Processo al cibo-Frankenstein

Processo al cibo-Frankenstein La Monsanto: «Non sappiamo comunicare, gli ecologisti sì» Processo al cibo-Frankenstein Dulbecco: niente paure, ma servono leggi Fernando Mozzetti invialo a (.EllNOimiO L'ottimismo nell'avanzamento della scienza vieni! sconfino a tavola. La gente ha fiducia nella hìotocnologìci nella inedicina, ma non la vuole nel piatto. E le grandi aziende leader in questo settori!, in cui hanno investilo montagne di capitali, si trovano disarmale e incapaci di comuni�care. Nessuna informazione scientifica, per quanto fondata, potrà sconfìggere l'efficacia del�l'epiteto «cibo da Frankenstein» con cui ^'.1' oppositori hanno bollalo gli OGM, organismi gonelicaniente modificali. Oscuri timori hanno la meglio sulle pili illuminanti ricerchi-. Il tema e slalo discusso dal premio Nobel Renato Dulbecco, autorità mondiale sugli studi di genetica, e do Steven Engelberg, del vertice di Monsanto, impresa leader del settore, al convegno a Villa d'Este del Consiglio per lo relazioni Ira Italia ostali Uniti. Lo scienziato ha riferito di un sondaggio in Italia, secondo cui il 10 pei cento degli interpel�lali dico di sapore che cosa sia l'ingegneria genetica, il 90 per cento se ne dicono all'oscuro. Porse proprio perché non ne nono Porse proprio perché non sanno nulla, motissimi teme cibi provenienti da manipolazio�ni gonetlche. «Non c'è nulla in cui non si rischia, anche nella ricerca più rigorosadice Dul�beccoNessuno può dare garan�zie assoluto, ma i rischi debbo�no ossero ridotti al minimo. Bisogna capire l.i paura, ma lo critiche ai cibi geneticamente modificali sono di gran lunga eccessive. Non si ha notizia di danni accertali, neanche certez�za di innocuità e di assenza totale di rischio. Il problema non lo si risolve con confronti in piazza. Il legislatore molla Uniti e stabilisca controlli da liarto di organi competenti». Engelberg, un liberal già con�sigliere del vici! presidente Wal�ter Mondale, ha esposto l'impo gno della Monsanto in questo campo. L' impresa americana, dopo anni di ricerche, ha messo in commercio nel '94 il primo seme di soia modificalo, resislonte ad alcune specie di inset�ti, o che incontro il favore di almeno il 50 per conto degli agricoltori americani. Por arri�vare alla commercializzazione dol prodotto, impiegò dieci an�ni, ira ricerche o controlli della Food and Drug Adminislralion, «un ontediceil cui rigore e affidabilità non ha pari in ambi�to europeo». Furono poi lanciali con pari successo altri 12 pro�dotti: por Monsanto sembrava aprirsi un mercato illimilato. Aa questo punlo sono comin�ciato le battaglio di ambientali�sti contro gli organismi geneti�camente modificali. Davanti al�la mobilitazione ili questi grup�pi la grande impresa si è trovala disarmala. «Non siamo stali capaci di comunicare, e loro sono stali molto efficaci» aminotto Engelberg. Il caso della «mucc; pazza» è stata una mazzata che lui cam�bialo l'opinione oubblica ingle�se, fino ad aloni la più propensa ad accettare innovazioni genoliche nel cibo. E ciò, nel giugno '99, ha facilitalo l'imposizione della moratoria da parte di Francia e Italia sui semi modifi�cali. Ma la strada del futuro, por lo scienziato e l'improndilore, resta questa. Renato Dulbocco

Persone citate: Dulbecco, Engelberg, Fernando Mozzetti, Mondale, Renato Dulbecco, Renato Dulbocco, Steven Engel

Luoghi citati: Este, Francia, Italia