«Sappiamo dove lo tengono prigioniero»

«Sappiamo dove lo tengono prigioniero» «Sappiamo dove lo tengono prigioniero» L'ambasciatore d'Italia: il governo assicura che non tenterà blitz intervista Aldo Cantillo ROMA AMBASCIATORE Umberto Lucchesi Palli, quali sono le ultime notizie sul rapimen�to Alessio? «Il negoziato tra i sequestratori e il governo yemenita è già cominciato. Sappiamo dove Alberto Alessio è tenuto prigioniero: un villaggio poverissimo, arrampi�cato sulle montagne a Est di Sanaa, lungo la strada che porta a Maareb. Una regione caldissima e pericolo�sa, che sconsiglio a tutti i turisti; anche se poi tutti ci vanno ugualmentei. In base alla sua esperienza, l'ostaggio è in pericolo di vita? «Sono moderatamente ottimista. Alla famiglia ho spiegato che il prolungarsi della vicenda è un segno posilivo: le richiesto dei sequestratori sono modeste la costruzione di una scuola, la restituzione di alcuni terreni confiscati l'importante ò evitare che le autorità yemenite decidano di intervenire con un blitz militare, die metta a repentaglio l'incolumità del dottorAlessioi. Lei come si è mosso in queste ore? «Stamattina sono stato dal primo ministro Et Iryani. E' uomo di grande statura ed esperienza, io lo considero un po' l'Andreotti yemenita. EÌ Iryani conosce l'Italia, è consapevole che dalla Farnesina e dall'ambasciata viene innanzitutto la richiesta di salvare la vita di Alessio. Mi fido di lui, sono certo che farà come mi ha detto: si muoverà con prudenza». Crede che ti governo italiano possa interve�nire affinché le condizioni poste dai seque�stratori trovino risposta? «Non sono autorizzato a parlarne, comunque credo sia opportuno non creare un precedente, non dare segnali di debolezza. Gli altn italiani rapiti nello Yemen sono stati liberati al termine di trattative gestite interamente dalle autorità locali, senza un nostro intervento diretto. L'esperienza mi insegna che in questi casi ci vuole molta pazienza. Da parte loro, si tratta di concedere qualcosa. Da parte nostra. occorre insistere perché non si ricorra alle armi. Tenendo conto che un'eccessiva insistenza potrebbe stuzzicare l'oigoglio degli yemeniti e provocare l'effet�to opposto». Chi sono i sequestratori? Integralisti isla�mici? O organizzazioni tribali? «Sono tribù stanziali, dedite alla pastorizia, che vivono da secoli in questi villaggi. E che, in alcuni casi, si sono ormai specializzate nei sequestri. Due mesi fa l'ambasciatore polacco, Knsztof Suprovic, è stato rapito nella stessa zona. Mi ha raccontato di essere rimasto impres�sionato dalle condizioni di vita dei suoi carcerie�ri, dalla loro assoluta povertà». Che cosa chiesero in quella circostanza i sequestratori? «La liberazione di uno sceicco. Per fortuna, tutto , è finito bene». Lei aveva incontrato Alessio nei giorni scorsi? «Sì, l'avevo visto qui in ambasciata, all'inizio del suo viaggio. Ma non mi aveva detto che si sarebbe spinto in quel sito archeologico. E' stata una sua iniziativa».

Persone citate: Alberto Alessio, Aldo Cantillo, Andreotti, Umberto Lucchesi Palli

Luoghi citati: Italia, Roma, Yemen