Basaglia ,così cadde il muro della follia di Lietta Tornabuoni
Basaglia ,cos�cadde il muro della follia«La seconda ombra», bel film di Agosti con Girone sul promotore della legge 180 Basaglia ,cos�cadde il muro della follia Lietta Tornabuoni SILVANO Agosti, uno del cine�asti più bravi, innovativi e integri, dedica un film a Fran�co Basaglia, lo [isichiatra dell'antipsichialna, l'autore de (ri/istituzio�ne negala» morto a 56 anni nel 1980, il promotore insieme con la moglie Franca Ongaro ed altri del�l'abolizione dei manicomi e della legge 180: due italiani fuori del comune si sommano ne «La secon da ombra» lil titolo è nella frase d'un maialo di monte: «Quando mi torturavano in manicomio, lo mi rifugiavo nella mia seconda ombra e non sentivo niente»). C'è un tempo per demolire e un tempo per costruire, si dice nel film: Basaglia col.se con coraggio e fidu�cia il momento giusto per abolire i manicomi, ma a costruire le solu�zioni diverse previste dalla legge 180 incili hanno pensato e, salvo in a cune regioni, il destino dei malati di mente resta doloroso e confuso olire vent'annl dopo (la legge venne approvala dal Parla�mento nel 1078). Per raccontare l'eccezionale esperienza ed attivila di Basaglia, Agosti usa un semplice espediente (Irammalurgico e una bellissima simbologia fiabesca, senza ricorre�re affatto alla cronaca ma non allontanandosi mai dall'essenza della verità. All'inizio Basaglia (co�me Robert Redford nel carcere di uBrubaker») appena nominato nel 1961 direttore del manicomio di Gorizia, travestito da facchino en�tra e gira nell'istituzione, scopren�done gli orrori: costrizioni, bolle, urla, gabbie di ferro, bagni gelali, stupri, brutalità, morti, degenera�zioni della personalità, illustrati con straordinaria efficacia ed intonsità, per accenni, senza sadi�smo ne compiacimenti, Nella se�conda parte, il proposito inevitabi�le di Basaglia, abbattere anche materialmente i muri che separa�vano il manicomio dalla società, è narralo in forma di luminosa uto�pia realizzala: non si insiste sulle difficoltà ideologiche, professiona�li, burocratiche e politiche incon�trate da Basaglia (che pure furono durissime) né si vittimizza il prota�gonista, ma si mostra il grande risultalo, l'importanza umana e la felicità della sua opera, dal lavoro di convinzione alla caduta del mu�ro di cinta abbatlulo da picconi e gru. Immerso in una luce glauca, «La seconda ombra» n un esempio di cinema eccellente in cui le idee suppliscono alla scarsità di soldi. Un edificio dalle persiane chiuse, che parla con le grida strazianti che arrivano dal suo intemo, espri�me la sofferenza della prigionia; la morte di due maiali che nell'ebrez�za della libertà si spogliano e si gettano dall'alto, esprime i rischi del lavoro ant.ipsichialrico; la ras�segna di facce di ricoverali, ritratti mentre cantano i lacerti di canzoni emergenti dal loro nebbioso passa�lo, esprime la condanna della ma�lattia e insieme la possibilità di guarigione. Scrittore, regista, direttore del�la fotografia e montatore del film. Silvano Agosti presta se slesso, la propria pacatezza, dolcezza e affeituosità a Basaglia (che nella realta non era un uomo mite) e all'inter�prete Remo Girone. Tra gli altri interpreti ci sono circa duecento ex degenti degli ex ospedali psi�chiatrici di Gorizia e Trieste, «le vicende sono interpretate da colo�ro che le hanno vissute». Ed e quasi miracoloso che un film alta�mente civile e olile come «La secon�da ombra», dedicalo a Franco Basa�glia come a uno dei pochi italiani che nella seconda metà del Nove�cento abbiano davvero portalo nel Paese un cambiamento cruciale, sia anche un film mollo bello. Una simbologia fiabesca, esempio di cinema eccellente in cui le idee suppliscono alla scarsità di soldi Remo Girone in una scena del film di Silvano Agosti «La seconda ombra
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