Wall Street chiama Milano di Francesco Manacorda

Wall Street chiama Milano Il presidente del Nyse boccia Tafter hours: distorce il mercato Wall Street chiama Milano «Un asse contro Londra-Francoforte» Francesco Manacorda inviato a CERNOBBIO «Si, stiamo trattando con Euronext, l'alleanza delle Borse di Parigi, Amsterdam e Bruxelles. E la nostra sarà un'intesa aperta alla quale voglio assolutamente che partecipino altre Borse, fra cui quelle di Milano». Wall Stre�et chiama Piazza Affari per boc�ca di Richard Grasso, mamma genovese, papà siciliano e dal 1995 presidente del Nyse, la Borsa newyorkese dove ogni giorno si trattano un miliardo di azioni. A Cemobbio dove partecipa al Consiglio per le relazioni tra Italia e Stati Uniti, Grasso parla della vera rivoluzione d'Oltreoce�ano: «Ormai sono ottanta milio�ni gli americani che possiedono azioni», e spiega come questo capitalismo diffuso influenzerà anche le prossime elezioni presi�denziali. Ma, politica a parte, per le Bon,' di tutto il mondo in questo momento l'essenziale ò stringere la rete dei contatti. Al colosso europeo iX, che nascerà dalla fusione di Londra e Franco�forte con un aggancio forte al Nasdaq il tempio della «new economy» Grasso vuole con�trapporre un'alleanza che guar�di oltre che all'Europa anche all'America Latina. Mister Grasso perché questa proposta a Milano? «In Europa c'è il tentativo di creare dei nuovi centri finanziari sfruttando i vantaggi compe�titivi dei mercati che si unisco�no e la mossa di Francoforte e Landra è appunto una risposta a quella di Parigi, Amsterdam e Bruxelles. L'alleanza che io pre�vedo dovrebbe essere aperta oltre che a Milano anche a Madrid e alle Borse del Nord Europa» E perché Milano dovrebbe sce�gliere il Nyse? «Non mi metto al posto dei vertici della Borsa milanese, spetta a loro decidere valutan�do dove possono avere più van�taggi. Ma mi lasci dire che come italo-americano natural�mente spero che scelgano noi». Piazza Affari si è appena lancia�ta suir«after hours», le contrat�tazioni fuori dall'orario di aper�tura del mercato. Ma lei nei giorni scorsi ha scritto una lettera di fuoco alla Sec, l'auto�rità di vigilanza americana, avvertendola dei pericoli di queste contrattazioni. Che cosa teme? «Penso che ogni investitore ab�bia il diritto di fare le sue operazioni fuori dall'orario di apertura della Borsa. Non è che il mondo cominci alle 9 di mattina e finisca quando a New York sono le 16. Ma è sbagliato permettere che i prez�zi dell'after hours possano in�fluenzare le quotazioni. Nelle ore in cui la Borsa è aperta c'è la maggiore aggregazione di liquidità e se estendiamo trop�po l'orario delle operazioni elet�troniche, accettando ordini da tutto il mondo, rischiamo di distorcere i valori dei titoli». Nella lettera alla Sec lei ha citato alcuni esempi di questa volatilità, tutti su operazioni effettuate al Nasdaq. La sua non è solo una posizione difen�siva di fronte a una Borsa più dinamica? «No, assolutamente. Quello che dico è che non si può permette�re che un'operazione su 600 azioni di Wal-Mart muova il prezzo del titolo quando di azioni di quella società ne circo�lano più di quattro miliardi». Richard Grasso

Persone citate: Landra, Richard Grasso