Il Cavaliere; finalmente giustizia è fatta di Ugo Magri

Il Cavaliere; finalmente giustizia è fatta Il Cavaliere; finalmente giustizia è fatta E domani «sigla la pace» con l'Associazione magistrati Ugo Magri ROMA E cinque! Per fare tombola, ormai, a Silvio Berlusconi basta un'altra sola sentenza favorevole. Poi, se pure la controversa vicenda Arìosto-Prevìti dovesse concludersi a suo favore, il Cavaliere si ritrove�rebbe del tutto lìbero dall'enorme fardello giudiziario che minaccia�va d�travolgerlo. Lui la spiega in questo modo: «Ogniqualvolta un giudico realmente terzo prende in esame le accuse mossemi da certi pm, non può che constatarne l'as�soluta infondatezza. Come è acca�duto anche in questo caso e, del resto, con un giudice non prevenu�to non poteva che essere così...». Nessun proclama d�vittoria, ieri dopo il proscioglimento. Nes�suna esplosione di giubilo per lo scampato pericolo, ma so tanto un sobrio commento rilasciato da Arcore (Berlusconi è ancora conva�lescente per i postumi dell'influen�za che gli ha impedito d�andare al vertice del Ppe m Portogallo) dopo un pomeriggio di accorte consulta�zioni con i propri avvocati. Il Cavaliere vuol far vedere a tutti che, sentendosi innocente, non si aspettava nulla di meglio e d�diverso dalla decisione assoluto�ria presa dal gup. La sua unica unghiata polemica risparmia i ma�gistrati, e colpisce invece un av�versario politico di prima grandez�za: Massimo D'Alema, il cui gover�no era sceso direttamente in cam�po in quella vicenda. «Non posso non ricordare», osserva il Cavalie�re, «come l'attuale maggioranza tramile il governo si fosse costitui�ta parte civile contro il leader dell'opposizione democratica, compiendo un alto polìtico grave e un altrettanto grave errore di valutazione sulla pretesa sussi�stenza del fatto». Ma Berlusconi, nel giorno della vittoria, preferi�sce non indulgere nel risentimen�to e mostrare un profilo di stati�sta. Difatli annuncia che «questi accadimenti mi spingono ad impe�gnarmi ancora di più per elimina�re le storture che affliggono que�sto Paese, non solo nel campo della giustizia». Di sicuro, fa notare chi gli sta vicino, il leader del Polo non avrebbe potuto parlare allo stesso modo qualora l'avessero rinviato a giudizio. La soddisfazione del Cavaliere e dei suoi va misurata anche alla luce dello scampalo pericolo. Ragiona ad alla voce Michele Saponara, avvocato e par�lamentare azzurro: «Questa sen�tenza è importante perché mette il nostro presidente al riparo da qualunque tentativo di strumenta�lizzazione, e lo rende più libero sui vari tavoli di trattative politi�che, ma non solo». C'è un retrosce�na che conferma questa diagnosi di Saponara: nei prossimi giorni, forse già domani. Berlusconi in�contrerà i vertici dell'Associazio�ne nazionale magistrati, al lermine di un riservatissimo lavorio diplomatico condotto dal respon�sabile giustizia di Forza Italia, Marcello Pera. Se ieri il Cavaliere fosse slato rinviato a giudizio, e per di più con l'accusa di avere corrotto dei giudici, il colloquio con l'associazione dei magistrati sarebbe defunto sul nascere. Alcu�ne componenti, tipo Magistratura democratica, avrebbero potuto perfino rifiutarsi di partecipare. Invece adesso, fanno notare i regi�sti di questo riavvicinamento col mondo delle toghe, anche l'ultimo caposaldo dell antiberlusconismo militante potrà essere smantella�to. La diplomazia sotterranea dei Pera e dei Saponara non ha impedi�to ieri ai supporter berlusconiani di manifestare rumorosamente la loro soddisfazione. Vittorio Sgarhi, per esempio, vorrebhe che adesso sul banco degli imputati salissero coloro che «hanno com�messo errori gravi», cioè i pm milanesi. L'ex ministro Mancuso infierisce sui magistrati inquiren�ti parlando di «ignominiose scon�fitte per il gìustizialismo feroce che ha turbato e insanguinato l'Italia». E Tiziana Maiolo grida che questo proscioglimento «non basta a superare lo sdegno per la lesione della democrazia» consu�mata nell'arco di un decennio. C'è chi, come Gaetano Pecorel�la, ne trae una morale pessimisti�ca: «Ogni volta che la politica condiziona la giustizia, quest'ulti�ma ne esce con le ossa rotte...». Ottimista, al contrario, Alfredo Biondi: «C'è un giudice a Mila�no!», ha esultato l'ex Guardasigilli del governo Berlusconi. Il coordi�natore nazionale di Forza Italia. Claudio Scajola, preferisce rivol�gersi alla maggioranza e invitarla ad «accogliere pubblicamente que�sta sentenza come un alto di grande civiltà giuridica, ricono�scendo a Berlusconi quella dignità politica e istituzionale che è stata troppo spesso violata». Concorda Cesare Previti, prosciolto insieme con Berlusconi: «Tutte le forze politiche dovrebbero interrogarsi seriamente sulla questione».

Luoghi citati: Arcore, Italia, Portogallo, Roma, Saponara