A Sarzana, sulle orme di Pavese innamorato

A Sarzana, sulle orme di Pavese innamorato NEL CUORE DELLA LUNIGIANA, UNA TERRA CHE NON E' PIÙ' LIGURIA E NON E' ANCORA TOSCANA A Sarzana, sulle orme di Pavese innamorato WEEKEND Giovanni Tesio CI si può arrivare con il treno, con rautostrada (la Al2), con l'Aurelia. Sarzana sta sulla sinistra del Magra, che nell'ultimo tratto spacca il territo�rio in due: a destra il promontorio di Bocca di Magra con la Punta Bianca e tutto il meglio del cosid�detto Golfo dei Poeti: Lerici, Fiascherino, Tellaro. Nomi associabi�li alle bellezze del paesaggio e alla storia degli scrittori. Da Shelley che vi fece naufragio. A Mario Soldati che vi riparò. A Giovanni Giudici che, abbandonate Le Gra�zie natali, è più recentemente approdalo alla Serra come a un rifugio. Al «dialettale» Paolo Benolani che. sfrattato dalla casa nata�le, dalla Serra s'è dovuto ancor più recentemente trasferire nel borgo non lontano di Remilo. Sarzana è ii cuore della Lunigiana, una terra che non è più Liguria e non è ancora Toscana, un luojjo di frontiera che si presta alle più segrete esplorazioni. Consigliabile fare della flànerie per una buona matiinata nel centro storico a traf�fico limitalo e dunque abbastanza tranquillamente passeggiabile. Partendo dalla stazione conviene arrivare a piazza Garibaldi cercan�do di scansare il magniloquenle monumento a Garibaldi per sosta�re sulle linee semplicissime del primottocentesco Teatro Impavi�di, preservato grazie all'intervento tempestivo dell'ex assessore alla Cultura Gabriella Bertone. Prende�re poi a sinistra su via Mazzini e percorrerla lentamente facendo tappa davanti ai tanti palazzi e palazzotti settecenteschi che affac�ciano sulla via con sobria elegan�za. Abbagliarsi al candore della cattedrale di Santa Maria Assunta e ammirare nella cappella di sini�stra (faccia all'altare) il serafico olocausto del Cristo di Mastro Guglielmo, la più antica delle croci dipinte che si conoscano in Italia. Vicino alla Pieve di Sant'Andrea (in ristrutturazione), bearsi ai più de�peribili monumenli della ghiotto�neria dolciaria locale presso la vicina Drogheria Pasticceria Gem�mi che invita alla «spungata» («assaggiata per curiosila, acqui�stala per gola») e al buccellato di Sarzana. Sboccare subito dopo nella fa�scinosa piazza Mattooiii (all'ango�lo il CafTè Costituzionale, di dove pare che Pavese abbia scritto la più struggente delle lettere man�date alla ragazza Pierina di cui si era innamorato a Bocca di Magra nell'ogosto del '501. Una piazza sghemba, trapezoidale, equilibra�ta, che ha l'unico difetto di essere afflitta dal solito orrendo monu�mento ai caduti. Tra i palazzi che fanno da quinte allo sguardo, la casa natale di Tommaso Parentucelli che nel 1447 diventò Papa prendendo il nome di Niccolò V. Dalla piazza tutt'intomo, mol�ti gli itinerari possibili. Salire il palazzo del Municipio che si apro sulla graziosa piazza Luni, dove nella tarda primavera si tiene ogni anno l'iniziativa dei Libri per Strada che fu cara a Grazia Cherchi, oppure spingersi ai torrioni e alla monumentile cittadella Firmafede. Ma soprattutto, scenden�do verso l'imbuto di piazza Matte�otti, imboccare via Fiasella su cui si aprono botteghe e botlegucce antiquario e al numero civico 59 fare pausa por un pranzo al Canti�none di Mario Musetti e Sabrina Tendola, testaroli con il lardo di Colonnata, mezzeluno con ripieno di porri e salsiccia, una stupenda tagliata di carne chianina e il latte in piedi con gli amaretti, dalle 60 alle 70 mila lire (chiuso il lunedi). Amici di Sarzana mi accompa�gnano lungo l'Aurelia prima a destra verso l'antica Luni e poi al bivio di Dogana su a sinistra per la strada che scollina tra bosco e uliveto fino a Nicola, una frazione di Ortonovo, che fu già sede di un castello di guarnigione. A Nicola vale davvero la pena di smarrirsi un po' per le stradine medieovali. lungo l'anello ellittico dello case disposte su più livelli intorno alla sommità del colle die si distacca dalla dorsale del Monte Boscaccio. Da Nicola prendiamo per Molicciara. Molino del Piano, Colombiera e arriviamo a Castelnuovo (il paese di Maurizio Maggiani), dove più che la Crocifissione di Pietcr Bmegel il Giovano o il presunto Van Dyck della chiesa di Santa Maria Maddalena, più che la pre�senza di Dante che vi foco da garante al trattato di pace del 1306 fra i vescovi di Luni e i marchesi Malaspina. scoviamo in Municipio Salvatore Marchese elio, dopo averci spiegato lo stra�do del Vermentino, ci fa prima visitare renoleca che ha realizza�to negli infernotti del Palazzo Comunale e poi ci porta nel giardi�no per indicarci all'orizzonte spettacolo meraviglioso la Corsi�ca, la Gorgona. la Capraia Dopodichc, por Vallocchia e Giorgione, lasciando alla destra la strada por Carrara da cui si vedo�no lo Apuane innevata di marmo, arriviamo sotto lo mura alte del castello di Fosdinovo, altra lappa dantesca (visito 9-11, 16-11,, do�menica anche il pomeriggio, chiu�so i marted�non testivi, lire 8 mila). Mentre qualcuno osserva cl\e questo è un conipn-nsorio di bellezza in cui non si finirebbe mai di fare uiffi e immersioni. La pura vorità. Poco fuori, a Nicola, vale la pena di smarrirsi un po' per le stradine medioevali, lungo l'anello delle case