Il Fréjus si trosforma nella trappola dei Tir

Il Fréjus si trosforma nella trappola dei Tir IL PRIMO GIORNO DI SCIOPERO: ..NON SIAMO COME I COBAS DEL LATTE» Il Fréjus si trosforma nella trappola dei Tir Rissa nella notte: «Siamo pronti a fermare anche le auto» reportage Giovanna Favro inviata a BARDONECCHIA SULLA tangenziale saranno un centinaio. Altri centocin�quanta al ronfine con la Fran�cia, all'imbocco del tunnel del Fréjus. I giganti della strada da 400 tonnellate sono fermi lungo le salite da ieri notte, in intermi�nabili colonne o ammucchiati nei piazzali degli autogrill. Sui musi ciclopici dei bisonti qualcuno ha appiccicato, con lo scotch, dei manifesti, che urlano la rabbia dei «camioneros». Gli uomini con le canottiere a righe, che hanno passato la vita a guidare i bestio�ni, si buttano addosso bottiglie d'acqua e si sbracciano sotto il sole tra i cellulari della polizia. Nella notte è scoppiata una rissa, tra chi voleva forzare il blocco e chi ha sbarrato la strada a bastonate. Ma ogni momento sembra l'ora di venire alle mani. Ce chi ha la ditta di trasporti, ed è salito al Fréjus ixirtando i ca�mion e i dipendenti a costo di pagare la giornata a vuoto per�ché «non ne possiamo più di parole, vogliamo che il governo metta nero su bianco le promesse di anni». C'è chi invece è solo un autista, e dice che a lui lo sciope�ro non porla un soldo in busta paga: «è una roba delle aziende, che quando lottavamo per il con�tratto erano contro», e «se i padro�ni vogliono che gli facciamo la pappa, facendo i blocchi al posto loro, non ci stiamo. Ci vengano loro, a sudare sulla strada». E poi ci sono quelli che «al padrone non gliene importa niente, "m'ha det�to va su e passa, arrangiati, ma fa la consegna"», e impreca e be�stemmia e dice «La strada non è tua, io devo arrivare a Lione». Chi organizza il blocco lascia passare carichi di mozzarelle, me�dicinali e carburanti. Ma sbarra la strada a quello che porta car�ne, «perché ha il frigo», con l'Anto�nino Imonetti che urla da ore, perché ha un bestione colmo di ouarti di bue caricati al macello di Pegognaga, in provincia d�Mantova, e ripete: «La carne fa i vermi, ho preso le vostre targhe. vi denuncio tutti*. Il blocco dice no anche a Luigi Chiesara, di Desenzano sul Garda, che porta 16 go-kart destinati ai campiona�ti europei in Francia: «Noi mica siamo autotrasportatoli, che c'en�triamo, siamo piloti, andiamo a ?gareggiare». Non c'è niente da are nemmeno per chi arriva dall'Inghilterra, ed è partito dieci giorni fa, «quando lo sciopero ancora era in forse» dice Piermatteo Antonasi di Novara. E |)er chi è pagato a chilometro, e star fermo gli costa la rata del mutuo. Mentre la gendarmeria france�se blocca i camion in arrivo d'Qltralpe, più a valle, a Bruere, una dorma vede all'ultimo la doppia fila di tir fermi sulla tangenziale. S'infila sotto l'ultimo bisonte del�la colonna, e finisce in rianimazio�ne all'ospedale. I,a notizia vola da un cibi all'altro, arriva sul piazzale, accende ancora di più gli animi. I camionisti non sono signorine, hanno bicipiti da cultu�risti e non si fanno mettere i piedi in testa da nessuno, e se qualcu�no bivacca bevendo birra. France�sco Mancuso alza la voce: «Basta, ma perché i carabinieri non ci fanno arrivare al tunnel? Sono dell'Italtrans di Salerno, ci hanno sfasciato i vetri del camion per�ché volevamo viaggiare, e se non ci fermavano gli spaccavamo la faccia, a quelli». «Quelli» replica�no che «per un pelo ci investono, è stato un tentato omicidio», «e se ho preso un bastone dice Silvio Blandino è stato per difender�mi». I capi dei «camioneros» sono iscritti alla Confartigianato, la Fai e la F'ita, e sono imprenditori di Cuneo, Susa e Torino: compat�ti, decisi a restare sul piazzale fino a sabato, e a fermare «anche le auto, se il governo non interver�rà». Si organizzano in turni, men�tre più in basso ^li autisti sbraita�no che «almeno i francesi quando protestano lo fanno come si deve, con i mezzi che portano acqua e panini a chi è bloccato». Riccardo Rostan, vicepresidente della Fai torinese, è al Fréius con i suoi camion. Vicino a lui c"è Roberto Segalin, consigliere nazionale del�la stessa associazione: «Siamo andati a Roma tre volte dal mini�stro. Per fermare lo sciopero ci sventolava sotto il naso un pez�zetto di carta pieno di appunti, che non valeva niente. Noi voglia�mo provvedimenti concreti, di parole siamo stufi». «Il ministro Del Turco si vergogni, a parago�narci ai Cobas del latte. Loro sapevano, quando producevano di più, che stavano trasgredendo una regola. Noi abbiamo avuto gli sgravi fiscali da una legge dello Stato, e adesso ci chiedono 20-30 milioni a camion. Io ne ho 15, fanno 3 o 400 mihoni: e chi li ha?». Accanto c'ò un gruppo di dipendenti: «Noi siamo con loro: se le ditte vanno male, va male anche per noi». Koslan e Segalin spiegano che «l'Iran, l'iniposla regionale sulle trasferte, è nata due anni fa: doveva sostituire altre lasse, mvece si è aggiunta a quelle che c'erano». «La carbon tax doveva esserci rimborsata da tre anni, e non abbiamo visto una lira». «Siamo gente che lavora, la politica non e entra, è uno schifo. Chi dice che è una protesta politi�ca, ven^a a vedere i nostri bilan�ci». 1 cibi rilanciano notizie di blocchi a Ventimiglia, .il Brenne�ro, in Campania. Gli uomini in canottiera preparano le torce, per fermare i compagni nella notte. «Se Bruxelles vuole i soldi, tocca a Roma rimborsarli dice Silvio Blandino, di Caprie -. Non ci muoveremo di un centimetro, se non avremo risposte». ndgqgminsdacntfodimtfctn3dvadtIamctlnns1niInd

Persone citate: Del Turco, Giovanna Favro, Mancuso, Primo Giorno, Riccardo Rostan, Roberto Segalin, Silvio Blandino