E Bruxelles richiama l'Italia

E Bruxelles richiama l'Italia E Bruxelles richiama l'Italia «Subitopiù riforme e attenti alle spese» 4P CCOMANDAZIONI BRUXELLES a ROMA POLITICA DI BILANCIO MERCATI DEL LAVORO MERCATI DEI PRODOTTI MERCATI CAPITALI Il deficit all' 1,9«*fe del Pil nel 1999 è un risultato molto positivo, anche se l'avanzo primario è risultato inferiore alle stime (4,9"*) del Pil invece di S^) ed il debito resta alto ( 114,996). L'Italia dovrebbe -puntare ad ottenere risultati di bilancio migliori di quelli previsti». Sono stati compiuti sforzi significativi per ridurre gli oneri fiscali e contributivi sul lavoro e per introdurre nuove forme contrattuali, ma i provvedimenti assunti non hanno ancora dato pienamente frutti. Buono le riforme che hanno condotto a minori oneri amministrativi sulle PMI ed alla liberalizzazione dei servizi pubblici. L'Italia deve ancora lavorare per ridurre la quota di aiuti di stato non agricoli, che in percentuale sul Pil è fra le più alte dell'Ue. Progressi sostanziali sono snti compiuti su questo fronte, anche grazie alle privatizzazioni, che hanno condotto ad una crescita rapida del mercato borsistico. Sul fronte dei capitali di rischio lo sviluppo resta però ancora scarso Paolo Baroni Rigore e riforme. Sembra quasi un disco rotto che continua a ripetere sempre lo stesso ritornello quello che suona il juke-box di Bruxelles. Ma bisogna rassegnarsi: fintanto che l'Italia non avrà disinnescato definiti�vamente la mina previdenziale, ridot�to in maniera significativa il debito pubblico e non avrà sciolto il nodo-la�voro dalla Commissione europea con�tinueranno ad arrivare consigli e raccomandazioni. Rigore, riforme urgenti per pensio�ni e mercato del lavoro e un'azione più energica sul fronte della riduzio�ne del rapporto debito: sono questi i cardini de le raccomandazioni rivol�te al govemo italiano nel documento sulle linee guida di politica economi�ca per il 2000, che i ministri delle Finanze della Unione Europea esami�neranno oggi a Lussemburgo prima di inviarlo ai capi di Stato e di govemo per il vertice che si terrà a Feira, in Portogallo, il 19 e 20 giugno. Il rapporto, che contiene ricette vir lutti gli stati membri, accoglie in aighissima parte le prescrizioni che la Commissione europea aveva già reso note in aprile, poi passate al vaglio de! Comitato economico-finan�ziario Uè. Per lltalia, spiegano fonti di Bruxelles alcuni passaggi nella versione definitiva sono stati attenua�li, ma la sostanza resta la slessa: il kjso del debito pubblico (che tra 'altro l'aumento dei tassi tonta a rendere molto più oneroso di qualche mese fai impone di perseguire obietti�vi di bilancio molto più ambizrosi del previsto. In particolare Bruxelles racco�manda al nostro paese di utilizzare il dividendo della maggior crescita eco�nomica (2,8-2^ quest'anno contro il 2,6 previsto dal Patto di stabilità e -1-3,11*! contro il 2,6 l'anno prossimo) per accelerare il risanamento. Parti�colare enfasi viene posta al capitolo del debito pubblico il cui valore di riferimento rispetto al Prodotto inter�no lordo va ricorda'o è fissalo al 60'Ki, mentre il nostro paese si attesta ancora ben sopra quota WQfa. Stop alle spese facili, dunque, e avanti con vigore con le privatizzazioni per gene�rare introiti aggiuntivi. Un'altro tema caldo, su cui nelle ultime due settimane hanno richia�mato l'attenzione sia la Banca d'Ita�lia, die il Fondo monetario che Con�findustria, è quello della previdenza. Nel medio termine, secondo Bruxel�les, occorre contenere «l'atteso incre�mento nel rapporto fra spesa previ�denziale e Pil» e avviare «il più presto possibile» un riesame del sistema e «fare ulteriori passi per riformarlo». Bruxelles «consiglia» un giro di vite anche per la s[)esa corrente, corrente. Ut Uè chiede che sia tenuta strellamonte sotto controllo per cen�trare un surplus primario pari ad almeno il 59i del Pil nel 2000 e nel 2001 dopo che l'anno passato il no�stro paese l'anno scorso si è fermalo al 4,9nÀ) contro l'atteso 5,5*. Nel suo complesso il deficit all'1,9% del Pil nel 1999 viene giudicalo dalla Com�missione europea un risultalo molto positivo, non altrellanlo si può dire invece del debito che resta particolar�mente allo: 114,9^0 del Pil. Per questo l'Italia viene chiamata a «puntare ad ottenere risultali di bilancio migliori di quelli previsti». In particolare a Bruxelles si aspellano un disavanzo dell'1,5% del Pil nel 2000 e dell'I^ nel 2001. La ripresa economica in Italia sottolinea i! documento ha mostra�to una forte accelerazione dalla se�conda metà del 1999 e ìe attese sono che «rimarrà robusta» nel 2000 e 2001»: ma nonostante una maggior flessibilità dei mercati del lavoro, la disoccupazione resta anche su que�sto capitolo. Il documento riconosce die sono stati compiuti sforzi significativi per ridurre gli oneri fiscali e contributivi sul lavoro e per introdurre nuove forme contrattuali, ma i provvedi�menti assunti non hanno ancora dato pienamente frutti. «C'è una chiara necessità di affiancarli con misure strutturali di ampio respiro». Anche perché la situazione «resta difficile»: i lassi di occupazione sono bassi, la disoccupazione strutturale elevata, le differenze regionali forti. Anche su questo tema la Uè sugge�risce all'Italia una ricetta precisa, occorre «combinare un miglioramen�to del sistema dei benefici di disoccu�pazione con una legislazione sul lavo�ro più flessibile e regole più severe per la ammissibilità ai regimi pensio�nistici e di altro tipo». Per quanto riguarda i mercati Bruxelles definisce «buone» le rifor�me che hanno condotto a minori oneri anuninistralivi sulle piccole e medie imprese ed alla liberalizzazio�ne dei servizi pubblici. L'Italia, però, deve ancora lavorare per ridurre la quota di aiuti di stato non agricoli. Sono poi necessarie iniziative per promuovere investimenti in ricerca e sviluppo alla luce del basso rapporto fra spese per la ricerca e Pil. Sostan�ziale apprezzamento anche per i pro�gressi compiuti sul fronte del merca�to dei capitali, anche grazie alle privatizzazioni, che hanno condotto ad una crescila rapida del mercato borsistico. Pollice verso invece in tema di capitali di rischio: lo svilup�po di questi strumenti nel nostro paese infalli é ancora scarso.

Persone citate: Feira, Paolo Baroni