Un progetto italiano per correggere l'Europa

Un progetto italiano per correggere l'Europa Un progetto italiano per correggere l'Europa Aldo Rizzo SI dice che in Italia ci sia poco interesse per il grande dibattito sul futuro del�l'Unione europea, che altrove (a Berlino, a Parigi, nella stessa Londra) impegna governi e parti�ti, mondo economico e giornali�sti. A parziale smentita, è stato presentato a Roma un «docu�mento di lavoro» sui temi princi�pali della riforma dell'Ue (previ�sta per la fine dell'anno nel vertice di Nizza). Lo ha redatto un gruppo di dieci personalità provenienti dalla diplomazia, dall'Università, dall'industria, guidato dall'amba^-iatore Cesi�dio Guazzaroni, già commissa�rio europeo, uno dei nostri mas�simi esperti dell'integrazione. Che dice, che propone il «Gruppo dei 10», in questo docu�mento di 40 pagine? Dice che, col passaggio di secolo, e alla vigilia (storicamente) dell'allar�gamento ai Paesi candidati del�l'Est e del Sud, l'Unione europea è chiamata a una decisiva auto�correzione delle sue regole, per sperare di agire come realtà politicamente, e non solo econo�micamente, nuova e autonoma. E fornisce una serie di proposte per il cambiamento, che prove�rò a riassumere. Ridefìnizione della Commis�sione, con un membro per ogni Paese, ma con maggiori poteri per il Presidente e per un suo «comitato ristretto». Estensione decisa, nelle votazioni del Consi�glio dei ministri dell'Ue, del voto a maggioranza, tenendo conto del peso demografico dei singoli Paesi e lasciando l'unani�mità per pochi e circoscrìtti argomenti. Passaggio dall'attua�le presidenza di turno di sei mesi (troppo pochi) a una di diciotto mesi, di tipo collegiale, ma coordinata dal Paese di mag�gior popolazione. Rafforzamen�to del ruolo del Parlamento europeo, ma in stretto collega�mento con i Parlamenti naziona�li. Necessità che a un gruppo di Stati membri (possibilmente un terzo del totale) sia consentito di procedere, in tutti i settori, compresa la politica estera e la difesa, verso forme più strette e spedite d'integrazione, senza possibilità di veti nazionali (na�turalmente lasciando la porta aperta a chi volesse in qualun�que momento aggiungersi). Isti�tuzione, accanto alla Banca cen�trale europea, «guardiana» della moneta unica, di un vero e riconosciuto organo politico di «governo dell'economia». Infi�ne, la redazione (già in atto) di una Carta dei diritti fondamen�tali dei cittadini europei, che impegni, olire ai membri attuali dell'Ue, i Paesi candidati, per evitare nuovi «casi Austria» (o «casi Haider»). So che questa mia sintesi (che già semplifica molto le proposte dei Dieci) può apparire troppo «tecnica». Quanti problemi, quante proposte. Ma un merito di questo documento che non a caso ha come referenti «esterni» la Direzione generale della Far�nesina per i problemi dell'inte�grazione europea (Cangelosi) e la Rappresentanza italiana del�la Commissione (Mombelli) è quello di non cercare fughe in avanti (Federazione, subito), bens�d'indicare vie di progresso realistiche, cioè percorribili nel�la realtà data. E un tale modo di procedere è inevitabilmente «tecnico». Ma non per questo vien meno l'obiettivo «politico»; un nuovo salto istituzionale del�l'Unione europea, con un concre�to contributo italiano, che poi a conti fatti non manca mai. Sem�mai a volte manca l'Italia in quanto tale, ma questo è un altro discorso.

Persone citate: Aldo Rizzo, Cangelosi, Consi, Haider, Mombelli

Luoghi citati: Austria, Berlino, Europa, Italia, Londra, Nizza, Parigi, Roma