La pioggia non ferma il ritorno di Napoleone

La pioggia non ferma il ritorno di Napoleone La pioggia non ferma il ritorno di Napoleone In tredicimila per la rievocazione della battaglia d�Marengo reportage inviato a ALESSANDRIA Piove. Ma questa volta è un omaggio della Storia. Piove�va anche allora, duecento anni fa, nei giorni a ridosso della battaglia, su questi campi di gra�no tagliati da un fiumiciattolo. C'era qualche cascina color ocra, c'erano stalle e capanni, c'erano cortili con i govoni accatastati. Marengo esisteva già al tempo dei romani e gli eserciti che scen�devano e salivano ai passi, veni�vano tutti qui. Però, deve il suo nome a Napoleone e a questa battaglia. Era il 14 giugno 1800. Duecento anni dopo. Marengo rende semplicemente onore alla sua Storia. Ieri, in questa domeni�ca di giugno, ha commemorato quel giorno. Quattordicimila mor�ti, ventimila feriti. Il generale in capo Alexandre Berthier scrive�va a Napoleone: «Vi farò conosce�re i dettagli di questa memorabi�le giornata e i nomi di quelli che si sono distinti». La Storia è come la vita. I nomi li ha già scelti. «Il generale Murat ha avuto i suoi abiti crivellati dalle palle; un colpo di fucile ha portato via il cappello al generale Lannes; i generali Mainoni, Mathor, Rivaud sono stati feriti». Gli altri morti sono militi ignoti. Non hanno nome neanche i figuranti che sono venuti 'qui per rifare la Storia. Sono venuti in duemila e si sono schierati su questi campi di fango. Sono venuti da quasi tutta l'Europa, molti austrìaci e france�si, ma anche russi, con le loro divise antiche, a riportare indie�tro l'orologio e gli sguardi. Fran�cesi e austrìaci hanno allestito due accampamenti come allora, a Cascina Marengo. Sono arrivati tredicimila spettatori, secondo Pierangelo Taverna, presidente della società Napoleonica: tutti inzuppati d'acqua, protagonisti anche loro. Cento uomini per il servizio di sorveglianza. Due eli�cotteri in volo. Dieci ambulanze della Croce Rossa: «Una ventina di soccorsi, compreso sabato, U giorno delle prove». Sembrava quasi una battaglia vera. I cannoni, i fanti, le cavallerìe, gli spar�che rimbombavano. Mancavano solo i brividi. Il passato non si rifa per fìnta. Bisogna cercarlo nella lettera di un testimone, un granatiere francese: «Più di tre�mila feriti francesi e austrìaci ammucchiati gli uni sugli altri, nel cortile, nei granai, nelle scude�rìe, nelle staue. nelle cantine e nei solai, gridavano lamentando�si e imprecavano contro i chirur�ghi». Ma oggi si commemora la vittoria. Non il dolore. «Sentii da ogni parte i lamenti di molti miei compagni. Sentii i miei amici che mi chiedevano da bere e da man�giare». Oggi si rievoca un giorno della Storia come una festa, e si com�memora il generale più grande di tutti i tempi. Valicate le Alpi al passo del Gran San Bernardo nel maggio del 1800, l'esercito napo�leonico era sceso in Italia. Trenta�mila soldati. Dopo la vittoria sugli austrìaci a Montebello, i francesi si disposero nelle campa�gne della Fraschetta, a Marengo, a pochi chilometri da Alessan�dria. Il 14 giugno la battaglia. All'inizio, le truppe austrìache del maresciallo Melas, sbaraglia�rono la resistenza degli uomini di Napoleone. Dopo una ritirata di qualche miglio dal borgo di San Giuliano, part�però la riscossa dei francesi che, grazie ai rinforzi del generale Desaix, riuscirono alla une a vincere. La battaglia di Marengo fu questa. Napoleone la considerava cos�importante che solo 5 anni dopo, nel 1805, volle già la prima rievocazione. La capeggiò Federico Capanna, che era prefetto e che quella batta�glia avrebbe voluto farla davve�ro: era stato fatto prigioniero dagli austriaci a Novi e fu libera�to dopo la vittoria. Invece, ci partecipò suo fratello Giuseppe. E adesso, Giampiero Cellerino, che da loro discende, si guarda i figuranti, e si vive quei giorni davanti alle sue terre. Tra la Bormida e Marengo ci sono le cascine Perbona e Stortigliona: wrtiroiu) qui i primi scontri nela mattina del 14 giugno 1800. Joseph Petit, granatiere a cavallo della Guardia dei Consoli, lo scris�se nel suo diario: «L'alba del 25 pratile (14 giugno nel calendario della Rivoluzione francese, ndr) aveva appena cominciato a spun�tare quando fummo svegliati da alcuni colpi di cannone tirati dall'avanguardia. In un batter d'occhio eravamo già pronti, e la nostra colazione fu veloce quan�to la cena della sera prima». La battaglia vera cominciò alle 11,30. Più o meno l'ora in cui cominciano questa mattina di pioggia e di vento; la storia rico�nosce i suoi appuntamenti. An�che allora, nei giorni precedenti, aveva piovuto un sacco, tanto da rendere impraticabili i terreni. Vicino a Marengo, c'è un piccolo corso d'acqua, il Fontanone, che nasce a Nord Ert di Frugarolo o sfocia nel Tanaro, presso Montecastello. Il giorno della battaglia questo rigagnolo tracimava per le pioggìe cadute e andava a far fango nei campi di grano. Raccon�tano che vi annegarono uomini e cavalli. Dove c'è oggi il Palazzo del Museo, a quei tempi c'era una modesta locanda dove nei giorni del combattimento e in quelli successivi riposò Napoleone. Dal 1847 al posto della locanda c'è la villa che adesso ospita il Museo. Fu costruita proprio con lo scopo di conservare la stanza in cui riposò Bonaparte. Più in là, c'è Castelcerìolo dove ora c'è l'uscita Alessandria Est dell'autostrada A21 : anche qui ci furono sangui�nosi combattimenti. Nel paese c'è una via dedicala al generale Desabc, il cui arrivo rovesciò le sorli della battaglia. Andando da Marengo verso Tortona si arriva a San Giuliano Nuovo e a San Giuliano Vecchio, in quella zona l'esercito francese, apparente�mente sconfitto, si ritirò per co�minciare nel pomeriggio il con�trattacco che avrebbe deciso la battaglia. Vicino a San Giuliano Vecchio, in località Vigna Santa, trovò la morte il generale Desaix. Quel giorno persero la vita in lutto 9402 austriaci e 5600 fran�cesi. Poi, chissà quanti cavalli: nessuno ne ha tenuto conto. E mori un cane, come racconta il granatiere a cavallo Joseph Pe�tit: «Un brigadiere dei granatieri a cavallo aveva con sé un cagnoli�no che gli si era attaccato da Parigi. Seguiva passo dopo passo il suo padrone che, da parte sua, lo guardava sovente lanciandogli un sorriso. All'improvviso una palla di cannone, radendo il terre�no, passò attraverso lo squadro�ne, non colpi nessuno, ma tagliò due zampe al povero cagnolino che mor�con lo sguardo rivolto al suo padrone. Mentre ouesli pian�geva, una seconda palla lo colp�e lo abbatté al fianco del suo cane». Come duecento anni prima i campi dello storico scontro erano ridotti aunacquitrìnio Duemila figuranti sono arrivati da tutta Europa, molti da Francia e Austria nelle divise d'epoca z f~^:mr' ..*y /r .*/ mm:-mm. m �* ■: * -**èr:Un'immagine della rievocazione storica della battaglia d�Marengo tra austriaci e francesi

Persone citate: Alexandre Berthier, Bonaparte, Federico Capanna, Fontanone, Giampiero Cellerino, Joseph Petit, Mainoni, Murat, Pierangelo Taverna, Vigna Santa

Luoghi citati: Alessandria, Austria, Cascina, Europa, Francia, Frugarolo, Italia, Parigi