Le sette settimane che sconvolsero il Cile

Le sette settimane che sconvolsero il Cile La rivolta dei «camioneros» del 1973: perché quello spettro è impossibile per l'Italia Le sette settimane che sconvolsero il Cile Mimmo Candito DICONO che Pinochet sia un figlio dei camioneros; perchè fu proprio losciopero dei trasporti a precipita�re la crisi cilena e dare il via al colpo di Stato, quell'I 1 settembre del '73. E' più probabile che la discendenza pinochettista sia una storia meno semplice, dove i rami dell'albero genealogico incontrano dirama�zioni che certamente s'allungano fino alla Casa Bianca, da una parte, ma anche vanno fino ad alcuni degli stessi membri dell'Unidad Popular, dall'altra. Non v'è dubbio, comunque, che quellt 7 (sette) settimane di blocco totale dei trasporti, con il Cile ridotto praticamente alla fame, le strade vuote, g i scaffali dei negozi desolatamente privi d'ogni bene di consumo, anche il pane, anche il latte o la farina, allargarono in modo irrecuperabile la frattura tra il governo di Allende e la solidarietà residua degli alti comandi militari. Nathaniel Da�vis, l'ambasciatore americano a Santiago, ricordando il golpe, qualche tempo dopo (ormai insegnava nell'Università di Califor�nia) mi disse: «La retorica di quello sciope�ro sbandierava motivazioni economiche, ma in realtà a spingerlo e sostenerlo c'erano soltanto ragioni politiche». Queste ragioni politiche non sembrano toccare (ancora) lo sciopero dei camionisti italiani; e ci sarebbe qualche insormontabi�le difficoltà a sistemare Amato nei panni di un Allende, Tuttavia, traspaiono in questa storia similitudini che rischiano magari d'apparire inquietanti; e anche se le simili�tudini non bastano a costruire un'ugua�glianza, vale comunque la pena di scoprire perchè questo «blocco» dei Tir scavi subito nella nostro memoria il ricordo angoscioso di quei giorni di 27 anni fa, a Santiago. Ora, anzitutto c'è la geografia. A guarda�re l'adante con un occhio un po' astigmati�co, il Cile non appare molto diverso dall'Ita�lia: l'uno e l'altra sono, infatti. Paesi stretti e oblunghi, anche se poi queste dimensioni sono fortemente accentuate nel Cile, che è una striscia di terreno lunga quasi 5 mila chilometri e larga, in molti punti, meno di 40 chilometri. Con una simile struttura fìsica (è un po' come prendere l'Italia e comprimerla con forza dai due lati, facendo�la allungare ulteriormente) la rete dei trasporti diventa un elemento chiave per assicurare un adeguato rifornimento fin nelle lontane periferie; tanto più che nel Cile come in Italia la comunicazione viaria prevale per dimensione e qualità sulle linee ferrorviarie. Poi, c'è la situazione del nostro quadro politico che sebbene non paragonabile al Cile di quel tempo, ma nemmeno lontana�mente è comunque segnato da una forte litigiosità, consentendo derive psicologiche che aprono varchi alla preoccupazione ingiustificata, alla paura della destabilizza�zione, alla corsa airaccaparramento. In quell'agosto e in quel settembre del '73, i 50 mila camioneros cileni arrivarono al blocco totale dei trasporti dopo aver consumato un altro sciopero nell'ottobre dell'anno prima: e sapevano bene quanto difficile era stato per il governo di Unidad Popular parare il colpo di un diffuso disagio popola�re per la progressiva estinzione del mercato dei consumi. Ottobre, poi, nell'emisfero australe, era pia l'avvio felice della primavera; mentre, invece, ora agosto era inverno pieno, e l'effetto della mancanza d'ogni bene di prima necessità divenne subito un moltipli�catore delle già gravi tensioni sociali Con i camioneros, infatti, dichiararono poi io sciopero anche i tassisti, anche i proprieta�ri dei microbus del trasporto pubblico, anche i medici, anche i farmacisti, anche la potente corporazione dei professionisti, e. infine, anche i 125 mila commercianti cileni. Tutti questi altri gruppi (che, disse poi Davis, «finirono per formare la colonna vertebrale del movimento ami-Allende») certamente aggiunsero forza e drammatici�tà allo scontro; però la spallala decisiva fu senza dubbio quella dei camionisti che, sostenuti da una forte disciplina di catego�rìa ma soprattutto da^I�8 milioni di dollari che Cia e III distribuirono per consentirgli di reggere al braccio d�ferro con il governo, pratiramentc paralizzarono la vita quoti�diana del Paese, Con molle migliaia d�camion raccolti a quadrato e mfesi da barricate, fucili e mitra, e con altre migliaia nascosti e mimetizzati nei boschi, il con�fronto fu sposso una battaglia con l'esercito e con i carabineros. e ci furono morti è feriti da una parte e dall'altra. Il governo dichia�rò lo stato d'assedio, il roprifuocu, e anche lanciò un ultimatum agli scioperanti; però poi non ebbe la forza per attuare l'ultima�tum e il comandante delle forze amiate, il gen. Prats, scrisse nel proprio diario: «Co�me temevo, cominciano ad apparire le debolezze. E per un governo, questo è mollo grave». Era il settembre dei '73, il Cile era spaccato in due, c'era freddo, fame e gente in armi dovunque. Non tutti gli scioperi dei camioneros sono la stessa cosa. Le manifestazioni di protesta diedero il via al colpo diStatodiPinochet Una manrfestaiione nel Cile del 73

Persone citate: Allende, Mimmo Candito, Pinochet