La vacanza dello spirito di Enzo Bianchi

La vacanza dello spirito La vacanza dello spirito lànte opportunità per chi sceglie di allontanarsi da una vita caotica e rifugiarsi nella pace di un convento inchiesta Enzo Bianchi E se non puoi l.i vita chi; desideri 1 cerca almeno questo I por quanto sta iir lo: I non sciuparla l noi futile commorcio con la f'.onte, 1 vane parole in un viavai I frenetico. I Non sciuparla portandola in giro I in lialiu del quotidiano Z gioco balordo ilif^.li incontri e dogli invili, 1 lino a l'arno una stuéchevolè estranea», Onesti pochi versi del grande poeta greco Kavafi.s mi tornano alla monto quando penso alle poten/ialiia e allo contraddizioni insito nell'uso che facciamo del nostro «tèmpo Ubero» e in particolare di quel periodo del�l'anno che chiamiamo «vacan/.o», giorni cioè in cui e possibi�le «vacare», «avere dol tempo por...». Sono giorni faticosa�mente conquistati e ardente�mente altesi, giorni chi; ci fanno sentire liberi rispetto allo abitudini e ai doveri quoti�diani, giorni che ci sfidano a immaginare e a corcare di vivere «la vita che desideria�mo», dando spazio e tempo a ciò che per noi davvero ha un valore e un senso. Ma so questa ricerca del senso è assente dal nostro orizzonte domestico, so viviamo proda di modo e convenzioni, se il nostro spirilo si è assuefallo alla montalitii corrente, allora anche le vacanze diventeran�no giorni che ci rendono schia�vi di un nuovo utilitarismo, di un funzionale riassetto in vi�sta di una miglior ripresa, di un esigente «dover essere»; non bisogna sprecare lo vacan�ze, si deve approfittarne, non si può fare a meno di consu�marle... i cosi, nuovamente in balia di un quotidiano che ha solo indossalo abili esolici, ci ritroviamo a chiederci corno sia possibile chi; quella «stuc�chevole estranea» che ci sta di fronte, anche se in mozzo a ini panorama di sogno, sia davve�ro la nostra vita. Onesto rischio e presento anche por quello che da alcuni anni a questa parte si chiama�no «vacanze alternative»! por quei giorni trascorsi in luoghi e modi «diversi», alla ricerca di se stessi nel silenzio che favorisce rinteriorità o nel�l'impegno che testimonia la sollecitudine per gli altri. E se recentemente il generoso pro�digarsi per chi è nel bisogno si è dilatato dai «campi di lavo�ro» estivi e abbraccia l'intero arco dell'anno, si è d'altro lato via via accresciuto il numero di persone che decidono d�dedicare una parte delle pro�prio vacanze alle esigenze del�lo spirilo, cercando tra monasteri e luoghi religiosi quelle oasi di umanità e di pace cosi raro nel frenetico scorrere dei giorni che paiono ritmali solo dall'unica ideologia sopravvis�suta, l'economia. Il rischio di omogeneizzare anche le vacanze noi monaste�ri è in agguato oggi più che mai, proprio perché un'oasi spirituale non la si inventa in breve tempo, non la si può programmare corno un villag�gio per vacanze, non può osse�ro allestita e smontala come i tendoni di un festival estivo; come si può pensare di trovare por una settimana un «altro�ve», un luogo in cui silenzio e comunicazione si intreccino in modo «altro», uno spazio in cui lo sguardo posalo sullo realtà sia diverso, un tempo che custodisca ritmi più a misura d'uomo, so tutto questo non fa parte del tessuto quotidiano dei monaci o dello monache che abitano quel luogo, so per tutto il resto dell'anno l'oasi è assediata dall'ideologia domi�nante che la obbliga ad ade�guarsi o a scomparire, se por undici mesi il metro di valori che tonta di imporsi anche all'interno è completamente estraneo a ogni affilialo spiri�tuale? E, dall'esterno, come potersi inserirò in questo pic�colo moiulo in controtendenza so non si possiedo un minimo di abitudine all'ascolto della propria e dell'altrui interiori�tà, se non si coltiva una libertà profonda elio sola può affran�care da vecchio e nuove schia�vitù, se non si custodisce laqualità dei rapporti interperso�nali svincolandoli dal torna�conto individuale? Vano, vacuo è il «vacare» di chi spera di trovare nel breve tempo di una vacanza quello che non ò capace di corcare nella perseveranza dol quoti�diano, «BCÌupato»i por quanto intonso, è uno squarcio di vita che pretende di riscattare a basso prezzo la totalità di un'esistenza che si lascia vive�re senza orientamento né dire�zione. Se invoco il tempo libe�ro, liberamente trascorso in mozzo a uomini e donne che vivono insieme nella libertà e per amore, è occasione por ridestare una vita interiore frastornala ma non annienta�ta dal «futile commorcio», allo�ra anche poche oro di vita «altra» possono aiutare a rileg�gero se stessi, e gli altri accan�to a sé, con quello sguardo trasparente che solo può trasfi�gurare la greve opacità che ogni giorno porla con sé. Priore del Monastero di Bose Il monastero di Camaldoli, uno del più richiesti nel circuito del turismo religioso

Persone citate: Onesti, Vano