Il puzzle dell'Europa vista dall'Arkansas di Pierluigi Battista

Il puzzle dell'Europa vista dall'Arkansas IL FANTASIOSO ELENCO DI BERLINO DETTATO DA UNA VISIONE STEREOTIPATA Il puzzle dell'Europa vista dall'Arkansas analisi Pierluigi Battista VTSTA dall'Arkansas, biso�gna ammetterlo, l'Europa fa un po' impression,con tutte quelle linee aggrovigliate e quelle mescolanze vertigino�se. E si capisce come Bill Clin�ton, giunto ad Aquisgrana per ricevere il premio «Carlo Ma�gno» e preso dall'ebbrezza di un'atmosfera da Sacro Roma�no Impero, si sia compiaciuto di far trascinare in un'unica ondala autonomista la Catalo�gna e la Slesia, il Piemonte e (forse) la Rutenia, la Lombar�dia e la Transilvania, la Scozia e il Galles e l'Irlanda del Nord. Certo, l'appena menzionato ca�talogo di sigle sarà pur sempre galvanizzalo da una robusta aspirazione al «poterò democra�tico dal basso». In quell'accenno cosi accora�to alle virtù della «devolution» ci sarà senz'altro lo sdogana�mento di aspirazioni sinora marginalizzate nel folklore se�paratista e nelle mitologie del�le «piccole patrie». Il catalogo è questo. Ma come soffocare la sensazione che quel catalogo nasconda un'idea un po' confu�sa, vagamente alterata della variopinta realtà europea? Come si può mettere in un unico calderone la Lombardia e la Transilvania? E il Piemon�te e la Catalogna? Lo storico Giovanni Sabbatucci è per esempio molto curioso di cono�scere «il nome del misterioso ghost-writer che ha suggerito il fantasioso elenco all'ex Go�vernatore dell'Arkansas. L'uni�ca cosa fuori discussione e che chi ha partorito il catalogo ha applicato meccanicamente al�l'Europa la realtà degli Stati Uniti, dove i singoli Stati fede�rali, nutriti tutti da un sano patriottismo, nondimeno sono cementati dalla comune appar�tenenza all'Unione». Saranno stereotipi montali. Como quello che faceva invoca�re al più celebre degli america�ni a Roma, Alberto Sordi, le magnificenze di una lontana ma seducente «Kansas City». Ma dal Presidente degli Stati Uniti, ancorché allo scadere del suo duplice mandato, ci si aspetterebbe minore vaghez�za. E invece l'Europa immagi�nata dagli Stali Uniti, scongela�ta dopo il lungo frigorifero imposto dalla guerra fredda, appare quasi come un puzzle impazzilo, un mosaico frantu�mato in cui è arduo rintraccia�re i singoli tasselli. Racconta il Foglio che in una recente visita a Washin�gton, il ministro degli Esteri Fischer si sia fatto mostrare da Madeleine Albright «un dia�gramma pieno di cerchi am�mucchiati l'uno sull'altro, alcu�ni grandi, altri piccoli, che si intersecavano in modo caotico. Cos'è, scusi, domanda il tede�sco, e la signora Segretario di Stato risponde che è la proiezio�ne di come oggi l'America vede l'Europa». Scozia e Piemonte, dunque. La Scozia di Maria Stuarda. La Scozia che ha una sua indivi�dualità linguistica. Una sua specificità culturale (a comin�ciare dall'Illuminismo scozze�se). U' vero che la partecipazio�ne «indipendsntistica» di Sean Connery alle manifestazioni per l'autonomia della Scozia ha conferito al tutto un tocco romantico e spettacolare. Ed è anche vero che persino il kilt, simbolo numero uno dell'iden�tità scozzese, come ha dimo�strato con perfida puntigliosità lo storico Eric J. Hobsbawm, non sarebbe altro che un riusci�tissimo capitolo della sempre fertile «invenzione della tradi�zione» tipica degli Stati moder�ni. Ma che c'entra con il Pie�monte? C'entra forse con il «Salve, o Piemonte» che Giosuè Carducci cantava per le sue «dentate e scintillanti vette» dove «salta il camoscio» e «tuona la valanga». Ma il Piemonte di adesso e che colpisco l'imma�ginazione di Clinton deve forse rivendicare la Savoia di là dalle Alpi? Deve comprendere tutto il Regno di Sardegna? Senza considerare che la storia è complicata dal fatto che men�tre la Scozia rilutta all'annes�sione, il Piemonte invece è il soggetto attivo dell'«annessio�ne» dell'Italia. E la Transilvania? Il volgo ricorda solo le eniente presta�zioni del conte Dracula, ma più di un millennio fa quella terra era contesa da Magiari e Sasso�ni e più di recente è stata al centro di un'interminabile e feroce disputa tra l'Ungheria e la Romania di Ceausescu. Il quale ha cosi gentilmente rispo�sto all'ansia di «devolution» degli ungheresi; radendone al suolo città e villaggi per edifica�re città-mausolei in onore; del�la consorte Elena. Difficile tro�vare un nesso tra la Transilva�nia e la Catalogna, portata da Jordi Pujol nella florida condi�ziono di regione autonoma ma non separatista. Oppure la Lombardia, come sanno i pove�ri studenti costretti a sorbirsi le lamentazioni di Foscolo sul�le concessioni napoleoniche nel Trattato di Campoformio del 1797 da cui venne fuori si il Lombardo-Vonolu, ma un Lom�bardo-Veneto dominalo dal�l'Austria. Senza considerare, pur dire la complessità della storia euro�pea, che Garibaldi, salpando da Quarto por inaugurare la spedi�zione dei Millo, volle partire su due navi chiamate appunto «Lombardo» e «Piemonte», che andavano con lo buone o con le cattive a far l'Italia, mica a sottoporla a un referendum a favore della «devolution». E l'allusione alla Slesia, bu�co nero nella storia europea dol Novecento, fonte di sanguino�se controversie e duplice forila aperta nell'identità tedesca, do�po la Prima e dopo la Seconda guerra mondiale? Un puzzle impazzito, appunto. Neanche Carlo Magno, forse, ci si sareb�be raccapezzato. Clinton ha messo in un unico calderone la Lombardia e la Transilvania Ma che c'entra la Scozia di Maria Stuarda con il Piemonte? Lo storico Sabbatucci vuole sapere il nome del ghost-writer che ha preparato il discorso al Presidente «E' stata applicata al vecchio continente la realtà degli Stati Uniti» Sotto: il leader degli autonomisti catalani jordi Pu|ol. Nella foto a sinistra, l'attore scozzese Sean Connery con il tradizionale kilt A sinistra, la regina Maria Stuarda Nell'immagine in basso: Giuseppe Garibaldi mentre salpa con i suoi uomini dallo scoglio di Quarto, vicino a Genova, perla spedizione dei Mille. Le navi si chiamavano «Piemonte» e «Lombardo": andavano a sottomettere il Meridione con le buone o con le cattive, non a sottoporre l'Italia a un referendum sulla devolution