« Pieni» Affari a rischio mafia » di Francesco Manacorda

« Pieni» Affari a rischio mafia » «Pizza Affari a rischio mafia» Allarme di Vigna dopo il caso Wall Street Francesco Manacorda MILANO 11 rischio di infiltrazioni mafiose sul mercato azionario? Esiste an�che in Italia, dico il Procuratore nazionale antimafia Pier Luigi Vi�gna. Dopo l'operazione «Uptick». che mercoled�pomeriggio ha dato un colpo alle allivilà di Cosa Nostra a Wall Street, con l'arresto di 12U persone accusate di pratica�re il «punì]) and dump» rialzi artificiosi dei titoli, seguiti dalla loro vendita e dalla caduta libera delle azioni anche l'Italia s'inter�roga sul rischio di uno sbarco della mafia a Piazza Affari, maga�ri aiutata dal boom delle transizio�ni elettroniche. Un allarme che del resto e già scattato qualche settimana fa, quando il presidente della Consoli Luigi Spaventa ha incontrato il procuratore capo di Milano Gerardo D'Ambrosio pro�prio per affrontare il tema della criminalità finanziaria. E che il pericolo sia concreto lo spiega anche una ricerca che ver�rà presentata proprio oggi alla Camera di commercio di Milano su «1 nuovi rischi criminali nella cyberfinanza». Per il momento, spiega Ernesto Savona, direttore deirossorvatorio Transcrime doll'univorsità di Tronto, che ha cura�to lo studio, veri e propri casi di sbarco delle mafia sulla Borsa italiana non so no vedono, «ma avverto la mafia nostrana segue storicomonte un sentiero assai simile a quello della mufia statuni�tense, anche se con una decina di anni di ritardo». Così, so davvero l'ombra criminale a Wall Street è stuta provocata da un declino dolio attività «tradizionali» delle cosche d'Oltreoceano, il fenomeno potrebbe rijielorsi presto anche qui da noi. Vigna ricorda come già ci siano state «in Italia note di allarmo anche du parto del presidente della Consoo per quanto riguarda le possibili intromissioni illecite nel sistema borsistico» u aggiunge che Internet può complicare il lavoro doi magistrati «per la diifi colta di individuare chi utilizza questi sistemi a fini illeciti». E il caso di Wall Street, dice, pone «problemi attuali non solo por I America, ma un po' per tutto le società evolute». E anche D'Am�brosio spiega che l'operazione «Uptick» «non mi meraviglia affatto» e si stupisce piuttosto dei metodi un po' rozzi utilizzati dallo fami�glie newyorkesi «che hanno ben altri mozzi per intervenire». Non credo invoco a un pericolo mafio�so, almeno non per il momento, Alberto Albertini, amministratore delegato della banca omonima: «A Milano o nelle Borse europeo non c'è allarmo per Wall Street perché fortunatumonto la criminalità or�ganizzata italiana non sombra aver raggiunto tali livelli di sofisti razione» mentre il recente caso americano ha portato alla luce i metodi «di una mafia molto pro�gredita». Il rischio, dico ancora Albertini, può venire soprattutto al boom legato alla new economy, «quando la massa di nuove quota�zioni in Borsa è tale da perdere il controllo». E ta new economy, non tanto per la massa di titoli, quanto per l'utilizzo di Internet in Borsa, è il punto critico individuato anche dalla ricerca condotta da Savonq. «Ci sono tre momenti delle transa�zioni on-line in cui si possono compiere operazioni illecite spie�ga -i la raccolta di informazioni, la scolla dell'investimento e la transazio io finanziaria». Il rischio di inquinamento, rispetto al increa�to tradizionale, aumenta in modo esponenziale proprio grazie a In�ternet, sia per la facilità di rag�giungere e talvolta ingannare un numero enorme di soggetti, sia per il ritmo del mercato, che concede poco tempo per approfon�dire le informazioni che si ricevono o controllarne la fonte. Del resto, a parto le operazioni illecito sui mercati borsistici, il crimine organizzato ha già una forte tradi�zione nella finanza «pulita per riciclare i proventi ai attività illegali e la sua dimensione internazionalo si è mossa di pari posso con un'internazionalizzazione del�lo attività economiche. Per contrastare i rischi di infil�trazioni mafiose in Borsa il rappor�to sui rischi criminali nella cyberfinanze propone di cambiare il diritto penale e societario, aumen�tando la trasparenza e i potori di controllo della Consob oggi assai inferiori a quelli della Sec e di puntare molto sull'informazione dei risparmiatori. Ma il problema è anche di cultura: «Quando negli Staiti Uniti si scopro una mela marcia in Borsa spiega Savona la Sec annuncia tutto e la vicenda finisce in prima pagina sui giorna�li. Da noi, invece, si è deciso che è meglio espellere la mela marcia senza allarmare i mercati e la vicenda finisce confinata in due righe sui giornali specializzati». II procuratore capo di Milano Gerardo D'Ambrosio

Persone citate: Albertini, Alberto Albertini, Ernesto Savona, Gerardo D'ambrosio, Luigi Spaventa, Vigna