«Sì al partito unico della sinistra»

«S�al partito unico della sinistra» «S�al partito unico della sinistra» Bobbio e Amendola: un confronto-dibattito ttell'85 segue dalla prima Norberto Bobbio LA lunga risposta di Amendola prenJeva le distanze da quello che oggi si chiama il •sociali�smo reale», o proponeva una via autonoma per il movimento opera�io noi Paesi occidentali, una via ixMi.oriibilc soltanto allravurso l'unilà dei partiti della classe opera�ia perché soltanto in ({uesto modo si sarebbe potuto (lare «un contri�buto 'IPafTermasse noi fatti il nei ossai la rapporto tra socialismo e lihi-nu (la sottolineatura è mia, ma inni a caso), e utilizzasse il patrimonio glorioso accumulato nelle grandi battaglie domocraiiche deir800 o del 900 o l'eredità culturale dello grandi correnti del ponsioro moderno», li puntoculmi nanto doll'articolo im \h dovi: i^li riprendeva la proposta di un pinti io unico della classo operaia ma esprimeva la convinzione che il •.|):i(1il() nUOVO» non potesse esse ir. come .sostenevo io, un parlilo su posizioni socialdemocratiche ma doveva nascere dalla constala/.ione che ontrsmbo lo soluzioni pi oposto poi la classe operaia negli ultimi ciii(|iianl'aiini, quella comu�nista e quella itocialdomocralica, si orano dimostrato valide «al fino di realizzai'una irasluiinazione so�cialista dolio BOCiotk, un mutamen�to del sistema-. Anche qui inutile qualsiasi commento, perche il letto�re ha ,.i.i capilo da sii chi; la proposta di Amcndoln era esalta mentiquella elio per anni, durante la leadership di Ui-rlnijjiiur, si e ( in,miai a la terza via L'ultima irase della mia lotterà sullri loi za e sin principi era eviden�temente provocatorio. Amendola accettando la provocazione rispo�se che in (mosto grande partito unico dolio classe operaia avrebbe ri) dnvuii) trovar posto i comunisti, i sd�lahsii, ed uomini come Bobbio «che rappresentano la continuazio ne della battaglia liberale iniziala da Piero Gobotli». Ma la funziono dei comunisti non avrebbe dovuto essere (niella del «braccio» al servi�zio di una «mente» illuminala. Il rilievo che Amendola aveva dato alla mia lettera Iche nelle mie intenzioni era, ripelo, una lettera privata) e il commento molto Impe�gnativo che ne era seguito non potevano restare senza risposta. Questa volta scrissi a Rinascita una lettera pubblica che apparve nel numero del 2fi novembre inqua�drata in un nuovo articolo di Amen�dola intitolato «Ipotesi sulla rìunifì(azione». Dicevo che ero d'accordo sulla ipotesi della riunificazione ma precisavo che nell'ambito di una Costituzione come la nostra non c'era posto che per un paniti) socialdemocratico o laburista. E aggiungevo: «Non bisogna avere paura delle parole». Del resto, coni inuavo, e sempre meglio una poli�tica socialdemocratica che nessu�na politico, e infatti il non aver mai accettato questa politica, almeno nello dichiarazioni ufficiali, aveva avuto come unica conseguenza quella di aver isolato il panilo comunista. Concludevo, anche que�sta volta con una voluta provoca�zione: «Lo storico che tra 50 anni scriverà la storia di questo venten�nio |,,,| dovrà andare a cercare i documenti della proronda trasfor�mazione della società italiana altro ve che negli archivi del nostro più grande partito operaio». Nella nuova risposta Amendola insisteva sul fatto che il partito unico della classe operaia avrebbe dovuto essere un «partito nuovo», «capace di elaborare una strategia nuova e una politica nuova» e proprio per questo non poteva restare su posizioni social-demo�cratiche (che erano giudicate evi�dentemente posizioni vecchie). Il tema della terza via era presentato con una chiarezza e una forza di convinzione che non lasciava dui) b�di sorta. So il partito nuovo si farò, questa era la conclusione, non sarà pili quello comunista della tradizione (sulla importanza di questa affermazione e Inutile richiamare l'attenzione dei lettori) ma nemmeno quello social-demo�cratico. Sara il partilo della via italiana al socialismo. Quale sia stala la centralità di questo tema nei discorsi e nella azione politica di Berlinguer è nolo. Tale idea era esposta ancora più liberamente e spregiudicatamente in una lettera personale che mi spedi il 18 novembre per dirmi che avrebbe pubblicalo il secondo arti�colo. La trascrivo integralmente: «Caro Bobbio, trovo, tornando da un viaggio elettorale, la tua lettera dell'S novembre. Rinascita pubbli�cherà, naturalmente, la tua rispo�sta, e lo (ara nel prossimo numero, che porterà, credo, la data del 30 novembre Nello stesso numero ci sarà ancora! un mio articolo, che sarà il commento alla tua risposta e di intervento nel dibatti�to generale sull'unita del movimen�to operaio. Si chiuderà in questo modo probabilmente se non ci saranno altri interventi, questa prima fase della discussione svolta su Hinascita. Continuerà, invece, e me lo auguro, attraverso lo sforzo teorico e l'esperienza pratica, la ricerca delle condizioni per la for�mazione di un partito unico della classe operaia che potrà riuscire soltanto su basi nuove. Il difficile compilo che ci spella, a tulli noi, e di trovare una nuova via al sociali�smo, che non sia quella tracciata dalla Riv.loluzione] d'ottobre, e nemmeno quella seguila dalla so�cialdemocrazia. Non ho paura del�le parole, ma del contentilo. Non e un compilo facile trovare una via nuova, ma se non sapremo trovar�la non riusciremo ad andare avan�ti. Mi auguro che questo nosiro dialogo abbia ponilo recare un qualche aiuto alia ricerca di questa via nuova. Cordiali saluti, Giorgio Amendola». Il dialogo finiva con una mia lettera privala del 6 dicembre in cui ringraziavo Amendola della nuova risposta che, dicevo, «è pri�ma di tutto un invilo alla riflessio�ne». Una riflessione, precisavo, «che vorrei fare con la dovuta ponderazione, non con una lettera o con un articolo, ma, se mi riusci�rà, con un saggio di più ampio respiro, in cui vorrei ciire libera�mente lutto quel che son venuto pensando in questi anni di quasi silenzio». In realtà prendevo tem�po perché non avevo allora idee mollo chiare sul da farsi, specie sulla proposta della terza via sulla quale intervenni con un giudizio negativo perentorio molto più lar�di, con l'articolo su La Stampa «La terza via non esiste», apparso il l * settembre '78. Prova ancora una volta, posto che ce ne sia bisogno, della lentezza con cui nel nostro Paese si sono mosse le idee in confronto con la rapidità dei muta�menti che avvengono nella società. fkmvè Giorgio Amendola

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