«Quando il Valicano mi voleva morto»

«Quando il Valicano mi voleva morto» «Quando il Valicano mi voleva morto» La paura di Agca in una lettera al cardinale Oddi retroscena Francesco Grigneltl ROMA ALI Agca ci ha abituati a quella sua aria da santone ispirato e di pentito inte�grale. Ma non fu sempre così. Nel settembre 1982, quando ancora il Papa doveva andarlo ad incontrare in carcere, inviò una lettera al pugnace cardina�le Silvio Oddi che l'aveva trat�teggiato a modo suo in un'inter�vista. Era la lettera di un uomo che aveva paura del Vaticano. «Un giorno potete uccidermi», era il suo timore. Ragionamenti da Lupo Grigio, estremista fana�tico che considera la vendetta un'evontualità più che norma�le. «Io devo confessare che ho paura da voi». In quel momento, piuttosto che gettare la spugna. Ali Agca si dimostrava ancora mollo bel�licoso. Era stato condannato all'ergastolo nell'estate prima. Sui giornali campeggiava l'indi�gnazione del mondo cattolico. Ma Agca, dimostrando un'intel�ligenza fuori dal comune, e dopo essersi impadronito del�l'italiano in pochi mesi, seguiva dalla sua cella nel carcere di Ascoli il dibattilo che si svilup�pava sui giornali. E scriveva a Oddi: «Prima il prete delngarcere mi insulla e mi minaccia (in sellimanale Epoca). Poi il vesco�vo di Ascoli mi insulta ì; minao cia (in II Tempo). Infine voi, cardinale Silvio Oddi fatQ la slessa cosa (in settimanale Pa�norama). Preti, vescovi, cardi�nali. Secondo gerarchia cattoli�ca, adesso il papa dovrà fare slessa cosa da finestra». Era una provocazione calco�lata. Nella slessa lettera, infatti e non è l'unica: Ali Agca riferiva di aver scritto anche al cardinale Agostino Casaroli il terrorista turco invitava peren�toriamente la Chiesa a perdo�narlo. Aveva immediatamente capito la necessità di un gesto di indulgenza per cambiare la sua situazione giudiziaria. Di sé diceva: «Io non sono nemico di chiesa cattolica, né di popolo italiano. Sono soltanto un terro�rista pentito». E per lui tanto bastava, quest'affermazione di principio, per considerare chiu�sa la questione penale e per fare spregiudicatamente leva sulla carità crisliona. Lamentava an�zi di non avere avuto ancora risposte dal Vaticano. Agca scriveva a Oddi nel settembre 1982. Molle cose an�cora dovevano succedere. Ema�nuela Orlandi, con lutto il segui�lo d�rivendicazioni e di miste�ri, e di pretesi scambi, doveva ancora essere rapila (accadde nel giugno 1983). Il Pontefice ancora non aveva parlalo osplicitamonle di perdono e non era andato a trovarlo in carcere (sarebbe successo nel dicembro 1983). Agca, insomma, in quel momento aveva davanti solo la prospoliiva dell'ergastolo. Ep�pure già brigava. Si preparava a raccontare grandi storie sul con�to dei bulgari che avrebbero armalo la sua mano. Riceveva visite in carcere di uomini dei servizi segreti. Della Madonna di Fatima e dei suoi tre segreti .Ancora non c'era traccia all'oriz�zonte. Il cardinale Oddi, che era in quel momento il prefetto della Congregazione per il Cullo, por�tò la lettera di Agca alla Segrete�ria di Stato e la sottopose anche al Pontefice. Ma non cambiò idea sul soggetto. Disse al suo collaboratore e amico Mario Roveta: «Potrei essere un catti�vo profeta, ma non credo. Temo che quest'uomo alla fino sarà liberato, magari ira 12 o 15 anni. Però non si pentirà mai sul serio. E noi non sapremo la verità». C'ora infatti una frase di Af.ca, nella lotterà, che gli dava da pensare, «Comunque vedremo che succederà in futu�ro», scriveva il lorrorisla in italiano sgrammaiicato a con�clusione del suo ragionamento. Oddi vi leggeva in controluce una lucida inienzione d�depi�stare e ingannare, certamente non di vuotare il sacco. Il cardinale era preveggenie. In effetti, nei diciannove anni seguenti, Agca non avrebbe aiu�tato la giustizia. Eppure, basan�dosi più sul suo intuito che su prove, Oddi aveva Io idee chiaro suirallentaioal Papa, Lo ribadi�va ancora nel 1991: «Io conti�nuo a credere che rallentato fu commissionato dal Cremlino. Ho sempre sostenuto quest'ipo�tesi porche è l'unica che sia in piedi logicamonlo. Il Kgb punta�va a eliminare il primo Papa polacco della storia, che por le suo origini poteva svogliare le coscienze dei popoli dell'Est», Ora. che la trama dietro ral�lentalo fosso misteriosissima lo sanno por esperionza personale i magistrali italiani. Hanno in�seguito molle tracce, ma non sono mai arrivati a scoprire chi c'era dietro il complotto. La famosa pista bulgara, accredita�la a un ceno punio dallo slesso Ali Agca, poi rilrallala, e poi di nuovo ritirala fuori, s'infranse in tribunale. Anche le rivelazio�ni del dossier Milrokhin danno l'idea che l'Urss temesse mollo l'elezione di Karol Wojtyla al Soglio pontificio, ma niente più. Il sanguigno cardinale, co�munque, ben nolo per le suo posizioni molto conservatrici in dottrina e filoborlusconiane in politica, sia pure credendo fermamente in un complotto dell'Est, non aveva alcuna in�tenzione di alleggerirò la re�sponsabilità di Ali Agca. «Un sicario», lo definiva. Polemizzò duramente con chi, magari inse�guendo dietrologie più ampie, vedeva nel terrorista turco un burattino appena consapevole. Ricorda ogni Mano Roveta: «Nell'estate del 1983. si era nel pieno del misterioso caso di Emanuela Orlandi, mi trovai a pranzare con il cardinale Oddi. Il lorrorisla dal carcere manda�va messaggi oscuri. Sua Emi�nenza era arrabbiaiissimo. Mi oarlò in quell'occasione della oliera che Agca gli aveva invia�to l'anno prima. Ricordo le suo parole; 'Quest'uomo non è e non sarà un pentito. Non dira mai perché è venuto ad attenta�re alla vita del Santo Padre". Il cardinale aveva visto giusto. Disse anche di più: "Contra�riamente a quello che si dice, questo Agca ricatterà sempre per avere la libertà, Anche se il Papa lo facesse liberare doma�ni, non si pentirà e non aiuterà a conoscere la verità"» (^.u^:.m~i.lm ^s**-.}. '.it*. firn il. Xdmi'j?} mJ—t -: ''•-^/'■H/t ^■'^'^■^' •*,.', /-.-r. icu.,' t-kilU (^ ,i»w^-..-.M ix.ti'..m — ■—Uit». jUU f~.-~.ut* *mu*l~J.). .fri t.. ^ot^c,'. CmiiiJMl:. A*....**,fu.m.i,. ~.. Jl irXtML.^md****. .ff*mj*~d**** fm**. iTft*. "*A«. *-*-r.^«»^» -? — Itt.r t limLmmi .1 ,w fi—-, f* ^ l*mm *mt *ml ìt/tàttf t/TT'lfl t/7 /^^^^ irr mmlt —' fii,, frrt.. »'i-\'fmmtS» ■-—' tfm-Mt**itm*. mm.^^t^it^.ji^r'rV if curn— T .n^-r-" f'-^*-^-^» '-«e«-"'--mUmmlmmm»m-fmt*--~~-«.-V.^»^»»» . ^^.fU*»,-t^ttf^-^■'^"^—^■l'ts'~'fr^4'—'''u-'^i:'' /..j.l'r.-r —f.r— "-I'Jlifm*m.m-~.'*-ij~tU.\'.lr.-mSt*rt. imatl.t^im | -.fT ..-■,J* a*.*iA*,~. :u.r.T«-~. 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Luoghi citati: Roma, Urss