Rapito tra le rovine dei templi di Saba

Rapito tra le rovine dei templi di Saba Rapito tra le rovine dei templi di Saba Yemen, un torinese l'ultima vittima delle tribù: chiesto un riscatto ROMA L'hanno rapito nella terra della regina di Saba, Maareb, tra colonne di pietra semisepolte dalla sabbia nel deserto che separa quelli che un tempo erano lo Yemen del Nord e lo Yemen del Sud. L'hanno preso mentre lavorava, d'inte�sa con il governo di Sanaa, in vista della mostra sullo Yemen che avrebbe dovuto ospitare a Palazzo Bricherasio, a Torino, nella sua Fondazione di cui è vicepresidente. Lui è Alberto Alessio, 33 anni, una figlia. Letizia, di 15 giorni, figlio di Paolo, imprenditore, presidente della Fondazione Brichera�sio e sequestrato nell'S 1 per sette mesi. Allora i rapitori erano membri di una banda legata alla 'ndrangheta calabre�se, che lo liberò in cambio di quattro miliardi. Oggi i carcerieri di Alessio sono pastori di una tribù che vive a Est di Sanaa e chiede come riscatto la costruzione di una scuola. Alla Farnesina è al lavoro un'unità di crisi, in contatto con l'ambasciatore a Sanaa Umberto Lucchesi Palli, le autorità yemenite e la famiglia Alessio. Le prime notizie scacciano lo spettro del precedente più drammatico, il sequestro del gruppo di turisti inglesi per mano di integralisti deir«Esercito islamico di Aden-Abyan», legati a Bin Laden, concluso con un blitz militare e la morte di tre inglesi e di un australia�no. La vicenda ricorda piuttosto i precedenti rapimenti di turisti italiani nello Yemen: finora 24 di loro sono stati presi in ostaggio negli ultimi sei anni, e tutti sono stati liberati. Alberto Alessio era arrivato nello Yemen marted�scorso. Venerd�pome�riggio è stato portato via da un gruppo di uomini armati. Stava visitando un sito archeologico nei pressi di Maareb, a cento chilometri dalla capitale Sa�naa. Lo accompagnavano due guardie del corpo, una guida, l'autista, il direttore del dipartimento antichità del governatorato di Maareb: tutti caduti nelle mani dei sequestratori. Nello Yemen i rapimenti di stranièri sono in continuo aumento, e hanno provocato la riduzione del 70 per cento del flusso di turisti (tra i quali i più numerosi sono gli italiani). La gran parte dei casi s�sono risolti attraverso trattative con le autorità locali, senza spargimenti di sangue. Le tribù usano i sequestri per ottenere piccole conces�sioni (nel caso del rapimento Alessio, una scuola, la restituzione di alcuni terreni, una non specificata somma di denaro, indennizzi per i danni provoca�ti dalle inondazioni del 1995, una parte degli introiti petroliferi e l'arruolamen�to dei giovani disoccupati della zona di Marib). Come deterrente sono slati istituiti da due anni tribunali speciali per i rapitori che, se condannali, rischiano la pena di morte. Secondo il settimanale «Yemen Ti�mes», per punire una tribù ritenuta responsabile di rapimenti di stranieri sei mesi fa è intervenuto l'esercito, che ha bombardalo con artiglieria pesante e razzi katiuscia il villaggio Al-Said Habab, proprio nel governatorato di Maareb. E il 10 giugno scorso un diplomatico norvegese, Gudbrand Stuve, è rimasto ucciso in uno scontro a fuoco a un posto di blocco tra la polizia e gli uomini che lo avevano appena rapito col figlio di nove anni, rimasto illeso. La Fondazione Bricherasio, che ha ospitato negli ultimi anni nel palazzo barocco nel centro di Torino quindici grandi mostre di arie moderna, ha in programma dal 26 settembre al 7 gennaio 2001 la rassegna «La regina di Saba: arte e leggenda dallo Yemen». Il nucleo centrale della mostra è ora a Roma, nel Palazzo Ruspoli, e sarà arricchito da altre sezioni, tra cui quella dei quadri sei-sellecenloschi che raffigurano la regina di Saba e i suoi incontri con re Salomone. Proprio per firmare il contratto col governo yemenila per la mostra, e per visitare alcuni dei siti archeologici da cui provengono i pezzi che saranno espo�sti, Alberto Alessio era parlilo per lo Yemen, da cui sarebbe dovuto rientra�re ieri in aereo a Roma. «Sto vivendo un momento di grande apprensione, ma ho fiducia in una rapida soluzione», dice la moglie Patrizia. Sereno anche il fratello Ernesto: «Nello Yemen i rapi�menti di stranieri sono all'ordine del giorno e si concludono quasi sempre in tempi brevi. È una vicenda ben diversa da quella che ci è capitata 18 anni fa». (al. ca.| Era nel Paese per organizzare una mostra alla Fondazione Bricherasio di cui è vicepresidente

Persone citate: Alberto Alessio, Bin Laden, Ruspoli, Said, Umberto Lucchesi Palli