Biperio precursore di Craperi e Andre 8

Biperio precursore di Craperi e Andre 8 Biperio precursore di Craperi e Andre 8 Storia virtuale e strafalcioni a scuola: la studentessa che scambiò la «x» del generale garibaldino Nino Bixio per il segno della moltiplicazione PAi' iche lo studio della storia, nelle nostre scuole, non goda ottima salute. Dicono che sof�fra di amnesie, di labirintite (scarso nenso dell'orientamento), di confusione nell'organizzazione del�la cronologia, di dissociazione delle personalità grandi e piccole che gli studenti fanno apparire e scompiirire un po' a casaccio sul palcosce�nico delle grandi vicende. Per fortu�na ci rassicurano gli insegnanti in nessuna interrogazione è ancora spuntata la silhouette di Hitler intra�visto mentre passeggia nervoso, con il suo stato maggiore al seguito, lungo �campi di Waterloo. Deciso, il dittatore tedesco, a sistemare una volta per tutte non solo i conti con l'odialo francese ma, anche, a Inittare in ulteriore confusione il giovane Fabrizio Del Dongo che, stando a quel che ci riferisce Stendhal, già riesce a stara dentro quella battaglia senza comprendere d�esserci. Nelle interrogazioni scolastiche Hitler non e ancora apparso a Water�loo né Garibaldi ha fatto capolino sulle trincee della grande guerra ma d�tanto in tanto come ha racconta�to oualcho tempo fa con molto lirio un docente bolognese nelle ricostmzioni degli studenti appaiono perso�naggi misleriosi Vengono collegati a eventi decisivi della nostra storia e l'insegnante che interroga non rie�sce proprio a comprendere da dove spuntino fuori. E' stalo, mi esempio, il caso del misterioso generale Bipe�rio. A ogni battaglia risorgimentale questo Biperio, secondo una studen�tessa che aveva preparato coscienzifisamente la sua prova sugli appun�ti di unii compagna, spunta fuori e dovi! sbuca c'è subito mìschia e furore (l'anni Perché questo Biperio so messo a confronto con Garibaldi che pure risulta essere un suo com�militone, anzi una specie di suo comandante 6 un peperino. Una testa calda Unochc basta un nonnul�la ad incendiargli i nervi e a provo�cargli scariche di adrenalina che fanno tremare nottopostio indietreg�giare schiere nomichu. Ovviamonte c'n voli ila l.i sagucia dell'insegnante e la consultazione diretta degli appunti della studentes�sa per prendere atto che il generale Biperio, scritto secondo le conven�zionali abbreviazioni sempre più utilizzate dai nostri giovani, era nient'altro che il buon Nino Bixio. Dove la x era stata letta dalla giova�no studiosa con il termine della moltiplicazione: per. Con il risultato di creare quel «Bi per io» che si muoveva con tanta misteriosa deci�sione nella nostra storia patria. Di questo passo è decisamente urgente che allineati tutti questi rintronali riflessi del nostro passato dentro un apposito testo qualche editore provveda a ravvivare la memoria di quel che e stalo. Magari pubblicando un manuale per le scuolo, del quale qui ci si offre come autori, sulla storia d'Italia da Bipe�rio a Cra|)ori. Premier, quest'ultimo, che per un certo periodo ha governa�to l'Italia assieme ad un misterioso leader tale Andre 8 che, proprio come il replicante Boy Batty-Nexus 6 di "Biade Hunner", credeva di aver visto tutto (d've seen things you people wouldn't believe. Attaclc ships on fi ri; off the shoulder of Orion...»). Credeva. C'è da scommettere che anche da noi, scomparsi gli ultimi superstiti, s'arriverà alla do�manda che pare sia slata fatta in un college statunitense durante una lezione in cui un docente inglese proannunciava d�volerparlaa* dela Seconda guerra mondiale: «Pro�fessore, vuol dire che c'è stata anche una Prima guerra mondia�le?». L'episodio è rammentato da Antonio Gibelli nella prima pagina della sua vigorosa storia della gran�de guerra, un vero tentativo non solo di ricostruire un evento ma di afferrare tutti i rivoli e i meccani�smi che confluiscono nel formarlo e fissarlo nella memoria collettiva. Grande è infatti la confusione impe�rante sulla storia vicina e lontana. E per porvi rimedio o si sceglie la strada imboccala magistralmente da Gibelli o si imbocca, con provoca�toria decisione, un'altra via. Quella direblx,' Sebastian Matta di ab�bracciare il caos con leggerezza. E dunque di scompaginare ricostru�zioni storiche già dissestate nella memoria collettiva con sapienti in�serimenti e ristrutturazioni che bi�forcano la storia portandola non dove è effettivamente andata ma verso ipotetiche, stravolte mete. E' l'operazione che viene fatta nel volume «Se la storia fosse anda�ta diversamente. Saggi di storia virtuale» pubblicato dalle edizioni Corbaccio e che contiene saggi dovu�ti a esponenti di primo piano della politica e della cultura inglese della prima metà del Novecento: tutti sussiegosamente occupati a cambia�re il corso della storia da un'ottica che, naturalmente, non può che tener conto del loro essere gentle�man britannici. Penne come quella di A..). Taylor spiegano come a deviare la Prima guerra mondiale sarebbe bastato qualche palpito in meno nel cuoraccione dell'arciduca Francesco Ferdinando che invece insiste per sposarsi la nobiluccia boema con la quale sarà assassina�to a Sarajevo. Harold Nicolson, ingiustamente più noto come mari�to di Vita Sackville-West che come storico e memorialista di gran talen�to, mette sul trono di Grecia un lord Byron finalmente approdato a qual�cosa di duraturo. Sir Winston Chur�chill cambia le carte alla storia americana visto che fa vincere a Gettysburg il generale Lee (con la successiva alleanza stretta tra gli Usa e il Regno Unito). Sono scenari interessanti ma pe�nalizzati, per il lettore italiano, dal�l'essere costruiti secondo lo stravol�gimento di luoghi comuni fortemen�te «inade in England». Per rifarsi non c'è niente di meglio che gettare, nella Gettysburg crocevia della sto�ria della nostra era, il nostro Eroe dei due Mondi. Proprio come doves�se rispondere allo scenario delinea�to da Churchill (vittoria dei sudisti, alleanza anglo-americana e conse�guente asfissiante predominio tede�sco su tutta la nostra Europa) Pierfrancesco Prosperi, aretino e pazien�te artigiano delle narrazioni ucroniche, in un suo romanzo pubblicato dalla editrice Nord fa in modo che un Garibaldi sessantenne spunti al momento giusto nella battaglia di Gettysbiuig. Se si pensa che quando il quarantatreenne Garibaldi mette realmente piede nell'America del Nord, approdando a New York, lo devono sbarcare dalla nave «come un baule» visto che è rattrappito dai dolori reumatici, si stenta un pochi�no nel vederlo apparire di colpo a Gettysburg. D'altra parte è vero che a sessant'anni suonati Garibaldi af�fronta i francesi e i pontifici a Monterotondo e a Mentana. E tre anni dopo soccorre i francesi a Digione bastonando i prussiani. Dunque perché non consentirgli di far deviare, a fin di bene, la storia che da Gettysburg rischia di travol�gere il mondo? DA LEGGERE Antonio Gibelli La grande guerra degli italiani. 1915-1918 Sansoni editore, Milano 1998 John Colhngs Squire (a cura dì) Se la storia fosse andata diversamente Prefazione d�Sergio Romano. Corbaccioeditore, Milano 1999 PicrFranccsco Prosperi Garibaldi a Gettysburg Idilnce Nord. Milano 1993 Un'imm jgmestorici : Garibaldi poche settimane prima di morire. Il generale é protagonista anche di una narrazione ucrortlca, nella battaglia di Gettysburg