«Competitività, si vince con la Rete» di Francesco Manacorda

«Competitività, si vince con la Rete» IL GAP CON GLI USA E LA POSSIBILITÀ DI RECUPERO «Competitività, si vince con la Rete» Elio Catania: la diagnosi è chiara, bisogna agire intervista L; Francesco Manacorda A sfidu della competiti�vità? Si vince con la Rote, ma a patto cho cambi radicalmente il mo�da in cui finora l'hanno utilizzata aziende e pubbli�ca amministrazione. Elio Catania, che come presiden�te di Ibm Italia ha un osservatorio privilegiato con quanto avviene oltre Oceano, pensa che il nostro Paese abbia ancora la possi�bilità di recuperare il gap tecnologico ed economico che ci divide dagli Stati Uniti. Ma ad una condizio�ne: «Le diagnosi sono chia�re, ora bisogna agire». Dottor Catania, come si recupera la perdita di competitività italiana? «E' chiaro che il fattore critico è l'innovazione, e in particola�re le nuove tecnologie. Ma adottare davvero queste nuo�ve tecnologie implica anche il fatto di passare a modelli so�ciali e infrastrutture diverse da quelle a cui siamo abituati. Penso che in Italia dobbiamo concentrarci proprio su come modificare questi modelli con tutte le implicazioni che ciò ha, ad esempio, sul mercato del lavoro e dei sistemi finan�ziaria. Il mondo politico le sem�bra cosciente di questa esigenza? Chi, nei governi di questi ultimi anni, si è mosso in questo senso? «Penso che sulle diagnosi sia�mo tutti d'accordo, del resto ne abbiamo parlato tanto: adesso è il momento di vedere delle cose che succedono. Ma soprattutto ci vuole la com�prensione profonda che Inter�net cambia molte cose. Oggi, anche nelle imprese, Internet è banalizzalo: utilizzarlo non significa solo che un'azienda apw; il suo silo Web, ma cbe deve trasformare in profondi�tà i suoi processi di funziona�mento e la sua organizzazione usando le tecnologie della Re�te. Insomma, Internet porta con sé un modo del lutto diverso di gestire il modello politico e d'impresa e cambia i rapporti tra le aziende e la pubblica amministrazione». Insomma le imprese che hanno scoperto Internet devono usarlo per ripen�sarsi. Pensa cne questa rivoluzione cambierà an�che il modello industriale italiano? «Le piccole e medie imprese sono quelle che possono gua�dagnare più di tutti dalli; nuo�ve tecnologie, ma al tempo stesso sono quelle che rischia�no di oiù se non ce la fanno ad adeguarsi. Il distratto indu�striale della tradizione' italia�na lavora già sulla base di un modello a rete, ma finora lo ha fallo senza utilizzare le lecnologie cho possono rendere med�io più efficaci queste interazio�ni. E del resto proprio nella globalizzazione si sta riscofirendo come valore forte quelo della prossimità, dei contai li anche personali tra impren�ditori». Non ritiene che in Europa si rischi un approccio troppo ((dirigistico» all'in�novazione chiedendo ai governi di spingere lo svi�luppo? «No, la trasformazione è cos�grande che ritengo necessario che ci siano anche dei messag�gi dall'alto». Lei parla di strutture del lavoro più flessibili: ha l'impressione che oggi il sindacato freni l'innova�zione? «Pensoche siiuiacnloe impren�ditori dovrebbero sedersi as�sieme e capire come procedere per innovare, visto cho della necessita di farlo siamo tutti convinti». Ma siamo ancora in grado di recuperare la distanza che ci separa da quanto sta avvenendo negli Usa o quello è un treno che or�mai abbiamo perso? «Oggi il gap esisto certamente, ma chiuderlo è alla nostra portata. Quello che serve, nel settore pubblico come in ciuci�lo privalo, è lu semplificazio�ne e la formazione. Semplifica�zione perché le nuove tecnolo�gie ce lo consentono e lo richie�dono, specie nei rapporti con la pubblica amministrazione. E poi formazione, non di base dove l'Italia è tra i Paesi più forti del mondo, ma avanza�ta». «Le piccole imprese possono guadagnare più di tutti gli altri dalle nuove tecnologie» Elio Catania presidente Ibm Italia

Persone citate: Elio Catania

Luoghi citati: Catania, Europa, Ibm Italia, Italia, Stati Uniti, Usa