Tra natura e cultura, com'è complesso costruire l'uomo

Tra natura e cultura, com'è complesso costruire l'uomo Tra natura e cultura, com'è complesso costruire l'uomo «Prima lezjone di antropologia» di Francesco Remotti: riti di iniziazione, disegni, incisioni, piercing e altre pratiche del corpo RECENSIONE Marco Aimc A medicina, la biologia, la storia, la critica letteraria, la mm storia dell'arte e altre discipli�ne si occupano dell'uomo nelle sue varie espressioni cliniche, fisi�che o creative. Perché allora l'anlro[jologia, il cui slesso nome tradisce la velleità di esprimere «lo studio dell'uomo», dovrebbe arrogarsi ta�le titolo? E' questa la prima doman�da che si pone (e che ci (ione) Francesco Remolli nel suo ultimo libro Prima lezione di antropolu già, un lesto profondo, estrema�mente chiaro a cui non mancano verve ed elementi di curiosila Una delle risposte è che l'antropologia e un sapere di frontiera e, come tulli gli esseri di frontiera, un po' imba�stardito. Cos'è infalli che differen�zia il sapere antropologico daf.li altri saperi? O come ironicamente dice l'autore un neurologo da un «nuerologo», alludendo al celebre antropologo britannico E. E. EvansPritchard, studioso dei nuer. una popolazione sudanese di allevato�ri? E' il suo muoversi in spazi estemi. In fondo tulli gli sludi sull'uomo, e parliamo in particola�re delle scienze occidenla i, si basa�no su un certo paradigma dell'uo�mo e molano altomo a esso. Kisulta estremamente economico non ixjrrc in discussione una determi�nata immagine dell'uomo. Cosi le scienze finiscono per agire all'inter�no di questo paradigma, rafforzan�do l'immagine di partenza. Al con�trario l'antropologia culturale, pur essendo conscia di non potere giun�gere a una conoscenza completa dell'umanità, va «verso e oltre i confini di forme di umanità partico�lari, e uali sono quelle modellale da singo e tradizioni culturali, per co�noscere altre forme, allre tradizio�ni». A queste forme di umanità Kemolli ha dedicato e dedica molla jll'" attenzione. Sua è la prospettiva «antropoietica», secondo la quale ogni società dà forma all'uomo, lo forgia, lo modella per farne un essere culturale e sociale. La costru�zione dell'uomo avviene attraverso riti di iniziazione, disegni, incisioni e allre pratiche del corpo che diven�ta cos�sempre di più un'espressio�ne di cultura e non un fallo natura�le. Nessuna popolazione lascia il proprio corpo cosi come è. Ecco il primo segno di quell'incompletez�za spesso evocala da Remolli. L'uo�mo di perse e un animale incomple�to, a differenza degli animali non funziona cosi come è. Occorre per�tanto completare 1 opera della natu�ra con una vera e propria costruzio�ne culturale. Queste pratiche del corpo sono tutt'altro che un retag�gio tribùle di gruppi estinti o in via di estinzione. Appartengono quan�to mai alla nostra epoca. Remotti può apparire disamianle quando mette in luce come anche il lavarsi e il pettinarsi siano operazioni «con�tro la natura», per non parlare poi di body building, tatuaggi, piercing e chimrgia plastica. Ma lo sforzo degli uomini per essere meno «naturali» non termi�na con le varie operazioni di uma�nizzazione. Il cammino dell'autore attraverso le culture allre porta a identificare la necessità di ogni gruppo di confrontarsi con altri gruppi per trarre la linfa necessa�ria ad a imentare la propria identi�tà. I Lese e gli Efe sono due gruppi che abitano nella regione dell'Iluri (Congo nord-orienialel. Coltivatori i primi, tendono a denigrare conlinuamente i secondi, che sono cac�ciatori, considerandoli una sorta di esseri subumani e pertanto inferio�ri. Tra i due gruppi esistono però intense forme di scambio, spesso un individuo appartenente a un ',rup X) adotta il sistema di parentea de suo partner, gli Efe fornisco�no prestazioni rituali ai Lese e questi considerano migliori le don�ne efe. Ecco allora che, dietro al manifestato disprezzo, si rivela una complementarità necessaria. «La vita senza gli Efe? La vita senza gli Efe è,male. Siamo slati insieme per mollo tempo» afferma un'anziana donna lese, mettendo in luce quell'inconipleiezza atte�nuata dall'altro, dal diverso di cui ci nutriamo quotidianamente. Cosi l'uomo sopperisce a questa incompletezza dando vita a culture e umanità diverse tra di loro. Esi�stono però delle matrici originarie comuni alle diverse culture? A questa annosa domanda antropolo�gi del passalo e in particolare Clau�de Lévi-Strauss hanno tentato di clan; risixisla, spingendosi a cerca�re nei meandri più reconditi della mente umana alla ricerca delle strutture universali. Oggi gli antro�pologi hanno abbandonalo questa pretesa e proprio in questo, dice Remotti, sta la forza dell'antropolo�gia: nella sua incompletezza. Nel suo essere cosciente che le culture sono sempre in continuo divenire, e pertanto: «Fino e che esistono esseri umani, i quali attraverso le loro culture e le loro società elabo�rano fomie ili umanità, un'antropo�logia di questo tipo traverà sempre terreno teitile: avrà sempre nuovi confini da esplorare, allre forme di umanità da aggiungere a quanto già acquisito su questo piano». Fi.incesco Remotti Prima lezione di antropologia Laterza, pp. 176,L 15 000 SAGGISTICA

Persone citate: E. Evans- Pritchard, Francesco Remotti, Remotti, Strauss

Luoghi citati: Congo