitumno, tale da ingan�naliFrancesco di Giorgio Martini, Antonio d.i Sangallo. il Palladio, presenti con ilono disegni. Infine Benevento, sopravvissu�ta alla caduta del regno con Arechi, è preseme con i frammenti di affreschi dal grande S. Vincenzo al Volturno Dalle lasirmarmorei con il simbolo ravennate frequen�tissimo del pavone, eccellenti in quelle pavesi da S. Maria Toedote a in queUa del Museo di s Giulia, ai dittici d'avorio emerge una slraoi dinaria«coinè»di ii onografiodei o rative barbariche, di memorie classiche e di influssi bizantini In un alfasiin.int'confronto coevo con l'Occidente latino e con l'Oriente preiconoclastico sfilano 1 frammenti di mosaici romani dell' VI11-1X secolo e, da Kiev, tre icone da S, Caterina sul Sinai del Vl-Vll secolo.di incredibile espressioni�smo tardoclassico LA GRANDE RASSEGNA DI BRESCIA RIBALTA IL LUOGO COMUNE MANZONIANO DEGLI ULTIMI BARBARI, MOSTRANDO UNA CIVILTÀ' ARISTOCRATICA CAPACE DI DIALOGARE CON LA CLASSICITÀ ROMANA M M r i. Particolare dalla cintura «Arcise. tomba 2», VII secolo, dal Museo Archeologico Nazionale di Chiusi Il futuro dei Loncjohaidi Biescid, Museo di Santa Giulia Oiaiiomai domIO 20(veii W2!.) lino al 1CJ novembre

Persone citate: Carlo Re, Cividale, Giorgio Martini, Jacques Le Goff, Longo, Longobardo, Spoleto