«Così rivive la città dei faraoni»

«Cos�rivive la città dei faraoni» L'annuncio di un'equipe di studiosi: sott'acqua trovati templi, palazzi e il porto «Cos�rivive la città dei faraoni» La scoperta nella baia di Alessandria d'Egitto ALESSANDRIA D'EGITTO Le ultime gocce d'acqua scendono lungo il conxi di granilo non). Dojxj secoli e secoli passati sul fondo del Meditommoo, a quaJclio centinaio d�metri da Alessandria d'Egitto, ima statua della dna Iside è stala rijiescata dall'equipe d�esplorazioni soitomarine diretta clii Pranck Goddìo, Impudica noi suo drappo di pietra, s�offro al solo doix) secoli d'oscurità, A circa sei metri di profondità, nel mezzo della baia di Abukir, giacciono an�cora semìsepulti dalla sabbia colos�si di granito rosa, sfingi, teste di df)�e faraoni. Un immenso cbnitero di sUitue e qualche muro di calcare, identificali come l'antica città di MenutliLi, Ma, se si crede a God�dìo, la sua nuova cam])agnn di scavi ha permesso un'altra scoper�ta, ancora più .'ilraonlinarìu: quel�la di Eradea-Thonis, «una città inghiottita tutta intura, in buono stato di conservazione, come con�gelata dal tempo. Vi si vedono ancora i tempb, le abitazioni, le infrastrutture portuario», spiega l'esploratoro. Le duo città sarebbero state costruito sotto la dinastia dei Tolomoi, nel VI secolo a.C, su un antico braccio del Nilo. Da Strabene a Seneca gli autori antichi lodarono la bellezza di queste città, celobrate iKtr lo loro ricchezze e importan�ti luoghi di alito consacrati a Serapide, Osiride e Iside. Vi si installaro�no anche greci e bizantini, ma smottamenti di terra e t erremoti le fecero sparire sul fondo del maro. Li una data che resta ancora igno�ta. Gli scavi nulla baia di Abukir, patrocinali dalle autorità archeolo�giche egiziano, sono iniziati duo anni fa, dopo una minuziosa cartografui del tondo marino. Finanzia�to da fondi privati, Goddìo ha a dLsposizkmo gli ultimi ritrovali del�la tecnica. Il sito di Menuthis era conosciuto: nel 1934 un discenden�te del Pascià Mohammed Ali, il principe Omar Tussum, vi aveva scoperto con l'aiuto d�alcuni pa�lombari una testa di Alessandro il Grande, Poi dei frammenti del Tempio delle Deche, una cappella di basalto del IV sec. a.C, con le pareti ornate di testi geroglifici che costitiliscono il più antico docu�mento astronomico mai trovato in Fgitto, La sua sommità ora già stata scoperta nel XVIII secolo, ò conservata al Louvre. Goddìo ha scoperto le pareti mancanti e ora il «Naos», il Tem�pio, è quasi completo. Secondo l'egittologo Jean Yoyotl, questa scoperta è «determinante por gli storici doll'antichità» perché ha rivelato «un elemento inedito sul�l'evoluzione delle realtà geografi�che e religiose dell'Egitto», Ma ò il sito di Eraclea ad attira�re di più l'attenzione. Il suo straor�dinario stato d�conservazione po�trebbe fornire molte informazioni sulla vita di questa città doganiera, dal commercio fiorente, il cui dicli�no iniziò con la fondazione di Ales�sandria nei 331 a.C. «E' la scoperta più eccitante della storia dell'ar�cheologia sottomarina si entusia�sma Gabella Ali Gaballa, segreta�rio del Consiglio supremo egiziano dello antichità -. Di solito troviamo i resti di una tomba, di una chiesa o di una moschea, ma stavolta si tratta di una città intera, di cui s�parla solo nei testi antichi». Eppure tanto entusiasmo inner�vosisce molti, a cominciare dai puristi dell'egittologia, per i quali Goddìo non ò che «un cacciatore di tesori, un egittologo della domeni�ca». Lui ama i giornali e tv, che lo ricambiano. Statistico di formazio�ne, ha tra i suoi trofei di caccia «L'Orioni», vascello napoleonico, e i tesori d�Cleopatra. Copyright -Ubóration"

Persone citate: Iside, Jean Yoyotl, Mohammed Ali, Omar Tussum, Osiride, Seneca, Tolo

Luoghi citati: Alessandria, Egitto, Eraclea