Prima firma per il nuovo Fisco europeo di Maurizio Molinari

Prima firma per il nuovo Fisco europeoPrima firma per il nuovo Fisco europeo Strategia in tre tappe: entro il 2010 tassabili tutti i depositi Maurizio Molinari inviato a Felra Dopo dodici anni di trattative e 36 ore di braccio d�ferro i Quindici hanno raggiunto, a summit ora�mai terminato, un sofferto com�promesso fiscale con Vienna: il testo distarla la strategia da segui�re per tentare di arrivare nel 2010 alla tassazione dei depositi finan�ziari dei non-residenti nei Paesi dell'Unione Europea grazie allo scambio di informazioni bancarie. ' Il percorso che i Quindici han�no concordato di seguire è in tre tempi ed è stato illustrato dal ministro delle Finanze portoghese Joaquim Pina Moura. La prima tappa cade subito sulle spalle del�la presidenza firancese (che inizia a luglio): entro la fine del 2000 si dovrà raggiungere un accordo sui contenuti della Direttiva fiscale. La seconda tappa, è quella più proibitiva ed è stata inserita nel testo del documento finale su pres�sione di Austria e Lussemburgo, i Paesi più contrari alla rinuncia del segreto bancario: fra il 2000 ed il 2002 �Quindici dovranno far rece�pire i contenuti della Direttiva fiscale alle altre principali piazze finanziario del pianeta ed ai para�disi fiscali ovvero a Stati Uniti, Svizzera, Principato d�Monaco, Principato del Liechtenstein, An�dorra e Repubblica di San Marino. Solo se questi Paesi accetteranno di mettere in essere sui loro territo�ri «misure equivalenti» a quelle europee recita la dichiarazione finale l'Ue potrà adottare la sua Direttiva. Se uno solo dovesse rifiutare,' tutto si bloccherebbe. Sempre entro il 31 dicembre 2002 dovranno accettare il principio fiscale d�Feira anche l'Isola di Man, le Isole del Canale e tutti i territori d'oltremare nei Caraibi. Al termine dei lavori il commento del primo ministro del Lussembur�go, Jean-Claude Juncker, è stato sarcastico: «Se tutti i centri finan�ziari del mondo .accetteranno di far scomparire U segreto bancario non vedo perché il Lussemburgo dovrebbe mantenerlo». Se comun�que i Quindici dovessero riuscire nell'opera di convincere tutte le altre piazze finanziarie a render noti 1 nomi degli intestatari non residenti di depositi finanziari la strada sarebbe ancora lunga. La terza e ultima tappa della strate�gia di Feira prevede infatti «dalPinizio del 2003 e per sette anni»queste le parole del ministro Pina Moura un «periodo di transizio�ne» necessario per preparare l'en�trata in vigore delle nuove norme fiscali. Gli Stati che più hanno opposto resistenza (Austria e Lus�semburgo) hanno ottenuto che il voto finale «dovrà essere all'unani�mità». Il vulnerabile testo di Feira 2 pagine e quattro articoli per passare alla firma ha reso necessa�ria l'aggiunta di otto clausole. Quella che pesa di più è l'ottava, per la quale il cancelliere austria�co Wolfgang Schiissel si è battuto tenacemente, arrivando perfino a smentire un precedente compro�messo siglato dal proprio ministro delle Finanze Kan-Heinz Grasser. Il braccio di ferro con Vienna ha fatto terminare con circa due ore di ritardo il vertice che chiude il semestre di presidenza portoghe�se. Ecco il testo che Scnùssel ha fatto accettare: «L'Austria non può prewgMfrcosUtuzionaltaKGettare di far venir meno il segreto bancario per i nnn residenti». Co�me dire: uno a quando la Costitu�zione austriaca, e le discendenti norme legislative, non saranno modificate Vienna non potrà vota�re a favore della Direttiva fiscale. Il premier Giuliano Amato ha rive�lato che la rottura è stata evitata per merito del Cancelliere dello Scacchiere britannico, Gordon Brown, che nell'ultima riunione del Consìglio Europeo si è avvici�nato al tavolo della delegazione austriaca mettendo davanti al can�celliere il testo di un recente docu�mento dell'Ocse sul segreto banca�rio, che l'Austria ba già sottoscrit�to. «A quel punto è stata cambiata la termino ogia dèi testo ripren�dendo quella dell'Ocse e hanno firmato», ha raccontato Amato. L'Austria ha cos�dato luce verde al tentativo dell'Ue d�centrare robietlìvo del 2010 ma riservando�si, da subito, il diritto finale al veto. E' un compromesso ma, co�me ha detto Scnùssel, «va nella direzione giusta» perché segna un momento d�intesa fra l'Ue ti Vien�na, ai ferri corti per il caso Haider. «Siamo pronti a cercare una via d'uscita», gli ha risposto il presi�dente dèlia Commissione europea. Romano Prodi, chiedendogli però ^ànaratodire aicuatfeteéndw»sull'Europa». Il premier portoghese, Antonio Guterres. Prodi eAinato hanno però drasticamente escluso «ogni tipo di scambio» fra il s�dell'Austria e la promessa di una prossima revisione delle san�zioni, decise dai Quattordici in gennaio a causa dell'entrala nel governo della destra xenofoba d�Haider. «Quello d�oggi è uno storico accordo, non ci devono essere né ombre né dubbi», ha sottolineato Guterres, ribadendo l'imminente inizio di una missio�ne nelle capitali dell'Ue per «apri�re una finestra alla soluzione del caso Austria». Ma avrà tempo solo ^ìno«y luglio, poivtfrà in «ettedra la Francia di Jacques Chirac, che resta ancora la più determina� ta a difendere i provvedimenti europei anti-Haider. Compromesso finale con clausole difficili: bisognerà che anche Stati Uniti e Svizzera siano d'accordo I Quindici puntano ad un'imposizione armonizzata sui risparmi dei non residenti La foto di famiglia al vertice di Feira