« La mia fabbrica di Nobel»

« La mia fabbrica di Nobel» « La mia fabbrica di Nobel» Sorta: ho lanciato Gordimer e Saramago Alain Elkann Professor Giuliano Soria, lei ha creato il Premio Grinzane Cavour nel 1082. Qual è stato lo spun�to? «11 mondo accademico è un modo elitario poco divulgativo. Il Grinzane ha voluto superare quesito ostacolo, servendosi di giovani studenti». Cos'è il Premio Grinzane Cavour? it La sua idea vincente è quella d�essere una fondazione di servizio por l'immaginario gio�vanile. L'ideu centralo del pre�mio e. prendere atto che c'è uno stacco tra il giovane reale e (lucilo idocle. Da un lato c'è un giovane che si confronta col sesso, col disagio metropolita�no, con la famiglia, con i mecca�nismi della civiltfl dei consumi. Dall'altro c'è un giovano che cerca risposte a questo doman�de nella scuola e non le trova». Risultato? «Il Grinzane ha cercato di esse�re una risposta». In che modo? « Dando voce ad autori giovani ili narrativa italiana o straniera assenti dalla vita scolastica. Ci siamo proposti di far leggere agli studenti questi libri e sta a loro dare il premio. In altre parole, invece di subire le scelte dei professori o del sistema scolastico gli studenti in autono�mia votano e scelgono. E perciò questo è dare spazio ai giovani come punto centrale della lettu�ra e dell'immaginario e dare loro letture più vicine aUa loro realtà». Perché avete scelto il Ca�stello di Grinzane in pro�vincia di Cuneo come vo�stro simbolo? « Il castello evoca la storia d'Italia perché Cavour è stato sindaco del paese a metà del secolo scorso. Poi il castello è libero da ogni implicanza com�merciale o turistica. E' un sim�bolo da additare con un proget�to culturale. C'è infine il fatto che comunque Grinzane evoca una dimensione letteraria for�te, come quella di Pavese o di Fenoglio», Come mai sono nati via via intorno a voi altri castelli? «Perché col tempo il Grinzane è cresciuto e ha coltivato un progetto innovativo sul territo�rio che è il "Parco culturale del Grinzane". Per il momento nel Sud del Piemonte abbiamo re�staurato il castello di CostiglioIc d'Asti, il castello d�Magliano Alfieri che era della fami�glia di Vittorio Alfieri e il castello di Cortanze che e quel�lo dulia lamigliu di un famoso scrittore francese di origini italiane che si chiama Gerard Do Cortanzo». Lei si è anche meritato un ruolo di ambasciatore itine�rante della letteratura ita�liana all'estero, non è ve�ro? « Vorrei dire innanzitutto che il Grinzane ha una sua seziono d�narrativa straniera molto im�portante e da sempre abbiamo premiato scrittori famosi prima ancora elio vincessero, por esempio, il Nobel, come Nadine Gordimer, José Saramago, Gunther Grass, Wolo Soyinka. Per cui questo collegamento tra Ita�lia e estero era già implicito. Il passaggio successivo è stato aprirele giurie scolastiche del Grinzane in città straniere da Buenos Aires a Salamanca, a Parigi, a New York, a Mosca, a Bruxelles, a Praga e di conse�guenza presentare in queste città gli scrittori italiani a que�sti giovani e alle comunità intel�lettuali». Come sono percepiti gli scrittori italiani all'este�ro? « Farei una netta distinzione tra i Paesi latini dove le comunità italiane sono autorevoli e forti, e gli altri Paesi dove la cultura italiana non si avvale di una base linguistica forte*. Per esempio? « In Argentina dove il 50 per cento della popolazione è di orìgine italiana e c'è una gran�dissima voglia di cultura italia�na. In questo tipo di Paese l'Italia ha un vuoto terribile da riempire». Come si fa? « Ilministero degli Esteri, con cui lavoriamo con grande colla�borazione, ò sempre più consa�pevole doU'importanza strategi�ca della cultura e letteratura por rinsaldare il ruolo economi�co dell'Italia, Quello che manca è un investimento decisamente più grande per la promozione delle relazioni culturali. Sugli editori devo dire che sono pochi quelli preoccupati a creare nuo�vi lettori. Il problema centrale non è quello del libro ma della lettura. Un libro senza lettori è un oggetto morto». Perché la narrativa italia�na è ormai quasi sconosciu�ta negli Stati Uniti dove c'è peraltro una forte comuni�tà italiana? «Il problema centrale è queUo di passare tramite una fortissi�ma politica delle traduzioni. In questo momento questa politi�ca è sommaria e confusa». Cosa succede negli altri Pa�esi europei? «In Francia c'è un budget per l'aiuto agli editori stranieri che pubblicano libri francesi e un aiuto molto sostanziale per i traduttori, I mezzi a disposizio�no in Italia sono ancora alta�mente insufficienti. Lo dico no�nostante la buona volontà della divisione Editoria del ministero dei Beni Culturali». Prima Cuba, poi Parigi e Buenos Aires: come sono stati accolti gli scrittori italiani nei vari saloni del libro? «C'è interesse, sicuramente, ver�so la cultura italiana in sé. La letteratura mi sembra uno dei punti deboli in questo segmen�to soprattutto nei Paesi anglo�sassoni. Hanno più fascino il design, la musica e l'arte, ma la letteratura ha un ruolo strategi�co che va rinforzato e sostenu�to». Perché oggi gli intellettuali non si interessano più alla politica? «Credo che ci sia un certo disgu�sto da parte di certi intellettuali a parlare di politica e io faccio parte di quel gruppo di inteUett.uali che sta bene alla larga dalla politica». Perché ha lasciato Torino per Roma? «In mezzo c'è un passaggio da Parigi dove ho un incarico al�l'Unione Latina e quindi il mio passaggio a Roma non è una linea antitetica, ma lo vedo come un ulteriore trampolino di potenziamento deU'attività del Grinzane. Cos'altro può vo�ler di meglio un intellettuale che stare in bilico tra due capita�li culturali come Parigi e Ro�ma?». La domenica dove la tra�scorre? «In Piemonte, perché le redici della mia identità stanno fortis�simamente nel territorio. Del resto se si parla di uno stile Grinzane questo ha una radice molto forte nel luogo». Dunque lei innanzitutto si sente piemontese? «Innanzitutto monferrino. Una sottoclasse del Sud del Piemon�te che è la cassaforte dell'identi�tà culturale deUa regione: Lan�ghe e Monferrato». Le resta dunque poco tem�po per riposarsi? «E il limite di questa vita. Si finisce per dimenticare se stessi per un progetto». U auo ruolo richiede anche doti manageriali, non è ve�ro? «Sì, per fare tutte queste cose bisogna saper trovare risorse e queste risorse vengono soprat�tutto dalla Regione Piemonte, dalla Fondazione Cassa di Ri�sparmio di Torino, dalla città di Alba e dalle grandi firme pie�montesi come la Martini, la Lavazza, la Ferrerò...». E' facile trovare sponsor per far cultura? «Facile mi sembra una parola eccessiva. E' un mestiere duro, ma quando l'istituzione è rico�nosciuta è più facile che non partire da zero». gli questi anni abbiamo premiato scrittori che poi si sono imposti alla ribalta intemazionale fino al riconoscimento più importanter' Saramago o premiato o imposti ale fino al portanter' r i ��CARTA D'IDENGiuliano Siria è nail 20 febbraio del '5Cavour, ideato neintemazionale. DoTrieste, è specialisNel giugno del 199generale dell'Uniodella cultura di 35 Nel '95 arriva la noCinema, incarico cleggere, passeggia CARTA D'IDENTITÀ Giuliano Siria è nato a Cost igiiole d'Asti. il 20 febbraio del '51. Fondatore del Premio Grinzane Cavour, ideato nel 1982 e ormai divenuto evento intemazionale. Docente un.««rsitario all'ateneo di Trieste, è specialista di Letteratura latino-americana. Nel giugno del 1998 viene nominato vicesegretario generale dell'Unione Latina, organizzazione al servizio della cultura di 35 nazioni. Nel '95 arriva la nomina alla presidenza del Museo del Cinema, incarico che lascia nel 1998.1 suoi hobby sono leggere, passeggiare e viaggiare