NON PENTIRTI BARBARELLA

NON PENTIRTI BARBARELLA JANE FONDA E IL VIETNAM NON PENTIRTI BARBARELLA Pietro Pelrucci CAPITA di pentirsi anche del proprio coraggio? Sembra essere capitato a Jane Fonda che, a trent'anni di distanza, fa sapere che vorrebbe non essere mai andata a Hanoi nell'estate del 72 per guardare l'altra faccia di una guerra che lacerava l'America; che vorrebbe non aver mai denunciatogli orrori che quella guerra produceva (anche) nel Vietnam del Nord. Peccato. Perché tutto, infatti, appare discutibile di quell'iniziativa con cui inopinatamente una star di Hollywood, smessi i panni plastificiiti di Barbarella, si trasformava in agitatrice pacifista: tutto, fuorché il fatto che la cittadina americana Jane Fonda non avrebbe nemmeno [xituto commettere quell'-errorc" se non fosse stata dotata di una insospettata dose di coraggio. Fino al punto da mettere in gioco la sua carriera artistica. Mentre Jane Fonda e l'America regolano i loro conti, vorrei dare un piccolo contributo in chiave, come dicono i francesi, di petitt hbtoin. Poche ore dopo essere stata riaccompagnata a Parigi dai suoi ospiti vietnamiti, Jane Fonda dette al quotidiano romano di ispirazione comunista PàtuSera la sua prima intervista sul Vietnam. Paese Seni viveva all'epoca il suo successo editoriale di quotidiano a "Ciclo continuo», forse il più attento in Italia alle questioni internazionali, anche [K-rché poteva contare sul vasto patrimonio di rapporti che vantava nel mondo il Pei di Enrico Berlinguer e Giancarlo Pajctta. Era stato il Pei, d'altra parte, a trattare con i compagni vietnamiti l'esclusiva di Jane Fonda per PatseSera. Fui io il giovane cronista mandato a Parigi [K-r l'intervista. Ero molto emozionato, in quanto giornalista e in quanto giovanotto, soprattutto quando la Fonda chiuse la porta, ordinò al portiere di non disturbarla per nessun motivo, e si lasciò cadere sul letto sorridendomi. Ma molto più emozionata di me risulto lei, via via che rievocava i suoi giorni a I lanci. Com'era comprensibile, l'iiltra faccia della guerra americana le materie, i segni del napalm sugli uomini e sulla natura, le sofferenze di orfani e vedove rutto ciò aveva esercitato un impatto tremendo sulla figlia di Hollywood e di Henry Fonda, che aveva vissuto nella bambagia i primi Vi anni della sua vita. Fu un racconto scandito da enfasi, turbamento, indigna/ione, lacrime. Dei soldati americani la Fonda, che agiva certamente in buona fede, parlò con imbarazzo e senso di colpa, mai con disprezzo. Peccato che non voglia più riconoscersi in quella donna lx:llLssima, coraggiosa e commossa. Che voglia cancellare quelle emozioni dal suo «disco rigidiv.

Persone citate: Barbarella, Barbarella Pietro, Enrico Berlinguer, Giancarlo Pajctta, Henry Fonda, Jane Fonda