La parata dell'unità turbata da Clinton

La parata dell'unità turbata da Clinton La parata dell'unità turbata da Clinton La Lega applaude. Il governo: solo forzature ROMA Alla vigilia della parala militare di Oggi, ai Pori Imperiali alla quale parteciperanno, accanto al Capo dello Stato, i presidenti delle Regio�ni del Polo, ma non i verdi che intendono manifestare cosi il loro pacifìcismo il mondo politico italiano s�divìde sull'interpretazione delle affermazioni di Hill Clin�ton che ha elogialo la «devolu�tion», prendendo a («empio anche il Piemonte e la Lombiardia. La [-ega, con Bossi e Maroni, canta vittoria, Roberto Formigoni ed En�zo Ghigo «ringraziano», e il gover�no italiano fornisce la propria ver�sione delle parole pronuncialo dal Presidente degli Stali Uniti. Il ter�reno di scontro e il federalismo, ò, meglio il diverso significalo che a esso viene dato dal Polo e dal centrosinistra. Secondo il Carroccio quello di Clinton 'il «riconoscimento del progetto leghista». «E' la presa d'allodi una realtà», sostiene Dos�si. Per il presidente della Lombar�dia (che ha ricoMfennato la sua presenza alla parata di oggi a Roma) quello di Clinton deve esse�rili-ito come un invito «a non aver paura del federalismo». Un invilo, sottolinea Formigoni, che viene dal presidente di «un sistema fede�rale dir.' attribuisce alle regioni competenze piene in materia di scuola, polizia e addirittura magisiralura». «Il federalismo osserva ancora il "governatore" della Ijamhardia e necessario e noi andre�mo avanti con assoluta determina�zione: Insogna riformulare l'unità nazionale del nostro Paese». An�che ad avviso del presidente del Piemonte Ghigo le parole di Clin�ton devono essere interpretate co�me «uno slimolo per «un processo che in Italia, per troppo temno, si è basato più sulle parole che sui fatti: il processo della costruzione di un ordinamento federale». Ma da parte del governo viene un allolà a certe interpretazioni che tendono a inserire le parole di Clinton nel quadro del dibattilo politico che si sia sviluppando in Italia sul tema del federalismo. Franco Hassanini, autore della ri�forma della pubblica amministra�zione che, sono parole di Amalo, ò una fonna di «devolution» di certe funzioni alle regioni forni�sco un'altra chiave di lettura alle affermazioni falle dal Presidente degli Slati Uniti. Il ministro della Funzione pubblica spiega che quando Clinton parla di «devolu�tion» si riferisce alle «riforme che sono in corso in Europa, tra le quali quella italiana, lese a un rafforzamento delle autonomie re�gionali e locali, attraverso il trasfe�rimento di determinate competen�ze e di risorse». «Figuriamoci se Clinton continua Bassanini aveva intenzione di entrare noi diballilo politico interno al nostro Paese. I,a parola "devolution" da lui pronunciata qui in Italia e slata interpretala in modo forzalo da alcuni personaggi». E chi siano questi «personaggi», il ministro lo chiarisce stillilo dopo nominando Bossi, Maroni e Giulio Tremonti. I quali, peraltro, secondo Bassanini non puntano al federalismo. «Ne�gli Usa spiega ancora il ministro a questo proposilo c'è una riparti�zione "fifty-fifty'' delle risorse tra la federazione, da una parte, e gli stali e gli enti locali dall'altra. Ciò a cui invece puntano Bossi, Maro�ni e Tremanti è una divisione che darebbe alle regioni e agli enti locali il 70 per cento delle risorse. Con una ripartizione di questo genere gli Usa non sarebbero mai esistili». Il vero problema, per Bassani�ni, che in questi ultimi due anni ha lavorato a stretto contatto con gli staff di Clinton e Al Gore sulla questiono della riforma federale «è il dibattito confuso che si fa in Italia su questo tema». «Gli stali federali a cui noi ci ispiriamo, e a cui non siamo ormai mollo lontani osserva il ministro sono la Germania, gli Usa. Le idee, ammes�so che siano chiare, che Bossi, Maroni e Tremonti hanno sul rie�quilibrio di risorse e poteri sono invece proprie delle confederazio�ni». Ma questo scontro tra Polo e centrosinistra non sembrerebbe impensierire il governo, che fa mostra di non temere la prospetti�va di una conflittualità permanen�te con il presidenti delle regioni del Polo. «Nonostante i proclami di guerra osserva Bassanini quan�do poi si siedono attorno a un tavolo "abbozzano". E alla fine quanto abbiamo fatto e quanto stiamo ancora facendo per la devo�luzione delle competenze e delle risorse alle regioni e agli enti loca�li, ogni volta che ci incontriamo, viene giudicato soddisfacente an�che dai sindaci e dai presidenti delle regioni del Polo». E un appello a non dividersi su questioni come questa viene dal presidente della Camera Luciano Violante, il quale ricorda che l'invi�lo a tutti i presidenti delle regioni a partecipare alla celebrazione del�l'anniversario della Repubbhca è «proprio il segno dell'unità». La quale unità, ammonisce Violante, «non è in contraddizione con il federalismo». Anzi: «Il federali�smo sottolinea infatti il presiden�te della Camera è la forma moder�na dell'unità nazionale e presuppo�ne un forte stato nazionale, altri�menti lutto va a scatafascio». [m.t.m.] li presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi