Johnny Hallyday: cantando sotto la pioggia di Enrico Benedetto

Johnny Hallyday: cantando sotto la pioggia Mezzo milione di spettatori in estasi ai piedi della Tour Eiffel per ascoltare l'inossidabile rocker Johnny Hallyday: cantando sotto la pioggia Costato 12 miliardi il concerto per i quarant'anni di carriera Enrico Benedetto comspondente da PARIGI Cinquecentomila in piazza per Jolmny Hallyday. Per festeggiare i miarant'anni sul palco, fmossidabile rocker 57enne ha deciso che la Francia meritava di ascoltarlo gra�tis. Donde il megaconcerlo ai piedi della Tour EiiTel, sabato sera, con tre generazioni in estasi malgrado la pioggia, Johnny sbuca da un gigan�tesco pallimi', stile sorpresa nelruuvo di Pasoua. E' una strizzatina d'occhio agli Europei che esordisco�no alla stossa ora. Ma non teme la concorrenza catodica, monsiour Hallyday. Anzi, «Tfl» il principale network transalpino ha messo mano ai portafogli per coprigli le spese: dodici miliardi e l'ha trasmes�so a sorpresa in dirotta. Con quarantuno fra lp e ed nel suo palmarès, potrebbe cantaro duo giorni di seguito. Ma i 20 brani cho sceglie hanno una storia speciale. «Quelquos cris», per esempio, è a firma Frangoise Sagan, quella di «Boniour tristessc». Ma tra l'inafTondabile hit parade hallydayana ecco i duo con Sonia Lacen, Floront Pagny e i Rita Matsuoko, ripresi da sei maxischermi, E nel finale, l'indimenticabile «Je ne regrotte rion» di Edith Piaf. «Non rimpiango nulla» è, per Johnny Hallyday, un credo. Riguar�da le donne inclusa l'ex moglie bulgara parigìnizzata Sylvie Var-, tan, che pratica tuttora il genere melodico i soldi scialacquati, gli eccessi vàri (nano su «Lo Mondo» il m i.. maI di vivere, ó le sue confessio�ni fecero epoca), il look giovanilistico. Nel '98, dichiarò: «L'impressio�no di essere un superstite non mi abbandona più. Restiamo in due: Mick Jagger e io. Chi faceva la nostra vita è lesso, da buttare». Invece lui resiste. E non conce�dendosi qualche Olympia a interval�li ragionevoli come gli attempati croonor del panorama francofono: Trenet, Aznavour, Bócaud, Moustaki.,. Lui riempie gli stadi incluso quello da 80 mila poltrone in cui Zidane fiC, vinsero il Mondiale e fa tuttora strago di ragazzine/i ben�ché il ciuffo biondo vivo brilli per innaturalezza e di profilo sporga quella pancetta su cui ironizza vo�lentieri. La Francia snob lo considerò sin dall'inizio un male necessario per svagare i famosi giovani. Ma il guaio, con Johnny, è che dura. «Pensavo di resistere un anno al massimo, e invece...». U segreto, nessuno riesce a carpir�glielo. Ma in compenso, dopo lungo surplace gli intellettuali si mobilita�no per celebrarlo. Prendiamo Daniel Rondeau, saggista di fama. Innamo�ratosene, ci regala sull'ultimo «ParisMatch» un languoroso dialogo con il suo idolo. E ormai la Parigi letteraria preme per farsi musicare da lui: Labro, Ravalec, Djian. Come la Due Cavalli e le baguettes, l'improbabile francese Johnny Hallyday (si chia�ma Jean-Philippe Smeli figura or�mai nel patrimonio nazionale. E tuttavia, un rimpianto ce l'ha. L'America. Vorrebbe essere, come Celine Dion oltreoceano, la voce rock della francofonia senza frontie�re. Ma gli States lo tradiscono. Ha un bel trascorrere mesi a Los Ange�les, cavalcando Harley con la bion�da Laetitia (sposata nel '96 e,non ancora trentenne): il pubblico Usa proprio non vuole saperne. Ne testi�monia il recente insuccesso a Las Vegas. E in fondo, non si può dire cho l'Europa straveda per lui. Me�glio fare l'americano a Parigi.

Luoghi citati: America, Europa, Francia, Las Vegas, Olympia, Parigi, Usa