Cento ventenni per la colonna sonora di Sandro Cappelletto
Cento ventenni per la colonna sonora Il concerto dell'Orchestra Giovanile ha chiuso le celebrazioni: Tlnno, Verdi, Brahms Cento ventenni per la colonna sonora Sandro Cappelletto ROMA MA i ragazzi di Fiesole li hai mai sentiti?", aveva detto Paolo Barile al Presidente. Dob�biamo anche al costituzionalista scomparso giovedì, che di Ciampi è stato ministro e amico, condividendo con lui la passione per la musica, se di questa terza edizione del Concerto nel Cortile del Quirinale ricorderemo soprattutto i) consapevole entusiasmo dell'Orchestra Giovanile Italiana, che ne è stata protagonista. Partorita dal corpo della Scuola di Musica di Fiesole e dalla mente di Piero Farulli nel 1984. da allora è diventata la vera Fenice della vita musicale del nostro paese: ogni tre anni, per scelta volontaria, muore e ogni volta rinasce, con facce sempre nuove, ma identica nello spirito e nel senso. In questo periodo, circa mille ragazzi ne hanno scritto, continuano a scriverne la storia, almeno fino a quando ci saranno, tra le istituzioni italiane e al Parlamento di Strasburgo i due principali finanziatori dell'orchestra -politici sensi�bili al valore formativo e strategico dell' investimen�to professionale nelle attività artistiche, anche se non rendono. Questa Orchestra rappresenta infatti un eccezionale tirocinio per i giovani diplomati usciti dai nostri Conservatori, ma ancora disabituati a sedere in un'orchestra, cioè a fare quello che per molti di loro diventerà il mestiere della vita. Qui imparano. Già diretta in regolari stage e tournée concertisti�che da maestri come Berlo e Muti, Inbal e Sinopoli, Un'immagine dell'Orchestra Giovanile diretta dal maestro Gatti affidata da qualche tempo a Carlo Maria Giulini, che dice ormai di no a tutti, ma a loro non resiste, ieri sera, cogliendo l'opportunità offertale, ha dato una sterzata europea alla festa musicale della Repubbli�ca. Niente più, come negli anni scarsi, una gragnuoIn di preludi e sinfonie d'opera per approdare poi . agli inevitabili "Pini di Roma": con tutto l'amore per Rossini e Verdi e tutta la simpatia per Respighi, non è su queste pagine che si può misurare il vero valore di una formazione sinfonica. Dopo l'Inno nazionale. eseguito senza le opinabili variazioni e ornamenti diventati di moda; dopo l'ouverture dai "Nabucco" di Verdi, che già racchiude la melodia del 'Va pensiero", si è entrati nel cuore del programma con la Quarta Sinfonia di Johannes Brahms. Forse il pubblico, mai cos�numeroso come quest'anno, sollecito a rispondere ai precisi inviti del Quirinale, non era preparato a trequarti d'ora filati d'orche�stra, ma per chi era salito al Colle per sentire un concerto, come per chi ha ascoltato la diretta di Rai Radio-Tré o ha visto la differita televisiva di Rai Uno, è stata una soddisfazione seguire l'esibizione di questi cento ragazzi, la cui età media è di ventitre anni. Diretti da Daniele Gatti, hanno affrontato brillantemente una partitura che ha segnato la storia del sinfonismo tardoromantico. Ne hanno colto gli slanci e le sfumature timbriche, hanno cantato con abbandono ma senza patetismi durante l'Andante moderato, hanno fatto sentire la loro baldanza nelle fanfare dell'Allegro giocoso, prima di entrare con passo sicuro dentro la Passacaglia e le variazioni che plasmano l'ultimo movimento, co�struito da Brahms partendo da un motivo nato nella testa di Johann Sebastìan Bach e da lui irrobustito: anche quando cita, quando dimostra di avere memoria, anzi di non riuscire neppure a creare senza memoria, ogni vero artista non riesce mai a non essere se stesso, indicando cos�nuovi percorsi possibili. Sarà stata questa la segreta chiave di lettura proposta allo scelto pubblico dalle strategie del Quirinale e affidata a cento ventenni, provenien�ti da ogni parte d'Italia?
Luoghi citati: Fiesole, Italia, Roma, Strasburgo
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