«ta Casa Bianca non si cura delia lega» di Fabio Martini

«ta Casa Bianca non si cura delia lega» «ta Casa Bianca non si cura delia lega» Amato ironico: «Crediamo di essere sempre al centro del mondo» Fabio Martini Inviato a 8ERLIN0 Alle bizze di Mastella ha fatto il callo. Alle maggioranze inquiete è abituato. Ma che dovesse «guardarsi» da Bill Clinton, Giulia�no Amato non se lo aspettava e così, davanti alle interpretazioni che fiorivano in Italia sul discorso del Presidente ameri�cano, il «dottor Sottile» ha decìso d�affoga�re la polemica in un mare di ironia: «In Italia qualcuno entra in agitazione sulla base ad un formidabile egocentrismo, pen�sando che tutto quel che accade nel mondo è importante» per �riferimenti alla nostra polemica interna, pensando «che l'Italia sia il cuore della discussione mondiale...». E ancora: «E' un egocentrismo che non abbiamo perso nonostante 30 automobili non le abbia Giulio Cesare, ma Bill Clin�ton... Noi continuiamo a comportarci co�me se le avesse Giulio Cesare...». E poi il tocco beffardo: «Chiacchierando con Clin�ton gli ho chiesto: scusa, cosa hai dello d�preciso? In Italia c'è una grande agitazio�ne... E lui si è messo a ridere non appena gli ho prospellalo le interpretazioni sulle sue parole!». Il «dottor Sottile» si fa tagliente perché conosce le regole. Sa che una deformazio�ne delle parole pronunciale da Clinton ad Aquisgrana potrebbero giovare assai alla Lega e fare mollo male alla causa del centrosinistra. E cos�Amalo cerca di stron�care la polemica prima che si allarghi. Tulio aveva avuto inìzio due giorni fa ad Aquisgrana: prima di partecipare con lo slesso Amalo al vertice dei leader progres�sisti a Berlino, Clinton aveva esaltalo la rfevo/iition d�poteri «verso il basso» attua�ta in Europa, sostenendo che proprio questo decentramento di poteri era siala uno dei segreti della straordinaria ripresa economica e sociale del Vecchio Conlinenle. E come esempi virtuosi Clinton aveva indicalo Scozia e Galles «che hanno propri Parlamenti» ma anche Piemonte, Lombar�dia e Catalogna e il «loro sano orgoglio delle tradizioni». Il Presidente americano, e ovvio, non aveva alcuna intenzione di interferire in questioni che non conosce, ma la simpatia clinloniana per la devolution, la coinciden�za lessicale tra le parole di Clinton e quelle del vocabolario politico italiano non pote�vano passare inosservali. Ma il rilievo allribuilo dai giornali italiani alle parole di Clinton deve aver sorpreso lo slesso Ama�lo. Ieri mattina, poco dopo le 8, è sceso nella hall del suo albergo berlinese e, contrariamente alle sue abitudini, ha «esternato» camminando con le telecame�re che lo inseguivano. E lo ha fallo con parole aspre: «Mi vergogno del fallo che si dicano certe cose e che si pensino certe sciocchezze». Sette ore più lardi, nella conferenza stampa a bocce ferme. Amato appariva meno irritato, ma sfoggiava la sua proverbiale ironia sulfurea, cercando anche di interpretare le parole di Clinton: «L'uso della parola devolun'on può essere specifico in alcuni contesti, generico in altri», «anche in dico che Bassanini ha fatto una fonna di devolution di funzioni dallo Slato verso le Regioni e non è la slessa cosa che hanno fatto in Galles o in Belgio. Attaccare a tutto questo una serie di tram nazionali significa amaro la Broda più di quanto sia il caso di fare». Sul vertice di Berlino, Amalo non ha usato perifrasi: «Ad un certo punto ci siamo detti: se ci riuniamo un'altra volta e informiamo il prossimo che noi siamo quelli che si occupano dei diritti umani, della coesione sociale e della lolla al razzismo, non ci si fila più nessuno...». E dunque, le prossime volte ci si occuperà di problemi specifici. Le conclusioni concrete del vertice di Berlino? Inevitabilmente «generiche», ma «tutti i rapporti interna�zionali hanno questo andamento progressi�vo», i pericoli di fare un doppione dell'Inlernazionale socialista per Amato non esistono perché l'organizzazione mondiale dei socialisti «ha un rendimento molto più allo». Certo, il pericolo del doppione non esiste almeno fino a quando, fa capire Amalo, le dimensioni del «club» progressi�sta restano limitale. In realtà, neanche a Berlino si è ben definita la natura di questo club progressi�sta, non si è capilo neppure se l'essere capi di governo sia requisito dirimente por farne parte. Un'incertezza di fondo di cui è testimonianza anche la composita delega�zione italiana presente a Berlino. Olire ai consiglieri del Presidente del Consiglio (il diplomatico Francesco Olivieri, per le Rela�zioni intemazionali Marta Dassù, per le politiche economiche intemazionali Pier Cai. j Padoanl, hanno partecipato al verti�ce «in qualità di esperti designati dal presidente del Consiglio», anche l'imprenditorc Alfio Marchini, il giornalista de da Repubblica» Federico Rampini, il consiglie�re economico Paolo Onofri, li premier da Aquisgrana replica con ironia «Mi vergogno che si pensino certe sciocchezze Il presidente Usa ha usato la parola devolution in un contesto che non ci riguarda»