Inzaghi, un gol per la mamma

Inzaghi, un gol per la mamma Inzaghi, un gol per la mamma Magi accusa: «Rubare cos�non è giusto» Roberto Condlo inviato e BRUXELLES Corre scatenato verso la tribuna con il dito alzato. Urla, si agita. Ha appena segnato il 2-0. Il gol che chiude il quarto, che manda l'Italia in semiilnale, per lui vuo�le anche dire aver ritrovato la rete su azione dopo 1108', dopo quindici partite piene solo di occasioni faUite, di errori milli�metrici, al massimo di rigori tra�sformati. Pippo Inzaghi non se�gnava un gol «vero» dal 13 marzo scorso, doppietta a Piacenza. Adesso che l'incubo lungo 103 giorni è finito, corre e sembra che nessuno lo possa più fermare. Invece, si blocca all'improvviso. Punta lassù, in tribuna. Grida, fa gesti minacciosi. Scusi, Superpippo, ma ce l'aveva per caso con i giornalisti? «No. Indicavo i miei genitori. Quel gol è tutto per loro. Sopraltullo per mia madre Mari�na: non veniva a vedermi giocare da più di due anni, da quandi mi ruppi il labbro a Montecarlo. Era spaventata». Adesso, tutto è dimenticato. Anche l'astinenza da gol... «Non era un problema. Prima o poi sarebbe arrivato. Ho la fortuna di giocare con dei compagni eccezio�nali, bravi a lanciarmi in veloci�tà, proprio come piace a me. Quest'Italia può essere molto im�portante nella mia carriera: mi può esaltare. Il sogno, intanto, continua. Siamo un gran gruppo, molto unito. Ci crediamo sempre di più». Anche l'altro goleador della serata ha una dedica intima da fare. «Avevo dodici parenti in tribuna rivela Francesco Tolti -. Li ho voluti ringraziare cosi. Quel�la porta, quell'angolo mi portano fortuna. Li avevo già segnato contro il Belgio, ma questa rete è stata più difficile». Tolti non è mai stato cos�sereno dall'inizio di Euro 2000. Solo un'impressio�ne? «Vero. E' che rispetto a qual�che settimana fa ho più fiducia, più coraggio. Non mi sento più sotto esame». Però il dualismo con Del Piero continua. Ha senti�lo la curva che continuava a invocare lo juventino? «Sì, ma fa parte del gioco. E' un problema che ci sarà fino alla fine, magari anche dopo l'Europeo. Tutto sta a non viverlo come tale, a rimane�re sereni. Io e Alex ci stiamo riuscendo. Comunque, rimarre�mo sempre buoni amici». Del Piero conferma lutto. E aggiunge: «Successo meritato. Ci stiamo esaltando, anche perché, a differenza di altre avventure simili, questa volta partivamo da una situazione ben più sofferta. Adesso mi andrebbe bene l'Olan�da: avversaria di prestigio, padro�na di casa, ci sarebbe più gusto a batterla», Stefano Fiore invece preferi�rebbe la Jugoslavia: «Ma l'impor�tante sarà fare ancora meglio. Non siamo slati brillami: soprat�tutto con l'uomo in più. poteva�mo gestire con maggior tranquil�lità il vantaggio. Anch'io devo dare di più. Della mia prova salvo soprattutto Tassisi a Tolti». Arriva capitan Maldini, con una bella fasciatura alla coscia sinistra: «Avevo già accusalo qualche problema nel riscalda�mento. Ora starò fermo due gior�ni, poi vedremo. Spero di esserci per la semifinale. La Romania ci ha messi in difficoltà nel palleg�gio, ma davanti non mi hanno impressionalo granché. E Hagi ha reclamalo un rigore inesisten�te: Zambrotta mi ha giuralo di non averlo neanche toccato». Di lull'alira idea è «Cica», leader romeno che ha chiusa la sua lunghissima carriera intema�zionale con un'espulsione. Hagi spara col bazooka: «Visio che avevamo ragione ad avere paura dell'arbitro? Como s�fa a non dare un rigore del genere? E poi, addirittura, ad ammonirmi e a sballermi fuori. Cose vergogno�se. Rubare cosi non è giusto. Se devono sempre dare addosso alle squadre piccole, che almeno co lo dicano prima. Potremmo anche fare a mono di venire. L'Italia, sia ben chiaro, non ha colpe. Sono gli arbitri che sbagliano di grosso». Ma voi non avete proprio colpe? «Sfortuna. Solo sfortuna. Prima il mio palo, poi tiuesto penalty nega�lo. Saluto la Nazionali; felice: è stato bollo finire giocando a livel�li cos�alti. Smetto convìnto che questa Romania ho dimostrato di essere una buona formazione e di avere un buon numoro di talenti interessanti. Peccalo soltanto por quel rigore... Con voi, comun�que, l'appuntamento è già per ottobre. Io non ci sarò, ma ai Mondiali vogliamo arrivarci lo slesso». Pippo Inzaghi calcia di destro il pallone che finirà alle spalle del portiere romeno Stelea, per il definitivo 2-0 per gli azzurri