Centrali, i costi astronomici della chiusura

Centrali, i costi astronomici della chiusura Centrali, i costi astronomici della chiusura Migliaia di miliardi (e decenni di lavoro) per ogni impianto Piero Bianucci Costruire uii;i,centrale nucleare è un'impresa coroplesaa a costosa, ma smantellarla e fono ancora più complicalo e quasi altrettanto di�spendioso, il «deconunlasioning» come i tecnici chiamano l'operazio�ne di chiusura e messa in sicurezza è inoltro un processo lun^o, il cancelliero Schroeder e «li industriali che ieri hanno firmalo l'ac�cordo per la liquidazione delle 19 centrali tedesche non vedranno cer�io la fine della vicenda avviala con quel gesto; l'Ultima centrali! uscirà di produzione nel 2021, dieci anni sono necessari per jiotor iniziare il irailamentodoi materiali radioatti�vi, e siamo al 2031; i «funerali» dello scorie richiederanno almeno una cinquantina di anni, e siamo al 20111, dopodiché i residui a radioat�tività media e hassa vivranno anco�ra qualche secolo, mentre i residui ad alla radioattivila dureranno per tempi dell'ordine di centomila an�ni. Quando si spoglie defuiilivamente un reattore, bisogna estrarre dal suo nòcciolo il combustibile resi�duo e deporlo in apposite vasche dove il calore, ancora emesso in tfran quantità (è la cosiddetta «po�tenza residua»), viene smallilo in acqua. Il depòsito nelle piscine di raffreddamento può durare una decina di anni o più. A questo punto si aprono due possibilità. La prima consiste nel trattare le scorie per eslrame il materiale fissile ancora utile, cioè il plutonio che si è formato durante il funziona�mento della centrale e l'uranio 235 rimasto incombusto. In questo ca�so il materiale fissile può tornare sul mercato e le scorie restanti, che non sono particolarmente pericolo�se, vengono sigillate in appositi contenitori e sistem 'te in deposili geologicamente sicuri, per esempio in ex miniere di salgemma, dove le infiltrazioni di acqua sono estrema�mente improbabili. I,.i seconda possibilità è invece quella di liquidare le scorie cosi come sono, con il loro contenuto di plutonio, elementi transplutonici o uranio 235. In questo caso il mate�riale deve essere depositato in un silo temporanea per circa cinquant'anni perché si scarichi il grosso della radioattività. Si passa poi alla vetrificazione delle scorie e alla chiusura in serbatoi di acciaio inossidabile. La destinazione di questi contenitori sarà un «cimite�ro» nucleare scavato a grande pro�fondità in rocce asciutte e non soggette a movimenti tettonici: i progetti di questi cimiteri prevedo�no un camino di accesso al tonnine dei quale si apre un fitto reticolato di cunicoli noi quali vorranno dispo�sti i serbatoi. Poiché l'accordo fir�mato in Germania stabilisce che dopo il 2005 non si spedisca più il combustibile nucleare usalo agli impianti di ritrattamonto di La Hague in Francia o di Sellafield in Gran Bretagna, la Germania dovrà attrezzarsi per adottare questa se�conda soluzione. Rimano in ogni caso il problema delle strutture delle 19 centrali, a cominciare dai «vessel», cioè dai contenitori di acciaio in cui sono protetti i tubi che contengono le pastiglie di combustibile dei reatto�ri. Questi sono oggetti di grandi dimensioni (paragonabili a una vil�letta o a un Tir) e a media radioatti�vità. Si tratta cioè di materiali ingombranti, da collocare in altri «cimiteri», dove dovranno rimane�re per circa 300 anni. 1 costi? «Molto incerti dice Giovanni Del Tin, ordinario di Reat�tori Nucleari al Politecnico di Tori�no dipende dal tipo di reattore e da fattori non precisabili perche non esiste un mercato del decoramissioning. Nel prezzo del kilowatlora prodotto in centrali nucleari è inclusa una percentuale dol 5-10 per cento destinata allo spese di smantellamento. I nuovi reattori sono già progettati in vista dolla demolizione e quindi hanno costi minori. Inoltre molti lavori oggi si fanno con robot, e questo abbassa le spese». In ogni caso, se una centrale nucleare costa sui 10 mila miliardi, chiuderla può costare un terzo di questa cifra. Carlo Riabbia, premio Nobel per la Fisica, ha presentato qualche anno fa una sua tecnica per rendere innocue le scorie più radioattive bombardandole con protoni. «E' un'idea intelligente dice Del Tin ma non esiste ancora neppure un progetto di sperimenta�zione. C'è tuttavia davanti a noi un tempo sufficiente per verificare la convenienza di questo metodo».

Persone citate: Carlo Riabbia, Del Tin, Giovanni Del Tin, Hague, Piero Bianucci, Schroeder

Luoghi citati: Francia, Germania, Gran Bretagna