Vuoi ribellarti all'autorità? Fai il pettegolo di Silvia Ronchey

Vuoi ribellarti all'autorità? Fai il pettegolo INCONTRO CON BRUCE LINCOLN, il PIÙ FAMOSO ANTROPOLOGO AMERICANO, STUDIOSO DELLE RELIGIONI E DEI COMPORTAMENTI SOCIALI Vuoi ribellarti all'autorità? Fai il pettegolo Silvia Ronchey «L 5 AUTORITÀ non è uno status ma una sugge�stione, che induce ad ascoltare con venerazione, docili�tà e obbedienza il discorso di un governante, un esperto, un geni�tore, a prescindere dal suo conte�nuto o dalla sua qualità. L'autori�tà porta la gente a agire come se fosse persuasa, anche se non lo è o non capisce realmente ciò che viene detto. In un certo senso, l'autorità è il contrario della persuasione, che nasce dalla ra�zionalità degli argomenti, men�tre qui a contare sono credenzia�li esterne e ineffabili»: a parlare è Unico Lincoln, il più celebre antropologo americano, studioso delle diverse società, antichista e storico delle religioni nonché suc�cessore di Mircea Eliade alla Chicago University. Il suo ultimo libro. L'autorità, da pochi giorni uscito per Einaudi, con un saggio di Maurizio Bellini (199 pp., C 30.0001, parte dal discorso politi�co antico, oall'assemblea omeri�ca e dalle lotte del cesarismo, per arrivare ai dilemmi del Novecen�to. Lo abbiamo intervistato al�l'Università di Siena, dove ha tenuto una conferenza presso il Centro Antropologia e Mondo Antico. Come si applica la sua teoria dell'autorità al «secolo bre�ve» appena concluso? «1 più terrificanti sviluppi del Novecento sono il prodotto di ideologie e tecnologie che hanno reso le masse sempre più acquie�scenti verso chi esercita l'autori�tà. Uno dei più noti tentativi di spiegare gli orrori e le tragedie del secolo è la discussione di Hannah Arendt sul 'totalitarismo', lanciata subito dopo la Seconda Guerra Mondiale e imperniata sui casi della Germa�nia nazista e dell'Unione Sovieti�ca, messi sullo stesso piano e anzi praticamente considerati un uni�co fenomeno. Ma io preferisco l'analisi di Theodor Adorno, che parlava invece di 'autoritarismo* e vedeva tendenze simili nelle democrazie occidentali, in parti�colare nella crescente disposizio�ne delle masse a lasciarsi sugge�stionare dall'autorità. La sua criti�ca è più vasta, più profonda, più consapevole, meno condizionata dagli schieramenti della Guerra Fredda e anche più fondata sui dati empirici». La Arendt sosteneva invece che l'autorità è scomparsa dal mondo moderno, a causa dei mutati rapporti fra auto�rità e religione e fra autori�tà e tradizione. «La trovo reazionaria. È un caso di nostalgia per un paradiso per�duto falso e immaginario. Il mu�tuo rapporto fra religione, tradi�zione e autorità può essere certo una ricetta d�stabilità. Ma si tratta di una stabilità verso la quale avrei parecchio da obietta�re, ottusa, restrittiva, tronfia e oppressiva. Non è certo un siste�ma che mi piacerebbe vedere ricostituito». E cosa pensa dei processi di negazione dal basso dall'au�torità, oggi amplificati dai media, spesso inclini al pet�tegolezzo e alla maldicenza? «Il loro scopo è livellare il campo da gioco e ripristinare una base di discussione più egualitaria ricordando al pubblico la natura prosaicamente umana di chi è in posizione di autorità. È la strate�gia dei deboli, adottata con parti�colare abilità dalle donne e da altri gruppi per consuetudine tagliati fuori dairopportunità di esprimersi con prestigio. Quan�do i forti usano l'autorità, i deboli usano il pettegolezzo. E in un'era in cui le armi di suggestio�ne dei potenti sono cresciute esponenzialmente, quelle dei de�boli si sono adeguate, via Inter�net e attraverso gli altri media». irOgni autorità è in un'ulti�ma analisi l'autorità della comunicazione», dice Cari J. Friedrich nell'epigrafe del suo libro. Se i media a volte contribuiscono a sma�scherare l'autorità, non pos�sono oggi anche amplificar�ne la seduzione e perfino facilitarne la trasformazio�ne in violenza? «Il punto è: chi ha accesso alle tecnologie che permettono di dis�seminare il discorso a più ampio raggio? Si tratti dello scettro che dava diritto di parola in assem�blea agli eroi omerici o di un invito in televisione, ciò che conta è come viene presentato chi parla. Nel caso dei media, e di chi li controlla, la domanda è: il pubblico viene incoraggiato a rispettare e accettare i pronun�ciamenti critici? Le luci, le inqua�drature delia telecamera, la qualilà del suono possono incidere in modo increaibile, cos�come l'atteggiamento dell'intervistato�re. Più sofisticato è il grado d�tecnologia, più potere ha il mez�zo di comunicazione di aumenta�re o demolire l'autorità di qualsi�asi individuo». L'antropologo Bruce Uncoln

Persone citate: Arendt, Bruce Uncoln, Einaudi, Hannah Arendt, J. Friedrich, Maurizio Bellini, Mircea Eliade, Mondo Antico, Quan, Theodor Adorno

Luoghi citati: Lincoln, Siena