Quando la sinistra italiana amava l'atomo di Pierluigi Battista

Quando la sinistra italiana amava l'atomo Quando la sinistra italiana amava l'atomo Pierluigi Battista *r TN tempo in Italia «nuclea�re, s�grazie» era dire una \^J cosa ai sinistra. Era di sinistra Felice Ippolito, il profe�ta dell'uso civile dell'energia nu�cleare che nel cuore degù anni Sessanta venne neutralizzato con le armi improprie della spe�culazióne politico-giudiziaria. Erano di sinistra, della sinistra liberal-progressista, gli «Amici del 'Mondo"» che nei loro conve�gni invocavano il nucleare come veicolo di liberazione dall'oligar�chia petrolifera delle Sette Sorel�le. Erano di sinistra il Pei e il Psi che non avevano da obiettare allo sviluppo del nucleare civile. Era di sinistra, non ancora scre�ditato e gettato vìa come un ferrovecchio della cultura politi�ca, U concetto di «Progresso» e anche quello d�«Sviluppo» non se la passava male. Era di sini�stra l'illusione di un'energia puli�ta e silenziosa. Ma qualcosa doveva essere accaduto in Italia, perché un giorno la sinistra si risvegliò pensando l'opposto: «nucleare? No grazie». Concentrato di simboli, veico�lo di paure ancestrali, officina di nuove maschere politiche, sinte�si di ogni atteggiamento verso la modernità e i suoi effetti collate�rali, la «questione nucleare» in Italia ha costituito por oltre un ventennio il palcoscenico di drammi e trasformismi, lacera�zioni e astuzie politiche. La co�munità scientifica aveva reagito con moderata indignazione alla liquidazione, con contorno tru�culento di cplpi bassi e persecu�zioni ad personam, di Felice Ippolito, padre del nuclearismo italiano per uso civile. Ma erano gU anni Sessanta. Passa poco tempo, ma cambia tutto. La penuria di petrolio che si manife�sta nella crisi del '73 avrebbe potuto rendere ancora più urgen�te l'ansia di emanciparsi dai caprìcci degli sceicchi, ma l'umo�re anticapitalista si è già diffuso a macchia d'olio. Il «modello di sviluppo» entra nel mirino del nuovo catastrofismo alimentato dagli scenari apocalittici del «club di Roma» di Aurelio Pcccei. E quando nel 1975 viene varata il nuovo Piano energetico che prevede la costruzione di venti nuova centrali nucleari oltre a quelle di Trino Vercelle�se, d�Borgo Sabotino, di Garigliano e Caorso, umori protestatari, ubbie antimodeme, ostilità antiindustrìali si saldano in un fron�te comune che vede nel nucleare ' la radice di tutti i mah. L'edifìcanda centrale di Montalto di Castro diventa la catterdrale che calamità su di sé la protosta. Si manifesta per le strade di Roma. Si sperimenta il blocco della ferrovia Roma-Genova. Si fanno i blocchi stradali sull'Aurelia. Capalbio è nei pareggi e in pieno '77 il principe Nicola Caracciolo si fa immortalare dipinto come un «indiano metropolitano» con�tro la nuova centrale. 0 nucleare diventa un po' meno di sinistra. Per la verità �partiti «storici» della sinistra tengono duro. E si dimostrano anzi assai impermea�bili alle denunce, anche a quelle argomentate -e zeppe di dati d�Peccai e Giorgio Nebbia, di Ma�rio Fazio e Adriano Bozzati-Tra�verso. L'antinuclearismo diven�ta una bandiera per le frange del movimento che non si rassegna�no all'esaurimento del '68. Nel neo-movimento anti-nucleare si fanno le ossa due amici insepara�bili, Gianni Mattioli e Massimo Scalia, che vengono dal «Manife�sto» e diventeranno animatori dell'arcipelago verde. Nel corso degli anni l'agitazione antinucle�are si fonderà con �movimenti contrari al riarmo nucleare della Nato per bilanciare gli SS20 sovietici, ciò che non a lontanerà i già tenaci sospetti sull matrice politica del moviment anti-nucleare. Ma è soltanto co l'incidente nella centrale di Cer nobyl che il movimento antinu cleare dilagherà nell'opinioni pubblica e travolgerà i partiti d sinistraIn tutta Europa si diffonde i panico. Ogni ciuffo d'erba pò Irebbe essere contaminato, h famiglie sono terrorizzate per i latte radioattivo. Il fronte a favo re del nucleare e in rotta. Felle Ippolito va in televisione facen dosi riprendere mentre divora 1. verdura fresca ma la peforman ce non sortisce gli effetti sperati Nel mondo politico lo smotta mento dei nuclearisti è iUarresta bile. I socialisti con Claudk Martelli decidono di cavalcare i referendum antinucleare. Ne Pei gli emendamenti congressua li antinucleari passano e metto no in soffitta decenni di fllo-nu ci carismi). Durante la campagm elettorale in tv sono rari g�scontri diretti, e resta memorab�le nella sua unicità il duello tri Mattioli e il suo vecchio profes�sore Edoardo Arnaldi il quale esasperato dall'ondata di terrò re che rischia di travolgare ogni argine scientifico, dà del «fesso» al suo ex allievo. Tra i partiti, l'unico a guardia del bidone è quello repubblicano. Un'esilissima Maginot. Le radiazioni cultu rali dell'antinucleare dilagano Resta la centrale di Montalto enorme e convertita, cattedra!^ di un mondo scomparso. Lo scienziato Felice Ippolito fu uno tra i principali sostenitori dell'cnorpa nucleare civile In Italia