Un amore irlandese riscatta a sgangherata Italia di Mazzantini di Bruno Quaranta

Un amore irlandese riscatta a sgangherata Italia di Mazzantini Un amore irlandese riscatta a sgangherata Italia di Mazzantini RECENSIONE Bruno Quaranta NON si adombri, Carlo Mazzanti�ni. per l'esclu�sione dal Cam�piello. Cerchi nella commedia goldoniana la battuta jier uscire «lelterariamenle» di scena: «Perdere a me il rispetta? Meglio è ch'io vado via di questa casa» In lasca un nobile, quasi riuscito romanzo {cosi affolla�to, cosi popolato di caratteri, cosi generoso, si: cosi eccessi voi: «Ognu�no ha tanta storia». Dopo «A cenar la bella morte», l'epopea mai imnfia dei ragazzi di Salo, pura come uno slancio adolescenziale, ecco un'au�tobiografia d'Italia, da Garibaldi al dopoguerra, quale filo condulloru una storia d'amore felice, felicissi�ma: «Siamo riusciti a ritrovare ogni sera la nostra capacità di guardare il mondo ouf oftlw eyes o/a lainf or out of a drunkards eyes, con gli occhi di un santo o quelli di un ubriaco». In fuga con i versi di Yeats da un «modo di pensare rancoroso, ragionante, razionale». A lei. a Oona. eco nitida della RECENBrQua IONE no nta moglie irlandesi!, l'io narrante racconta in una Parigi hemingwayana, dolcemente e irrequielamonle evoca�ta, quando eravamo mollo poveri e molto felici, la sua arciinboldesca famìglia, gonfia di umori, odori, sapori, illusioni, stravaganze. Il filo genealogico s�dipana tra un abbraccio e un estasi, tra bifteck e pommes frites e le Marche des Ha les. Una scheggia, le Halles, della Storia che, montalianamenle, »e un marche auxpuces» Nel dotuestico alveo, Carlo Maz�zantini attinge e attinge ancora, chiama a raccolta ombre su ombre, non poche sapìenleinonte sbalzate. Come lo zìo Arnaldo, sedotto dal progetto di una summa «dell'era die andava chiudendosi», a cui tut�to immolerà, financo il malrimonìo. Come l'avo Alceste, che forse si battè a Mentana o forse no. Come il professor Giosafat. un iniperaiivo su tutti: fare gli italiani, nutrendoli d�classici. (Morirà in casa, il nonno, come s�moriva una volta, «nella trama di vita della famìglia e della continuità d�essa»l. Mazzantini uiiraversa con passo quasi mai claudicante le stagioni, svelle Porta Pia e scende nelle trin�cee della Crande Guerra, si cala nel Ventennio smascherando la metafo�ra del «consenso» l«Nii, no, proprio convinti, rapiti, una vera kermesse una fanfaronata nazionale, una grande sbornia a comunella», il fascismo (culmine di una vicenda nazionale, di un imxlo rii essere, nostro, assolutamente nostroil, ri�vede il tragico film del '43 (He in fuga, 25 luglio, esercito in rotta), restaura la vergogna che provarono i diciottenni d�allora, riscattata indossando lu divisa partigiana o imboccando la strada di Salo. Oui. sul Garda, fini Mazzantini, non sospinto dall'ideologia, ma dal copione toccatogli in sorte (Non e la stessa cosa imbattersi in un'inse�gnante che in Dante legge l'annun�cio del Dure o in un Augusto Monti, custode d�un Dante «civile», mae�stro di liberta Già: chi furono �tuoi maggiori?!. Poi i roveti ardenti si spensero. Restò la fredda, stanca cenere della verità di Camus («Moi j'en ai assez di» gens qui nieurent ixmr une idée») Restò, in iwrlicolare. salvifi co. il raro amore di lei, di Oona. la sua mai coirotla. irlandese prr-messu : «Tà gra agam ort. Alanna» (il mio amore e sopra di te, sempre li avvilupperà, illuminerà, difende�rai. «Ognuno ha tanta storia»: da Porta Pia al Ventennio, alla vergogna del '43. Filo conduttore una vicenda sentimentale e* ,i" M» t"* ,,i" i."'^,,.' "" ri* i^'M ** Carlo Mazzantini Ognuno ha tanta storia Marsilio, pp 284, L. 28.000 ROMANZO

Luoghi citati: Italia, Marche, Mentana, Parigi