LUGLIO '60 Compagni, sia ben chiaro...

LUGLIO '60 Compagni, sia ben chiaro... Nuovi documenti e un convegno a quarant'anni dalia rivolta dei ragazzi con le magliette a strisce LUGLIO '60 Compagni, sia ben chiaro... Alberto Papua! IL mite poeta Antonio Delfini vergò in una notte i versi di un'ode a Genova rivoluziona�ria, che suonava così: «Genova è in rivolta, Torino ascolta...». Uno stu�dente scrisse a Carlo Levi: «Era la prima volta in vita mia che sentivo tarlare di rivoluzione come se osse possibile». Quarant'anni or sono, con i fatti del luglio '60, nasceva l'antifascismo come cultu�ra polìtica di massa e il fantasma di una rivolta popolare aleggiava per l'ultima volta sul nostro Paese appena approdato al Miracolo eco�nomico. Tuttavia quell'aspra vi�cenda, che vide protaoonisti i gio�vani operai delle magliette a stri�sce, tenne gli italiani col fiato sospeso e costò dieci morti fra i dimostranti, sembra rimossa dalla memoria della sinistra, non fosse per una bella canzone, Per i morti di Reggio Emilia, ormai nota però quasi solo fra i ciquantenni. Ma oggi si apre a Reggio Emilia un convegno di studi sul «Luglio 1960», per il centenario della loca�le Camera del Lavoro. Lo sfondo politico è il governo del democristiano Fernando Tambroni, che nasce in aprile con l'appoggio decisivo del movimen�to sociale, il partito dei neofascisti, guidato dal moderato. Arturo Michelini, ma ancora folto di^ex gerarchi e picchiatori. Era previ�sto il primo centrosinistra, con l'appoggio estemo del psi, ma Se�gni aveva rinunciato dopo un in�contro con Pio XII. La molla che innesca le tensioni è la decisione del msi di tenero il sesto congresso il 2 luglio a Genova. Città medaglia d'oro della resistenza, è anche quella che i partigiani liberarono per prima dai tedeschi. In più corre voce che la presidenza del congresso sarà offerta a Carlo Ema�nuele Basile, prefetto nel periodo della Repubblica Sociale, accusato di responsabilità in eccidi e depor�tazioni, «l'uomo più odiato dell'in�tera Liguria», come scrive Andrea Barbato sull'Espresso. Contro il congresso si sviluppa una mobilita�zione popolare che travalica le stesse organizzazioni partitiche di sinistra. Il 28 giugno a Genova si tiene una manifestazione di pei, psi, psdi, pri. radicali ed ex partigiani. Parla Sandro Pertini, futuro Presi�dente della Repubblica: «Nego che il neofascismo avrebbe il diritto di svolgere a Genova il suo congres�so». La Cgil proclama lo sciopero generale. Il 30 giugno corteo dell'Anpi, associazione dei partigiani. Arrivano antifascisti da ovunque. Bloccato dalle camionette della polizia, ne nascono durissimi scon�tri, con un centinaio di feriti. Si è molto discusso quanto fos�se stata preparata questa protesta, che il deputato missino Giano Ac�came defin�«sedizione». Una ricer�ca dello storico inglese Philip Cooke (Quando trermivano le foglie dei grandi platani) mette a disposi�zione significative testimonianze. Ecco quella di Primo Moroni, allo�ra giovane dimostrante, in seguito noto libraio a Bologna: «Quando siamo arrivati da Milano con l'au�tostrada, li auando si scende a Genova dall'alto, avevano piazza�to un cannoncino 120 montato su un camioncino degli ortolani, a controllare la strada. Dove e. l'avessero tirato fuori non so bene, ma era un 120. E poi c'erano armi, die non sono state usate, non si è sparato, sono state usate come deterrente». Si videro unite forza organizza�tiva dei comunisti, tecniche di guerriglia degli ex gappisti e il sentimento popolare di sollevazio�ne antifascista. Sorsero barricate, s'incendiarono camionette, si cat�turarono carabinieri. I giovani ope�rai, ma anclie studenti, con le magliette a strìsce allora di moda, si facevano inseguire nei carrugi dove i poliziotti venivano facil�mente intrappolati. Giorgio Gimelli, presidente dell'Anpi, telefonò in questura: «Mi rispose il funziona�no capo della squadra politica piangendo, terrorizzato'Ci animezzano tutti, ci ammazzano tut�ti"». In una anticipazione di ciò che succederà, il prefetto scrive: «Non resta che colpire a distanza i singo�li gruppetti, il che ovviamente non può farsi se non facendo uso delle armi». I missini rinunciarono al loro congresso, accusando il governo di non averli protetti. «Che Arturo e Arturo... Mi dia del lei e mi chiami onorevole», urlò un infurialo Michelini a Tambronì. Lo sciopero generale venne revocato. «No al fascismo» titolò anche La Stampa (3 luglio). Ma la vittoria di Genova non fermò la prolesta. L'antifasci�smo divenne infatti la nuova for�ma politica della lotta di classo. Dopo i sonnolenti Anni Cinquanta, il mito resistenziale riemerse co�me un nuovo modello di lotta sociale. Mentre i missini incendia�no la casa di Arrigo Boldrini. depu�tato comunista, medaglia d'oro della resistenza e presidente nazio�nale dell'Anpi, e attaccano le sedi di comunisti e radicali, in tutta Italia si organizzano manifestazio�ni che chiedono la fine del governo Tambron�compromesso con i neo�fascisti, e al tempo slesso esprimono le rivendicazioni per riforme sociali e una più equa distribuzio�ne dei redditi. Il risultino è un dranmialico bilancio di scontri. Un morto e 5 feriti il fi luglio ìi Licata in Sicilia, per un corteo contro la disoccupa�zione guidato dal sindaco democrisiiano. Deputati comunisti e socia�listi picchiali il 6 luglio a Roma, quando un corteo viene caricato dai carabinieri a cavallo, comandnli dalla medaglia olimpica Raimon�do D'Inzeo. Cinque morti, fra cui quattro giovani, il 7 luglio a Reggio Kniilìa, «bersaglio di un atroce Uro a segno», come scriverà Carlo Levi (vedi la raccolta di suoi articoli II bambino del 7 luglio). L'8 luglio sciopero a Palermo e Catania: ne�gozi devastali, una banca incendia�ta, municipi assaltati, con quattro morti e cento feriti. Pier Paolo Pasolini scriverà su Vie Nuove: ■La polizia italiana s�configura quasi come l'esercito di una poten�za straniera». Ma aggiunge: «Sono alieno dalla violenza: e spero che mai più si debba scendere in piaz�za, a morire. Noi abbiamo un potente mezzo di lolla: la forza della ragione». PER I MORTI DI REGGIO EMILIA Compagno, cittadino, fratello partigiano, teniamoci per mano in questi giorni tristi: di nuovo a Reggio Emilia. di nuovo là in Sicilia son morti dei compagni per mano dei fascisti. Di nuovo, come un tempo, sopra l'Italia intera fischia il vento ed urla la bufera. k »«WM»»W«||JMWMI ■. imwmtnmi*'******»'* r--^: -^ «y» Scontri a Genova il 30 giugno oO Si riconoscono alcuni giovani con te magliette a strisce. Come io occasione dell'attentato a Togliatti nel luglio 1948, gli ex partigiani dissotterrarono le armi conservate per quindici anni. La Camera del Lavoro d�Reggio Emilia dedica un convegno, oggi e domani, al luglio 1960, per ridiscuterne il significato