TRAVIATA Sempre libera e spezzata di Simonetta Robiony

TRAVIATA Sempre libera e spezzata Ieri su Raiuno il primo atto del melodramma: gli altri tre lungo la giornata di oggi TRAVIATA Sempre libera e spezzata Simonetta Robiony Inviata a PARIGI Gli ultimi invitati s'affrettano verso l'Hotel de Boisgelin, sede dell'amba�sciata d'Italia, scelto per essere la casa di Violetta, quella dove offre il ricevimento con cui s'inizia il melo�dramma di Verdi. La cenù sta termi�nando, una decisione voluta dal regi�sta come segno che per Violetta la sua vita di mantenuta pubblica è arrivata a una svolta. Lo splendido cortile è avvolto in ima luce azzurri�na che Storaro ha accentuato per meglio far risaltare dalle vetrate la calda illuminazione degli intemi: lo scalone di marmo, il salone dorato con gli specchi, il teatrino siciliano ricostruito qua, a Parigi, con gli arredi di un palazzo nobiliare di Palermo. E dalla sala di registrazione Wagram partono le note del più famoso brindisi della lirica; «Libiam nei lieti calici». Violetta, la soprano Eteri Gvaza�va è in nero, molto scollata, con sottili spallini di cristalli Swaroski. Alfredo, il tenore José Cura, è in frac come tutti gli uomini. Patroni-Griffi ha voluto dare un tono realistico a lutto l'andamento del racconto. Tan�to realistico da costringere l'ingenua Eteri Gvazava cui tutti chiedevano quanto, dopo cinque mesi di isola�mento e studio, si sentisse simile a Violetta, a precisare che sì, lei è una donna romantica, ma non è, come Violetta, una prostituta. E proprio per mantenere questo tono che nella scena finale, quella della morte che Patroni-Griffi ha definito da «ento�mologo dei sentimenti», considerato che Iha concepita come un lungo piano sequenza sulle sofferenze di Violetta il regista è ricorso, in ouesto primo alto, a un'invenzione di grande effetto. Gli ospiti vanno a ballare, Violetta perde un orecchino e si china sotto la tavola per cercarlo, Alfredo poggia una candela sul pavi�mento perfarle luce, e i due, come due ragazzi qualsiasi, finiscono per badarsi al riparo della tovaglia di merletto che scende fino a terra. Operazione complessissima que�sta «Traviata a Parigi» di cui ieri sera è andata in onda la prima parte, mentre oggi, in tre diversi appunta�menti, uno alle 12,45, un altro alle 20,30, e l'ultimo alle 23,30. andranno in onda le altre tre, rispettivamente trasmesse da l'Hamoau de la Reine a Versailles, scelto come la villa di campagna dei due amanti, il Petit Palais di place de la Concorde, dove si svolge la festa dell'amica Flora con tanto di ballo delle zingarelle, e infi�ne la casa sull'Ile-Saint-Louis pro�prio alle spalle f'.i Notre-Dame in cui Violetta, non più signora delle came�lie, purificata dalla rinuncia ad Alfre�do, troverò la pace nella morte. Sarà per sottolineare questo percorso sa�crificale che il vestito di Violetta è nero nella prima scena, avorio quan�do è in vestaglia, argento con manto rosso fuoco alla festa di Flora, e candido alla morte? I rischi di questa «Traviala a Parigi» ci sono, ma sono calcolali. Nel peggiore dei casi, un guasto tecnico o un diluvio, partiranno le immagini registrate (a un certo pun�to sembrava che dovesse accadere, ima telecamera è saltata e per tre secondi si sono viste le righe colorate al posto delle immaginil. Più compli�calo invece calcolare quanta gente starà davanti alla tv a guardarla. Il pubblico potenziale è di un miliardo e mezzo sparso in 125 Paesi, ma per la Rai 5 milioni sarebbero un succes�so, tenuto conto che gli sfasamenti di orario sono proibitivi. L'opera, co�munque, verrà trasmessa di nuovo, senza spezzamenti, tra qualche gior�no. Quello che non si discute è il consenso intemazionale che ha rac�colto. Zubin Melila e Patroni-Griffi dovrebboro garantirne la qualità. Terlizi, che ha voluto i costumi ispira�li al pittore Sargem. l'eleganza. Stora�ro le luci. Cavasillas le riprese. Andermann lutto. E poi c'è l'orchestra, quella Nazionale della Rai. E i cantan�ti. José Cura, uno spaccone venuto dall'Ai^genlina con l'idea di rivoluzio�nare la lirica, è fascinoso quanto basta e ribelle quanto più non si può. Alfredo, dice, è come un guappo di oggi che sfida un capomafia portan�dogli via la sua donna. La sorpresa è Eteri Gvazava. siberiana di madre giorgiana di padre, una trentenne noia in Italia solo per un -Cosi fan tutte» al Nuovo Piccolo di Milano. Bellezza amica, la preservata capaci�tà di arrossire, gran passione (wr la lettura ma non per lo sport, molti amici a casa sua a Omsk, Eteri s'è buttala nell'impresa sapendo che il pericolo maggiore lo corre lei che è agli esordi. Un trasporto irrefrenabi�le por Violetta? No, risponde placida, il suo molo preferito è Tatiana, dall'» EugenioOnegin»: la «Traviala» l'ave�va studiata e dimenticata. Grandi manovre Rai dietro le quinte del lavoro di Verdi. Sacca conciliante «Santoro? Un amico» E fra Celli e Frizzi telefonata di pace e messaggio in diretta José Cura (Alfredo) e Violetta (Il soprano Eteri Gvazava) in un momento di Traviata. Alle 20.30 e alle 23.30 di oggi vanno in onda le ultime due scene, dal Petit Palais di Place de la Concorde e dalla casa sull'Ile Saint Louis in cui Violetta muore

Luoghi citati: Italia, Milano, Palermo, Parigi