Gm scommette sul patto torinese di Francesco Manacorda

Gm scommette sul patto torinese Gm scommette sul patto torinese Wagoner: «Le due joint venture in rampa di lancio» Francesco Manacorda inviato a BRESCIA Conquistare il 28"* del mercato automobilistico mondiale nei pressi�mi anni contro il 24K attuale. E' questo l'obiettivo ma lui con pru�denza la chiama ivisionc»-del nume�ro uno della Genaral Motors Ridi Wagoner. Un «traguardo difficilissi�mo», dice, die vuole raggiungere and» grazie alla rate di alleala» che sta tessendo in tutto il mondo, ulti�ma quella con il Gruppo Fìat A Palazzo Arzaga, sul Lago di Garda, lo stato maggiore della Gm al gran completo è impegnato da ieri in un inedito esercizio di autoanalisi collettiva-il primo in ottanta anni di storia aziendab-aperto ad un pubbli�co di esperti finanziari e giornalisti. Via le cravatte e i blazer, imperano polo e bennuda,qualdie ardito paio di sandali e qualdie confessione co�me quella del presidente Jack Smith: «SI dividare la Gra in due grappi, eoa» è stato fatto negli Anni 80 è stato un grande errore, invece di sonplificare le com le abbiamo com�plicate». Adesso, naturalmente, la parola d'ordine è «globalizzazione», die dice Wagoner «obbliga ad ottenere economie di scala» attraver�so una rete di alleanze e anche qualche acquisizione, come quella della Sud coreana Daewoo dove il colosso d�Detroit presenterà la sua offerta lunedi prossimo anche a co�sto di dover sborsare un bel po' di dollari pur di strapparla alla nemica Ford. . Proprio la globalizzazione ò causa dell'effetto dell'intesa conclusa con la Fiat come spiega Wagoner davanti ad un bicchiere di minerale: cTagliare i coati è assolutamente necessario, specie sul mercato europeo dove nessuno ha margini suffidanii». Le due joint-venture con il gruppo italia�no, nel settore degli acquisti e in quello dd motori e cambi sono in fase di lancio e di tosso a cui progredi�scono è buono», dice ancora il nume�ro uno della Gm. Ma come vede Wagoner la Bitutrioaa nel medio periodo, diciamo da qui a due anni? «Per quella data la due joint-veniure dovranno essere ben avviate e si potranno esplorare anche altre aree». Magari per le piattaforme comun�su cui costruire auto di marche diverse sfruttando al massimo le economie di seda? «Magari si ri�sponde lui in futuro d potranno essere buone possibilità di collabora�re in questo settore, ma per il momen�to la nostra priorità è tagliare i costi e la prima sinergia ad alto impatto fr ; noi e la Fiat sarà proprio sugli acqui�sti». Stasera, a sviscerare obiettivi e strumenti dell'intesa, arriveranno a Palazzo Arzaga anche i vertici di Fiat: il presidente Paolo Fresco, l'am minist nitore delegato Paolo Cantarel�la e l'amministratore delegato di Fiat Auto Roberto Testore. Globalizzazione è anche lo sbarco sui mercati ancora lontani dall'auto occidentale: alcuni per ora deluden�ti, come la Russia, altri tanto appeti�bili in prospettiva il caso della Cina che bisogna comunque esserci. «Og�gi solo il 12^ della popolazione mon�diale possiede un'auto», spiega Larry Bums, il vice presidente di Gm re�sponsabile per la ricerca, pensando a queU'eS'Ni che ancora va in giro a piedi. Ma la demografia gioca a favo�re delle case automcbilistiche: «Se anche non aumentassimo la penetrarione dice ancora Burns da qui d 2015 con una popolazione che passe�rà da sd a sette miliardi di persone d saranno in tutto 840 milioni di auto». La scommessa, dice, si gioca «su un'auto da 6-10 mila dollari che non sia un'utilitaria ma una 'faroily caf». RickWaconar

Luoghi citati: Brescia, Cina, Detroit, Russia