E alla fine arriva lo «strappo» di Salvi

E alla fine arriva lo «strappo» di Salvi NEL PARTITO E' GIÀ' COMINCIATA LA CORSA ALLA LEADERSHIP? E alla fine arriva lo «strappo» di Salvi Il ministro del Lavoro non vota la mozione del segretario retroscena Maria Teresa Meli ROMA N EL ruolo dell'oppositore di Veltroni, forse, lui non ci si riconosce. Se non altro perché in direzione non ha votato contro il documento del segretario, ma si è astenuto. Però è certo die ormai Cesare Salvi, dentro i ds, rappresenta un'altra linea rispetto a quella del leader, E quella sua astensione è il segno della rottura della maggioran�za uscita dal Congresso del Lingotto. Il che poi non significa che il ministro del Lavoro abbia scelto già la strada da imboccare: organizzare una cor�rente, guidare (l'offerta gli è stata fatta! la sinistra intema, o piuttosto continuare a fare il «battitore lìbero»? «Sono solo all'inizio di un percorso che durerà un anno», confida Salvi ai suoi. E circa un anno è il lasso di tempo che separa la Quercia dalla prova elettorale, il cui eventuale esito negativo potrebbe rimettere in di�scussione l'attuale classe dirigente. Salvi sorrìde, nega di aspirare alla segreteria, ma la diremohe di ièrT è un'altra tappa di quel «percorso» di cui il ministro del Lavoro immagina certo il traguardo, benché non voglia rivelarlo. Nella riunione l'uanti-Veltroni» interviene con fare pacalo. Però delle cose le dice, delle crìtiche al leader le fa, eccome, e infalli Veltroni si prende la briga di replicar�gli, pur senza nominarlo mai, al tennìne della direzione. I rilievi al segretario sono molteplici. «La mia analisi spiega è in larga misura diversa da quella di Veltroni». Per esempio, Salvi è convinto che «occor�ra rivedere il concetto che nei sistemi bipolari si vince cercando il consenso del centro». Già, perché «l'astensioni�smo è di sinistra», sottolinea Salvi. Il quale entra anche nella polemica intema che contrappone la corrente d�Gloria Buffo e Fulvia Bandoli al numero uno della Quercia: «Sarebbe sbagliata afferma un'imposizione da parte della maggioranza. Gli schie�ramenti del Lingotto sono superali o ora ci vuole una discussione aperta». Le critiche al segretario ci sono tutte. Ma il tono e i modi sono morbidi e concilianti. Si sparge la voce che il ministro intenda innesta�re la retromarcia, die Veltroni gli abbia fatto una strigliata di capo. Cosi Salvi è costretto a essere più chiaro. Sul suo appoggio alla sinistra intema, innanzitutto. «Non si può pensare osserva di chiudere la discussione. Di dire'la linea e que�sta, prendere o lasciare, adesso ci contiiuno, noi abbiamo l'BO j)er cento e voi il 20'. La richiesta della sinistra di un'assemblea congressuale è ragio�nevole e non vedo un altro percorso» E ancora: Salvi chiede «una disconti�nuità rispetto al Congresso di Tori�no». Con i colleglli di partito, poi, è ben più asplidto: «Abbiamo perso milioni di voli a sinistra spiega e non possiamo faro finta di niente. La situazione è grave. Anche nel '94 avevamo \wno, jicrò allora vi fu una reazione, adesso invoco io non vedo niente». Parla cosi. Salvi, anche se pubbli�camente nega di studiare da segreta�rio. Al contro congresso dei Frentani la sinistra lo coiteggìa e lui si lascia cortcggùire Ixmi volentieri, distribuen�do sorrisi e pacchi; sulle spalle. Anche a chi, come BulTo, non più tardi di due anni fa ebbi.' a ridire su di lui. Fu quando Salvi sposò le tesi del Papa: «Ha ragione il Pontefice disse in quell'occasione-, non è Dosabile equi�parare alla famiglia fondata sul matri�monio altre e diverso formo di convi�venza». Allora Buffo gli replicò socia: «Non ci si può definire riformisti e fare i conservatori». Me orano altri tempi Epixii con chi non ha litigato Salvi? Lo ha fatto, solo |)or dtarne alcuni, con Pnxli, Scalfaro, Najxilitano, il «pool» di Mani pulito, Fassino, Visco, Mussi e D'Alema Lo misero al ministero del Lavoro pur di toglierlo da cajxìgnipiw al Sonalo. Andava per conto suo. benché i maligni gli abbiano attribuito in questi ultimi anni il molo di «libero kiititorr dalemiaho». Un'etichetta elio porta oggi a far sospettare qualcuno die all'ex pre�mier, tutto sommato, non dispiaccia il rinnovato movimentismo di Salvi. Che l'ultima polemica l'ha avuta con i leghisti ungiomo eli? a Palazzo Mada�ma mancava il niunero legale, non�ché il ministro del Livoro im|x?gnato nella «Mille miglia». Epperò Veltroni nnn dà mostra di preoccuparsi più di tanto. Nei con�fronti del ministro apparo liquidatorio, quando gli ricorda elio il suo amato Jospin ha solo il 23 jier cento e governa grazio al fatto che la destra in Francia (al contrario che in Italia) ò divisa. Il segretario va avanti come se nulla fosse. Pensa a un centrosinistra che come nel '96 si basi sull'asso Ds-I^pi («Castagnelti è l'unico che può darci garanzie serie»), intensifica i suoi rapporti con il segretario popola�re (venerd�i due saranno insieme a Firenze per un convegno) e con lui discute gii del ticket del 2001 : Ama�to, candidato premiere Lotta candida�to vicepremior. E pensa elio alla fine la coalizione possa andie farcela. Se cosi non fosse, c'è ila esserne sicuri, al tonnine ili quella strada inronlrorà di nuovo Cesare Salvi. Il nuovo antagonista «Gli schieramenti de Lingotto devono essere superati. Io sono solo all'inizio d'un percorso che durerà un anno»

Luoghi citati: Firenze, Francia, Italia, Roma