Nuovo Tfr, cambia la riforma D'Alema di Gian Carlo Fossi

Nuovo Tfr, cambia la riforma D'Alema Nuovo Tfr, cambia la riforma D'Alema Dal disegno di legge scompare il fondo del Tesoro Gian Carlo Fossi ROMA Sognali di schiarita tra governo e sindacati sull'utilizzazione del Tfr por rilanciare i fondi previ�denziali integrativi: il disegno di legge del governo potrobhe essere modificato in alcuni pun�ti chiavo o, ni limito, sostituito integralmonlo da un provvedi�mento concertalo con le parti sociali che agevoli un rapido iter in Parlamento. «Lo posizio�ni si sono avvicinato common�ta il presidente del Consiglio Giuliano Amalo al lormino di un lungo incontro a Palazzo Chigi e lu sonsaziono comune ó cho si stia marciando verso una aoluziono condivisa, la qualo permet�ta di andare in porto sulla que�stione entro il 2001». lì' imporumto, aggiunge Amato, elio si raggiunga al più presto un accor�do; «La previdenza integrativa rappresenta il sèooùbdo salvada�naio por i lavoratori. Occorro un meccanismo officiento per farla decollare». La riforma, spiega il ministro dolio Finanze Ottavia�no Del Turco, non ò intoccabile e sono possibili modifiche: «Ab�biamo alimentato una discussio�ne che può produrrò risultali positivi. Il dossier del Tfr ò stalo rielaboralo, adesso bisogna faro un po'di conti». Alla riunione hanno parteci�pato, cor. Amalo o Dol Turco, il sottosegretario aÙa presidenza Enrico Micheli, i ministri del Tesoro Vincenzo Visco, dol Lavo�ro Cosare Salvi e (lolla l'unzione jubblica I-renco Uassanini; dnl'iiliro lato dol grande tavolo ovaio, la delegazione di L'gil-CislUil guidata da Sergio Cofferati, Sergio D'Anioni o Adriano Musi. Ed e proprio Musi che precisa una dolio novità sostanziali emerso dal serrato confronto: non ci sarà più il fondo presso il Tesoro al qualo, secondo il diso�gno di legge insabbialo alla Ca�mera, sarebbe dovuto andare il Tfr dei lavoratori cho non accol�lavano di destinarlo alla previ�denza cornplomentare. Quanto alle richiesto dei sindacati il numero due della Uil le sintetiz�za cosi: libertà del lavoratore di scegliere senza alcun condizio�namento, convenienza dell'ade�sione attraverso una sostanziale revisione dell'impianto fisca�le o pari dignità per lutti i lavoratori con equiparazione di quelli pubblici agli incentivi fi�scali previsti per i dipendenti privali. Ma su ciascuna questio�ne affiorano dissensi nello sles�so fronte sindacale: Cisl e Uil chiedono l'azzeramento dell'aliquota fiscale dell' 1196 sui rendi�menti dei fondi, mentre la Cgil suggerisce di ridurla in maniera significativa perché l'adesione ai fondi sia conveniente; mentre l'attuale disegno di legge preve�de che l'adesione sia volontaria, i sindacali chiedono che sia automatica (salvo possibile revoca) e la Cgil sollecita una salva�guardia anche per i lavoratori meno garantiti; in merito alle modalità di utilizzo del Tfr la Cisl continua a dire «no» al disegno di legge e insiste perché il problema sia affrontato nel�l'ambito della contrattazione, mentre Cgil e Uil sono favorevoli ad un supporto legislativo. Insieme, però, si battono perchei i lavoratori pubblici abbiano 1«j stesse opportunità di quelli pri�vali: le quote di salario da versare nei fondi a carico del datore di lavoro pubblico do�vrebbero essere reali e non vir�tuali, diversamente da quanta accade oggi per una grossa fella del Tfr. Cofferati prende allo positiva�mente della disponibilità del governo a rivedere il provvedi�mento. «Bisogna consentire osserva a molli più lavoratori di quanti non ne usufruiscano ora di accedere alla previdenza complementare utilizzando i fondi del Tfr. La nuova normati�va dovrà prevedere elementi in grado di contenere le possibili pressioni delle aziende finalizza�le a conservare la disponibilità del Tfr dei lavoratori». D'Antoni dà una valutazione drastica del risultato dell'incontro: «Il dise�gno di legge sul Tfr da destinare alla previdenza integrativa sal�terà perché, per ammissione dello slesso governo, non è più utilizzabile, né gestibile. Il confronto proseguirà nella prossima settimana e in quelle successivo, coinvolgendo anche le altre parti sociali a comincia�re dalla Confindustria. Ieri sera il presidente di Confapi Luciano Bolzoni ha attaccato duramente il governo, rivendicando il dirit�to della sua organizzazione ad essere ascoltata: «Provvedimen�ti pasticciati danneggerebbero soprattutto le piccole e medie aziende, che si vedrebbero priva�le di liquidità dell'ordine di 13 mila miliardi di lire all'anno». CINQUE PUNTI PER IL FUTURO Ragazzo di 22 anni, assunto come y/ apprendista il 1" aprile 1996 Liquida la pensione con il sistema contributivo, a partire dal 57" anno di età. Potrà andare in pensione dal 2035 in poi, con una rendita che sarà grosso modo pari al 700Zo degli ultimi stupendi se andrà in pensione a 65 anni e del 60Z620Zo se la pensione verrà chiesta a 57 anni. Donna di 35 anni, impiegata d'industria, attualmente con 15 anni contributi Liquida la pensione con il sistema misto: sistema retributivo per il periodo di assicurazione fino al 1995 (in pratica i primi 10 anni di lavoro) e sistema contributivo per gli anni dal 1996 alla data del pensionamento. La pensione, per la scarsa incidenza del periodo retributivo, avrà valori percentuali molto simili a quelli indicati per l'apprendista, fatta salva la differenza di capitale versato. Dirigente di 56 anni con 34 anni di contributi Liquida la pensione di anzianità con l'attuale calcolo retributivo nel corso del 2001, quando avrà maturato 35 anni e si sarà aperta ia relativa finestra di uscita. La pensione sarà pari al 700Zo della retribuzione media degli ultimi anni (quota A) e degli ultimi 10 (quota B). L'interessato non dovrebbe avere contraccolpi da una possibile riforma perché va in pensione, per cosi dire, un minuto prima. Operaio di 50 anni, attual�mente 30 anni di contributi Liquida la pensione con l'attuale sistema retributivo pieno. Con le attuali norme matura il di�ritto con almeno 35 anni di contributi e almeno 57 anni di età. La pensione sarà pari circa al 7507o degli stipendi degli ultimi cinque anni per la quota A (calco�lata sui periodi di lavoro fino all'anno 1992) e al 750Zo degli ultimi 10 anni per la quota B, calcolata sui periodi di lavoro dal 1993 alla data del pensio�namento). Se verrà intro�dotta la norma del «prorata», in base alla quale i periodi di assicura�zione versati dopo una cer�ta data (potrebbe essere 1* gennaio 2001) sono soggetti al calcolo contri�butivo, la pensione potreb�be avere una riduzione media del 50Zo dell'importo che si ottiene con il calcolo retributivo. myttnvil*a"mi'n*«'mxam'e«'M«*Mm.«w\' Impiegato di 62 anni con 37 anni di contributi L'interessato potrebbe già essere in pensione di anzianità ma preferisce raggiungere la pensione di vecchiaia a 65 anni con 40 anni di contributi. In tal modo potrà ottenere il massimo della pensione pari aH'SO'Vo degli ultimi cinque e dieci anni. Una eventuale riforma dal 2001 non modificherebbe nella sostanza la pensione. Al massimo potrebbe avere una piccola riduzione del rendimento globale della rendita per la introduzione del sistema di calcolo contributivo per gli ultimi tre anni o per la riduzione delle aliquote annue di rendimento della pensione. m PEI. FUTURO ILCALENDARIO E LE QUESTIONI APERTE LE PROSSIME TAPPE DEI REQUISITI PERLA PENSIONE 01 VECCHIAIA SECONDO LA LEGGE ATTUALE ETÀ' DONNE 60 ANNI ETÀ' DONNE ETÀ' UOMINI 65 ANNI ETÀ' UOMINI ANZIANITÀ' CONTRIBUTIVA 19 ANNI ANZIANITÀ' CONTRIBUTIVA Resta ancora nella fase transitoria l'altro requisito, quello contributivo minimo, che è di 19 anni di versamenti e tale sarà 60 ANNI anche nel prossimo anno. Solo dal 65 ANNI gennaio 2001 il requisito salirà ai 20 anni previsti dalla 20 ANNI riforma. LIQUIDAZIONI, I NODI DA SCIOGLIERE Le imposte sui fondi ! La normativa attuale prevede un'aliquota sui rendimenti dei fondi I (chiusi e aperti) h:ìY-: dell'11% a partire dal 2001. Cisl e Uil ne chiedono l'azzeramento mentre la Cali chiede di ridurla in maniera significativa purché sia conveniente L'adesione del lavoratore ^ Il testo attuale 1 prevede i 'adesione volontaria I sindacati chiedono invece l'adesione automatica (salvo possibile revoca) Autofinanziamento per le imprese ■I La perdita ^Sr del Tfr j» (versato nei 1 fondi) dovrebbe essere coperta almeno in parte da incentivi alle aziende Sindacati divisi La Cisl continua a dire no al h disegno di . legge in discussione e chiede che la questione sia affrontata per via contrattuale WH»p!^^.liW..iHJimi.»i-UI»WilUll.»WiH.lljlJ nmi^wiwiiJiui'ininiwi' i' ■-'-■■'■'■lW*^gjH»)I^P^WWfffflTi nii'iMi ll|JI.I|ll.l|.l.imil»lill'IJ»'UHl'MI.-I.HUIHIIWHUHIIHHlll L IHIIIIMUIIIIIMIIHIJIIUIII' II.UHUII 1

Luoghi citati: Roma