«L'hanno imbottito di farmaci» di Claudio Giacchino

«L'hanno imbottito di farmaci» «L'hanno imbottito di farmaci» La vedova denuncia: curato male Claudio Giacchino TORINO LA moglie di Angelo Audino si chiama Lucia, abita nella campagna attorno a Villanova d'Asti con i figli Katiuscia, Teresa e Michael. Accusa: «Mio marito è stalo ucciso. L'hanno fallo fuori con un'overdose di fermaci. Non è difficile dimostrar�lo. La magislralura faccia esuma�re la salma di Angelo e disponga una perizia, sono sicura che trove�ranno in quel povero devastato dalla malattia le tracce dei tanti, troppi medicinali somministrali in maniera assurda, criminale». Signora, su che cosa basa le sue certezze? «Sulle scatole dei farmaci dati ad Angelo nel repartino delle Molinelle. Le ho tulle io, ciascu�na ha il timbro del carcere. Mio marito era riuscito a metterle da parte e a nasconderle nel sacco della biancheria sporca che ritiravo ogni volta che anda�vo a trovarlo. Quelle confezioni provano che i medici l'hanno mal curato, che in un giorno gli facevano prendere medicinali che si dovrebbero dare in una settimana». Può fare un esempio? «Sì. Quelle scatole raccontano che ad Angelo venivano inietta�to quantità eccessive di "Catapresan", un farmaco per il cuore. Però, di questi dettagli clinici parleremo a suo tempo, quando il mio perito di parte, il professor Baima Bollone, avrà acquisito tutte lo informazioni necessarie». E' vero che suo marito ave�va rifiutato a ripetizione il ricovero in ospedale? «Certo. Non voleva andare in corsia. Era conscio di essere vicino alla morte, ripeteva: "Ho i giorni contali, lasciatemi stare a casa". I giudici glielo hanno sempre negalo». E' vero che un anno fa, quando l'avevano mandato a casa, la polizia scopri che Audino aveva ripreso a traf�ficare droga e sequestrò un chilo di cocaina? «Guardi. Angelo ora tutto tran�ne uno stinco di santo. Siamo stati insieme 24 anni, ne ho viste tante. Però, qui non si discutono le sue azioni: qui si discute di un uomo morente che hanno voluto far crepare dietro le sbarre negandogli una fine dignitosa. E' morto il 13 aprile: il giorno prima ero andato a trovarlo, ebbe una crisi, lo mise�ro su una barella e nel soccorrer�lo gli agenti se la presero como�da, dicevano: "Uffa, la solila scena". Quando anche un cieco avrebbe visto che le condizioni di Angelo erano incompatibili con la detenzione». La vita di suo marito è stato un continuo entrare e uscire di prigione... «L'ho già dello, non era un santo. Anzi.,.». Una volta, tre anni fa, lei lo denunciò per maltratta�menti facendolo tornare in galera, E' vero. «Si, feci uno sbaglio, mi lasciai prendere dai nervi dimentican�do che la malattia aveva reso irascibile il mio uomo. Però, è falso che lo denunciai. Ma, la mia lamentela costò l'arresto ad Angelo. Rimediai protestan�do davanti al penitenziario di Opera dovo l'avevano rinchiu�so». Come mai il «caso Audino» esplode solo adesso, quasi due mesi dopo la morte? «Perché ho aspellato che la magistratura si muoves^L'. Inve�ce, nessuno ha fallo nulla, e siccome volevano insabbiare il tulio...».

Persone citate: Angelo Audino, Audino, Baima Bollone

Luoghi citati: Asti, Torino