LO SVILUPPO IN ATTESA DI CONSENSO di Alfredo Recanatesi

LO SVILUPPO IN ATTESA DI CONSENSO LO SVILUPPO IN ATTESA DI CONSENSO Alfredo Recanatesi SE la vulgata vuole vedere l'eco�nomia italiana come un bicchie�re mezzo vuoto e mezzo pieno (ma quale economia non è cosi?), allora si può dire che l'Ocse vede la metà piena, forse è anche un po' più della metà. L'oreanismo di Parigi ricono�sce che la finanza pubblica è risana�ta, che il ritmo di crescita è ripartito avvicinandosi a quello degli altri Paesi europei, che la disoccupazione cala anche nel Mezzogiorno, che l'inflazione è s�salita, ma comincerà a rientrare già dal 2001. Non è poco, se si raffrontano questi giudizi con quelli venuti recentemente da altri autorevoli centri di ricerca quali la Banca d'Italia e il Fondo monetario. Non è poco soprattutto il riconosci�mento del grande sforzo che il Paese tutto ha dovuto compiere per allon�tanarsi dal baratro nel quale stava per precipitare nei primi anni '90. Certo, oggi c'è chi sta meglio e corre di più, ma questo non basta per colpevolizzare l'Italia e far credere che la salita non ha mai fine. L'Ocse questi riconoscimenti li esprime con convinzione, pur non nascondendo che parte del bicchiere rimane vuota e che occorrerà riem)irla. Mancano le solite cose: una manza pubblica immune dal ri�schio di ricadute; un'accelerazione della riforma previdenziale, valida ma troppo diluita nel tempo; una maggiore apertura alla concorrenza dei non pochi mercati che ancora riescono a sfuggirla; norme sul lavo�ro più coerenti con l'incalzante evo�luzione delle attività produttive. Problemi da affrontare, riforme da realizzare, che l'Ocse però indica senza drammatizzazioni. Non sono emergenze, ma opportunità da co�gliere. E' come se conoscessero tal�mente bene l'Italia da sapere che su questi aspetti ormai non c'è più da convincere nessuno, ma solo da creare il clima politico favorevole per tradurii in innovazioni normati�ve che gli italiani possano accettare senza tensioni e che il Parlamento possa approvare senza traumi politi�ci. Del resto, quasi sempre l'Italia ha avuto un potenziale eli crescita, di sviluppo, ai occupazione non realiz�zato a causa dell'incapacità della politica a stabilire il consenso sulle riforme di volta in volta necessarie per poterlo esprimere pienamente. il compito della politica però sarà meno arduo se lo stato dell'economia si manterrà decisamente più positivo die in passato e se analisi e suggerimenti seguiranno lo stile equilibrato del quale l'Ocse ha dato esempio.

Luoghi citati: Italia, Parigi