«Preferirei esserci io al posto suo»
«Preferirei esserci io al posto suo» «Preferirei esserci io al posto suo» Parla il padre di Alberto, rapito 19 armi fa dalla 'ndrangheta intervista Emanuela Mlnuccl iohino D IO mio, perché non hanno Iproso me al posto suo? Fa�rei volentieri cambio con lui, povero figliolo... speriamo a l'unno cho lo trattino meglio di quanto fecero quei delinquenti con me». Por Paolo Alessio, 74 anni, l'industriale borinese cho nel 1981 fu sequestrato dalla 'ndnuutbeta per sei mesi e 4 miliardi, il rapimento del figlio Alberto rappresenta una doppia tortura. Forse per questo che nessuno l'altra sera l'ha avverti�lo, nella speranza che passasse una notte tranquilla. «Niente da fare; mio padre l'ha saputo da solo, t! ha reagito conio snrnpre: da vero duro», racconta il figlio Ernesto di 36 anni. Nonostante questa forza, a poco servono lo rassicuranti pa�role delle istituzioni, da quelle pronunciale dall'ambasciatore italiano nello Yemen, Lucchesi Palli, a quelle della Farnesina: «State tranquilli, quelli sono mpiménti diversi dai nostri, i lurisli sequestrati vengono trattati con i guanti i! spesso liberati nel giro di |Kx:hi giorni». E a poco servono le {occe di buon senso dislillalt! da fratello di Alhorto, Emesto, che ha volulo l'an/iano padre al suo fianco per tutta la giornata di ieri, neH'ologanUi appartamento di via Po I, proprio nel cuore della citta: «Papà, stai sereno, lo sai come vanno laggiù quelle cose, fra poche ore ci diranno cho è tutto finito, lo hanno preso insieme con altri turisti, non sanno neppure chi sia Alberto, non possono, e non vogliono accanirsi contro di lui». Tulio inutile. Alle 13,30 ci pensa il Tg 1 a trasformare anche quella faticosa razionalità in ostaggio; se n'è fuggita con il servizio di apertura della cronaca che riserva grande spazio e ap�prensione airavvenimenlo. Alber�to Alessio, seduto sul divano della sala da pranzo del figlio e della nuora Caroline Doerge, intima a tutti un imperioso «fate silenzio» e invila pure Emesto a staccare «quel maledetto telefono che non smette di squillare». Le immagini scorrono e o sguardo si fa duro, quasi che per lui risulli impossibi�li! non rivedere nelle dune dello Yemen i boschi della Calabria dove restò prigioniero per contottanta giorni di una banda mista di calabresi e catanosi. Chiuso a doppia mandata in una capanna di lamiora come un disperato Robinson Ciusoe. Ed eccolo lì. Paolo Alessio, l'uomo che da solo ha costruito un impero da 250 miliardi di fatturato annuo, quasi 20 anni dopo, a rivivere con ansia molti�plicata per due («quella della mia età e quella, troppo giovane, di mio fìg io») lo stesso tormento. Signor Alessio, comprendia�mo il suo stato d'animo: non bastasse un figlio in mano ai rapitori, c'è pure da rivede�re il terribile film del suo sequestro. «Mi auguro che per il mio Alberto sia una cosa molto diversa. Tut�to, d'altronde, lo farebbe presup�porre. Certo cho questa cagnara, questi giornalisti che ti braccano sotto casa. lì' questo show che mi rimanda indietro negli anni. Do�ver sfuggire alle telecatnore... e sempre perché sei protagonista di una brutta notizia». Suo figlio Enrico, però, so�stiene che siete fiduciosi, avete buone speranze che tutto si risolva per il meglio. D'altronde sono in molti ad avervi rassicurato: dicono che questa storia finirà subi�to, come sono finite, per il momento, tutte le altre. «Si sono abbastanza fiducioso, questo rapimento ha davvero poco a che vedere con il mio. Però la prudenza non è mai troppo. Anche se si tratta soltan�to di una bega locale aspettiamo a dirlo quando quel telefono squillerà per dirmi che Alberto sta rientrando a casa. Ha una bellissima bambina da coccola�re, Letizia, di appena quattordici giorni che aspetta il suo papà, e una giovane moglie che ha sposa�to tre anni fa: non esiste altra vìa di uscita, mio figlio deve tornare al più presto». Certo che la cattiva sorte sembra essersi accanita con�tro là vostra famiglia: prima sua moglie che muore in un incidente d'auto poi il suo sequestro, oggi questa sto�ria... «Diciamo che la vita ci ha messo a dura prova, ma siamo abituati a reagire e neanche questa storia ci piegherà». Alberto è stato sequestrato in gruppo, in apparenza non c'è alcun disegno specifico sulla sua persona. Dalla Farnesùta, poi, fanno sapere che i sequestrati da quelle parti sono trattati alla stre�gua di ospiti d'onore. Que�sto, almeno, dovrebbe con�fortarla. «Certo che mi conforta. Ma so anche che sui rapimenti non c'è mai da scherzare. E adesso lonta�no da me c'è mio figlio. L'ho detto e lo ripeto: preferirei mille volte esserci io. E ora, per favore, lasciateci un po' in pace. Tutto questo clomore non fa certo bene alla vicenda». m «Farei volentieri il cambio: povero figliolo, ha una bambina di appena dieci giorni. Spero almeno che lo trattino meglio di quanto fecero quei delinquenti con me» Paolo Alessio, Il padre de! rapito, che fu sequestrato dato 'ndrangbou nel 1981 e liberato dopo il p^amento di 4 miliardi ?t
Persone citate: Caroline Doerge, Emanuela Mlnuccl, Lucchesi Palli, Paolo Alessio, Robinson Ciusoe
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