TABÙ MINORI

TABÙ MINORI SI PUÒ RILHGGERIiSTALIW TABÙ MINORI Pierluigi Battista PROMETTE Luigi Pintor sul manifesto: «nel languore estivo clic ci aspetta rileggerò il saggio Staliniano sull'unificazione del linguaggio nella futura società socialista internazionale: era pieno di ottimismo, più incoraggiante di una parata militare, di un premio bipolare di maggioranza-, Pero c'è un problema. Che non è il fatto che quandi» si occupava di linguistica Stalin, peraltro molto versato in «parate militari", scrivesse (o si facesse scrivere) noiosissime e monumentali sciocchezze. Il problema non è nemmeno t he Pintor, in ilio tempore radiato dal pei in quanto co-artefice di una rivista su cui apparve coraggiosa�mente il titolo "Praga è sola", sia davvero sospettabile di nostalgie staliniste \: non è neppure che non si capisca il risvolto sarcastico di quell'infelice programma estivo. Il problema è invece d�par condicio barzellettistica, di pari opportunità nella sfera dello scherzo pubblico. Pochi mesi la Berlusconi fu giustamente messo alla frusta per la sua improvvida e marinaresca barzelletta sull'Aids. In privato, si disse, Berlusconi può abbandonarsi alla voluttà del cattivo gusto, ma in pubblico no, per un elementare rispetto nei confronti delle vittime'dell'Aids (i cui parenti, infatti, protestarono con comprensibile severità). Inoltre non è imprudente avventurarsi in un duplice pronostico; se Umberto Bossi si mettesse a scherzare sui "terroni" e se Gianfranco Pini venisse colto in flagrante mentre dedica in pubblico bonarie e scherzose considerazioni su Mussolini, ci sarebbero proteste u non finire. Il Stalin? Forse Stalin è un ricordo meno imbarazzante? Chi, celiando, si azzarderebbe ad annuncia�re pubblicamente e scherzosamente che quest'estate si trastullerà con Meni Kampfi E invece no: o tutti 0 nessuno. Se tutti sono autorizzati a scherzare su argomenti scabrosi allora non ci s�può scandalizzare quando Berlusconi ironizza sgradevolmente in pubblico sui malati di Aids. Se invece prevale il tabù, clic almeno prevalga per tutti. A meno, naturalmente, di non considerare Stalin e le vittime del Gulag come un tabù di rango minore. Il che introdurrebbe detestabili sperequazioni e un sospetto di indignazione cosi selettiva da apparire gratuita e infonda�ta. E questo, purtroppo, non è uno scherzo.

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