I tiranni musulmani diventano re

I tiranni musulmani diventano re I tiranni musulmani diventano re Domenico Quirlco E l'antica, ben oliata liturgia dei re. Il Delfino indossa la divisa di comandante dell'esercito, plateale esemplificazione della titolarità della Forza, e poi s�offre, magnani�mo, alla volontà del popolo per la scontata approvazione. Al tempo dei califfi era l'accla�mazione sul campo, oggi è il novantanove per cento di un plebiscito cartaceo. A Damasco non si elegee un nuovo presidente, si sta celebrando il rito d�una monarchia eredita�ria. L'ortodossia politica del mondo musulma�no si sta animando di giovani re. Sovrani veri come quelli del Marocco e della Giordania, il cui nuovo stile impingua eredità polìtiche molto antiche. Ma anche figli d�despoti implacabili che, con machiavellico artifizio, hanno scoperto che fondare dinastie è il modo più sicuro per immobilizzare il Tempo. L'usci�ta di scena del «raiss», dove non esìstono meccanismi democratici, è sempre il momen�to più delicato: la morte introduce il fattore d�squilìbrio supremo, scuote sferza alimenta un elemento di tensione, di conflitto in regimi costruiti sulla certezza di aver sanzionato la Quiete. In queste satrapie spietate, dove il complot�to tiene il posto della politica e la congiura ha mille volti (un gruppo etnico o un clan rivale, una minoranza eretica e fanatica, un esercito insoddisfatto) solo �parenti più strett�cono al di sopra del sospetto, solo in famìglia si possono trasmettere i segreti del potere. E non sempre. E allora Bashar viene educato. non si sa quanto controvoglia, a fare «il re»; in Iraq Saddam Hussein ha già scelto il secondo�genito Qusai. Ma dopo aver regolato i conti con Udai, troppo avido e frettoloso da giocarsi �diritti della primogenitura. E già si mormora che anche a Tripoli l'amore paterno e i timori d�complotti lucidano la stella d�Seif Islam, primogenito del tumultuoso Colonnello. Attorno ai figli gli equilibri di potere e di interessi si gerarc lizzano senza traumi. E soprattutto il giovane re seduce i sudditi, fa crescere un tepore di novità che allontana mugugni e rancori ma ribadisce la voce del Paorone, Il popolo scontento dimentica guer�re e miserie e sogna: che il nuovo sovrano, forte e non ancora sviato dal potere, possa cacciare, un giorno, dal Palazzo i cattivi consiglieri.

Persone citate: Domenico Quirlco, Saddam Hussein, Seif Islam, Udai

Luoghi citati: Damasco, Giordania, Iraq, Marocco, Tripoli