Gli ordini di una donna dietro la settimana di fuoco a Napoli
Gli ordini di una donna dietro la settimana di fuoco a Napoli Gli ordini di una donna dietro la settimana di fuoco a Napoli Fulvio Milane NAPOLI «'Apiccerella», la piccolina. Non inganni il soprannome: con i suoi 49 anni ben portati, il corpo massiccio e lo sguardo volitivo, Maria Licciardi ha il piglio del vero boss. Polizia e carabinieri la cercano da un anno, ma lei tiene in scacco i migliori detective incaricati del suo arresto. Eppu�re la latitanza non le impedisce minimamente di reggere le fila di uno dei clan più potenti a Napoli. SI, perchè «'a piccerella» è una protagonista della faida che sta insanguinando i viali cementificati della periferia co�me i vìcoli bui del centro storico, e che in meno di un mese ha provocato nove omicidi. L'ulti�mo risale a sabato sera, quando i killer hanno aperto il fuoco in un vicolo dei quartieri Spagnob, vi�cino alla piazza del Plebiscito, il simbolo del rinascimento napole�tano, dove poche ore prima della sparatoria Q presidente del consi�glio Amato aveva stretto la ma�no al capo del governo spagnolo Aznar. Il bilancio è pesante: due morti e due feriti, fra cui una bambina di dodici anni. La guer�ra è scoppiata all'interno dell'Al�leanza, un cartello d�cosche che praticamente controlla tutta la città divìdendola in zone d'in�fluenza. Gli equilibri sono salta�ti: a scontrarsi per il controllo del traffico di droga sono le famiglie Lorusso e Licciardi. E i Licciardi, dopo la morte del vec�chio Gennaro, obbediscono solo a lei, Marid, che ha abbandonato il suo ruolo di moglie e madre per indossare gli abiti del boss. Il primo a parlare di lei come di un punto di riferimento per gli uomini del clan fu Carmina Alfieri, il re della camorra, il padrino che dopo l'arresto decise di colla�borare con i giudici. Confermò i sospetti degli investigatori, spie�gando che «'a piccereìla» aveva iniziato la scalata al potere crimi�nale a metà degli Anni Novanta, dopo la morte del fratello mag�giore, Gennaro, ucciso da una , sciiicumia dop^ un intervento . chirurgico. Da allora Maria ha preso le redini dell'organizzazio�ne. Per,anni.è,stata affiancata dal fratello Pierino, che però le ha lasciato il pieno controllo degli affari di famìglia dopo l'ar�resto a Praga. «Una donna furba e dotata di sangue freddo», dice di lei il vicequestore Luigi Di Stefano, poliziotto di grande esperienza che più volte sul suo cammino si è imbattuto nella «piccereìla». E furba dev'esserlo davvero, a giu�dicare dal modo con cui ha sapulo affrontare le difficoltà. Al contrario d�molti capi camor�risti che conoscono solo il linrggìo dei mitra. Maria Lìccìarunparò ad usare un'arma forse più efficace: il danaro. E còsirméntre i signori della ca�morra tentavano di mettere il bavaglio ai pentiti ammazzando i loro familiari, «'a piccereìla» decìse di comprare le ritrattazio�ni. Una volta, però, le andò male. La polizia la bloccò mentre si recava ad un appuntamento con un parente di Costantino Samo, camorrista d�rango e collabora�tore prezioso per �magistrati quanto pericoloso per i vecchi amici. Nella borsa portava tre�cento milioni, una tranche del compenso pattuito iu cambio del silenzio. La drogalia avvelenalo i rap�porti fra i clan che faticosamen�te avevano raggiunto un equili�brio con la divisione della città in zone d'influenza. Decise ad ottenere il monopolio del traffi�co delle sostanze slupefecenti, le famiglie Licciardi e Lorusso han�no rotto il patto che per anni ha fatto dell'Alleanza l'organizza�zione più potente di Napoli. An�che l'ultima sparatoria, quella avvenuta sabato sera nei vicoli del Quartieri Spagnoli e in cui è rimasta ferita una ragazzina di dodici anni, è da inquadrare nella faida. Questa volta ad avere la peg�gio sono stati gli uomini di Ma�ria. Giuseppe Di Tommaso e Luigi De Falco, i due uomini uccisi, erano i rappresentanti di «'a piccereìla» nei quauieri del centro della città. Ieri, a poche ore dalla sparatoria, la gente dei Quartieri si è preparata a trascor�rere una domenica di paura ed angoscia. Nel vìcolo dove è avve�nuto l'agguato sono spariti i palloncini colorati e i festoni preparali per celebrare il ritomo del Napoli in serie A. «Abbiamo paura dice un sacerdote che chiede di mantenere l'anonima�to -. Al terrore si aggiunge l'ama�rezza di chi vìve nei vicoli e si sente etichettato come delin�quente anche se non ha nulla a che fare con i criminali». Ma qui, in questi budelli che anche il soie cerca di evitare, pure le pietre sanno che i mitra torneranno a sparare: «'A piccereìla» non si arrende certo davanti a un paio di morti ammazzati. Maria Licciardi, soprannominata la piccolina, guida dalla latitanza uno dei clan più potenti ^-t-^i^r jS-^^-•. rGSa^ ^V. V: Al centro, il luogo dell'agguato di sabato sera, net vicoli dei Quartieri Spagnoli, nel quale è rimasta ferita una ragazzina. Accanto: Carmine Alfieri
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