Rock e dance, è qui la festa

Rock e dance, è qui la festa TRE MESI DI FESTIVAL MUSICALI IN TUTTA ITALIA, SUL MODELLO ANGLOSASSONE DEI RADUNI Rock e dance, è qui la festa Si diffonde Vabitudine di sostituire alle ferie lunghi fine settimana per ascoltare gli artisti del cuore eventi Marinella Venegon�A parte quello di Sanremo (che e tutt'altra storia, però) l'Ita�lia non ò mai stata un paese da Festival. La tradizionale assen�za delle istituzioni nell'educazio�ne alla musica, la mancanza di considerazione per la canzone po�polare, l'interesse giovanile spes�so capricdnso e peregrino hanno impedito a lungo che si coagulas�sero progolti; ne sa più di tutti Claudio Trotta, promoter milane�se che non dimonticherà la dé�bàcle del primo rockfestivai italia�no, il suo, nel giugno '94, al parco Aouatica: in pieni mondiali d�calcio, ad ascoltare Bob Dylan anivaronu in meno di tramila, e per salvarsi egli fu costretto a montare in gran fretta un megaschermo che coniugasse watt e rigori. C'ò voluta la globalizzazione, doU'industria e delle modo, per�dio si comindasso davvero a ra�gionare di rassegne di rock e din�torni; legato alia bolla stagione, propongono un modello anglosassono d�raduni collettivi a lunga durata; ma poiché le istituzioni sono rigido lumache rispetto alla vita, o i promoter non hanno come fino prioritario l'educazione né la bcnoficienza, l'allineamento con il resto doll'Ocddento non è stato semplice. Giovanili orde barbaricho sono state messe a cuoce�re sul cemento dogli autodromi invoce cho in verdi radure probito: o nnalmonto il successo dol primo Noapolls dentro lo polveri rosse di Bugnoli, poi di Vasco Rossi ad Imola Fostival nel '98 (che toccò l'imbattuto record d�130 mila presenze) hanno provo�cato un'accoloraziono d�iniziati�ve da lasciar sbigottiti. Noi italia�ni siamo fatti così, che solo quan�do una cosa funziona già, comin�ciamo a prenderla siu serio e a buttarci a capofitto. Lo cifre clamoroso dol primo colpo mosso a segno ancho grazie a una sunionte campagna promo�zionale Hanno finito per far dol bone ancho ad altri vecchi Festi�val quasi carbonari che campava�no grazie al volontariato di appas�sionati o al buon carattere di qualche assessore. Se n'ò giovata anche Umbria Jazz, storica rasse�gna gratificata dall'ombrello cul�turale perché tratta di jazz (ma se vogliono vedere le masse sulle loro eleganti colline, imbarcano in cartellone le stesse facce che girano nei Festival pop). E quest'anno, alla fine, l'Italia è uifìcialmente un Paese che fra giugno e settembre strariperà d�Festival musicali. Si comincia que�sta settimana, con i ragazzi liberi dagli impegni scolastici; ma an�che fra le giovanili classi lavoratri�ci sta prendendo pindo il costume di sostituire alle ferie una serie d�lunghi fine settimana a full-immersion nel rock o nella dance, nella folla e nei watt, cemento o non cemento non importa. Si va ai Festival per ascoltare la musica preferita ma anche per fare un po' di cinema, per arrotolarsi gran canne (inutile nasconderlo) e tarsi grandi risate in compagnia, per beccare ed essere beccati. E poi�ché dormire bisogna, ogni tanto almeno, va avanzando la moda-ri�sparmio del campeggio in area, che già a Woodstock nel '69-31 anni la era un costume del tutto naturale; dopo defatiganti intoppi la tenda decolla anche da noi, perfino più velocemente del senso collettivo di civismo d�cui l'itali�co popolo non è esempio mondia�le. Ma tutto non si può avere. Per distinguersi fra loro, i Festivals dovrebbero offrire sui loro palchi proposte difTerenziate di generi; pero nessuno si fida trop�po della capricciosa gioventù e dovunque ci sarà un pò d�tutto: a fare la specificità saranno soprat�tutto i luoghi e le atmosfere. L'vHeìneken Jammin' Festi�val» di Imola, per esempio, sul famoso cemento dell'Autodromo, è quello che in tre anni ha cercato di creare eventi, e questa volta il punto di forza dei tre giorni (16-18 giugno) sarà il primo concerto di Piero Pelù da solista, sabato pros�simo; gli altri headlìner sono ve�nerd�gli arrabbiatissimi Raga Against The Machine e domenica i tinto duri Oasis; tutti preceduti e seguiti da altri artisti, con i cancel�li aperti dalle 10 del mattino fino a notte fonda e intomo bar, ristoran�ti, basket, bancarelle, centro mas�saggi. A Imola convergono coloro che amano stare in mezzo alle folle e liquefarsi sotto il solo o prendersi l'influenza sotto i nubi�fragi, com'è successo l'anno scor�so quando d fu una distribuzione di giacche a vento per evitare casi di ipotermia. Ma Festival può essere anche un giorno solo, come accade nell'aflollatissimo 18 giugno per il «Beatles Day» di Brescia: l'ospite più atteso è Gary Gibson, uno che ìia fatto successo perché somiglia a John Lennon da far paura, e canticchia pure alla sua maniera: una giornata in puro stile nostal�gia. Atmosfera del tutto opposta ad «Arezzo Wave Love Festival», dal 5 al 9 luglio: frequentato da giovanissimi soprattutto, la sua specialità è d�esser completamen�te gratuito, e di durare sempre fino alle 6 del mattino; d sono tre palchi e camping a gogò, si mesco�lano tedino, house, trip-bop, drum'n'bass e quant'altro. Apro�no il 5 gli Asian Dub Foundation; punti cu forza: il 6 Moby da mesi in classifica, l'S Howie B., il 9 i Bluvertigo e i Negrità. Poco si sa d�un altro meeting emergente, il «Percfest 2000» (fi Laigueglia dal 22 ai 24 giugno, che pero ha la particolarità d�puntare tutto sulle percussioni, con anche dei seminari; fra gli ideatori Elio e le Storie Tese, che organizzano un omaggio al percussionista scom�parso giovanissimo Naco. Certo, avere u mare a portata di mano è il massimo: nel segno dell'alterna�tivo il «Beach Bum Festival», dal 29 giugno, si fa proprio a 300 metri dalla spiaggia: promette gli artisti più radicai, dai 99 Posse ai Chumbawamba, il 30 Joe Strummer ed Emir Kusturìca, e l'I gli Embrace e gli Einsturzende Neubauten, interessanti sperimentalist�tedeschi, e tutta una dttà di servìzi costruita per i clienti Molti Comuni approfittano dei loro luoghi più belli, e a Bollate c'è il «Festival di Villa Arconatù, in�cantevole malgrado le zanzare: da segnalare il 5 luglio Franco Battiato, il 10 Fossati, l'I 1 Ani di Franco, il 13 l'ugola siberiana di Sainkho Namchylak e i Tuareg Baly dell'Algeria. Di «Folkest», che dura in muli per tutto luglio, si ricorda il 20 al castello di Udine una serata di donne toste come Michelle Shocked e Joan Baez. Ancora per chi resta in dttà, il 9 luglio c'è il «Monza Rock Festi�val»; autodromo per un giorno solo, con una lunga fila di nomi, da Alanìs Morissette a Skunk Anansìe, dai Nino Indi Naìls a CSI, Litfiba, Fabi, Gazze, Consoli. Che indigestione. Domenica prossima Brescia si anima per il «Beatles Day» mentre il «Folkest» in Friuli vanta un fìtto programma per tutto luglio A Imola, dal 16 al 18 giugno si scatena l'Heineken Jammin' Festival: punto di forza sarà il primo concerto di Piero Pelù da solista